14/08/2011 - 20ª Domenica del T.O. - anno A
1ª lettura Is 56,1.6-7 dal Salmo 66 2ª lettura Rm 11,13-15.29-32 Vangelo Mt 15,21-28
La liturgia di oggi è una porta aperta a coloro che non credono, che non conoscono
Dio Padre e non hanno ancora alcun rapporto col Figlio Gesù, e quindi nemmeno con
la sua Chiesa.
San Paolo mette a confronto il popolo di Dio, il popolo ebraico, destinato alla
salvezza, con gli altri popoli, i pagani. Si rivolge proprio a loro chiamandoli
"genti", come erano chiamati i popoli diversi dall'unico popolo eletto.
Dice alle persone di questi popoli giunte alla fede: voi eravate disobbedienti a
Dio, lontani da lui, ed egli ha avuto misericordia di voi grazie alla morte di Gesù;
ora anche il popolo eletto è diventato disobbediente, infatti ha dato la morte a
colui che con quella morte vi ha salvati. Dio avrà misericordia anche di questo
popolo disobbediente, come è stato misericordioso con voi. Anch'essi lo conosceranno
come Dio misericordioso! Egli attirerà anche il suo popolo ad aderire al suo Figlio
diletto.
I profeti, in particolare Isaia, guardano con benevolenza i popoli stranieri e proclamano
che Dio vuole colmarli del suo amore. Il popolo ebraico è stato eletto proprio in
vista della salvezza di tutti i popoli. Compito del popolo d'Israele è attirare
a Dio tutti, portarli tutti nella sua casa di preghiera, nel suo tempio, perché
tutti lo incontrino e così tutti godano della sua bontà. Quando avverrà questo?
La risposta è nel brano evangelico. Gesù sa di essere mandato solo per "le
pecore perdute della casa d'Israele", ma una donna, proveniente da un altro
popolo, si avvicina a lui e non lo lascia finché non l'abbia ascoltata. È pagana,
ma manifesta una fede in Gesù tale che egli stesso l'ammira. Se la fede è già presente
in lei, egli non la può allontanare: ella si trova già nel cuore di Dio. I pagani
cominciano ad aggrapparsi all'ebreo Gesù per farsi portare al Dio della vita e della
pace. Gesù compie il miracolo chiesto dalla donna: è un segno, il segno che con
lui inizia un'epoca nuova, quella in cui tutti, proprio tutti, trovano accesso al
cuore del Dio dell'amore e della misericordia.
La fede di quella donna è piaciuta a Gesù: era fede in lui, sicurezza che egli ha
l'autorità divina di vincere il demonio, quello che stava rovinando la vita di sua
figlia e portava alla rovina anche lei. Era una fede umile: la donna non si è ribellata
alle parole di Gesù che facevano riferimento ai modi di dire normali degli ebrei,
sprezzanti di chi non apparteneva al loro popolo; "Non è bene prendere il pane
dei figli e gettarlo ai cagnolini". I figli sono gli ebrei, i cani tutti gli
altri. Con un vezzeggiativo Gesù addolcisce la parola che poteva apparire offensiva.
La donna non solo non si offende, usa invece la stessa parola per rispondere ed
esprimere la propria fiducia in lui.
Gesù è con noi per tutti. Noi dobbiamo guardare con simpatia tutti, anche quelli
che non condividono ancora la nostra fede. Guardiamo con simpatia atei e non credenti,
membri di altre religioni, musulmani, induisti e confuciani. Quando essi conosceranno
Gesù e lo invocheranno sapranno esprimere una fede più profonda e intensa di noi.
Quante persone ci sorpasseranno nel cammino verso il nostro Signore! Non li invidieremo,
anzi, saremo contenti di trovare in essi dei fratelli.
Nell'attesa di questi piccoli e grandi eventi cerchiamo di non perdere tempo: ameremo
Gesù, lo guarderemo con desiderio di ubbidirgli per fargli far bella figura, in
modo che molti lo avvicinino senza paura. Cercheremo di praticare la nostra fede
con maggior intensità, per la gioia del Signore stesso, per crescere pure noi verso
la sua statura di figlio obbediente, per essere noi, col nostro amore, un'attrazione,
un segno che aiuta tutti gli uomini a scegliere Gesù come Signore e Maestro!