01/11/2011 - TUTTI I SANTI
1ª lettura Ap 7,2-4.9-14 dal Salmo 23 2ª lettura 1Gv 3,1-3 Vangelo Mt 5,1-12
"… Lo vedremo così come egli è. Chiunque ha questa speranza in lui, purifica
se stesso, come egli è puro". La speranza di vederlo, e di vederlo nella realtà!
Vedere il Padre è desiderio di tutti i figli, vedere colui che ci ama, colui che
ci ha dato vita e ci ha beneficato, colui che ci attende per donarci la sua eternità!
Vedere non è solo questione di aprire gli occhi, ma è piuttosto avere la certezza
della presenza, una certezza che dipende dall'esperienza, dall'essersi accorti di
essere stati e di essere ancora amati. Questa è la gioia dei santi: essi hanno avuto
e coltivato questo desiderio di vedere il Padre: per questo hanno accolto gli insegnamenti
di Gesù e si sono lasciati guidare dallo Spirito Santo, e così, oltre ad aver vissuto
appoggiati sulla presenza di Dio, godono ora della comunione piena con lui. Il desiderio
e la speranza di vedere il nostro Dio ha dato loro forza e decisione per purificarsi.
Senza purezza del cuore e della mente non è possibile vedere Dio: Gesù stesso ha
detto "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio". I santi erano e sono
uomini come tutti gli altri, eredi di Adamo. Anch'essi, come noi, da Adamo hanno
ereditato inclinazioni egoistiche che provocano tentazioni di orgoglio, di sensualità,
di supremazia, di ambizione e vanagloria. Anch'essi, come noi, hanno avuto o hanno
bisogno di purificazione da questi moti interiori, che ci ritroviamo dentro senza
cercarli e volerli.
Come hanno fatto e come fanno i santi a purificarsi? Anzitutto riconoscono di averne
bisogno. L'umiltà ci aiuta ad essere veri. Siamo spesso attaccati a cose che passano,
alle cose, alle case, ai campi, alle nostre capacità, e ci riempiamo di desideri
e progetti. Questi poi ci rendono ansiosi e talora arrabbiati. L'ansia e la rabbia
sono un segno evidente che il nostro cuore non è nel cielo, ma sulla terra, non
libero da ciò che passa e non ancora legato abbastanza a ciò che dura per l'eternità.
Per purificarci dobbiamo liberare il nostro cuore, cioè i nostri desideri e la nostra
volontà, da tutti gli attaccamenti che creano passioni e idolatrie. Le cose passeggere
si mettono al posto che dovrebbe occupare Dio in noi.
Questo lavoro di purificazione è lungo. I santi lo hanno realizzato. Essi hanno
smesso di pensare a se stessi e hanno donato tutta l'attenzione a Gesù, il Figlio
di Dio, "via, verità e vita": lo hanno trattato da Signore, da sposo,
da pastore e custode, si sono nutriti di lui come di pane quotidiano, si sono dissetati
a lui come di acqua viva. Essi hanno cercato e accolto il suo perdono e il suo riposo,
hanno chiesto e ottenuto il suo aiuto, tanto, non solo da purificarsi dall'egoismo,
ma anche da rivestirsi di un amore vivo e costante per tutti, soprattutto per le
persone più bisognose di amore. I santi, che stanno davanti al nostro sguardo e
vicino a noi come patroni, hanno percorso la strada che noi percorriamo: vincere
se stessi, donarsi a Dio, disponibili alle sue richieste di occuparci dei suoi figli.
"Hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell'Agnello":
senza Gesù non sono nulla nemmeno i santi. Oggi noi li invochiamo e li prendiamo
ad esempio per seguire il nostro Signore sulla via del suo amore. Perché essi ci
possano aiutare, noi mettiamo il nostro desiderio e decisione. Se noi non prendiamo
la decisione di voler camminare verso il cielo anche la festa di oggi rimane inutile.
Coltiviamo la speranza di vedere il nostro Padre, il desiderio di vedere Dio, in
modo che possa essere vera anche per noi la Parola di Gesù: "Beati i puri di
cuore, perché vedranno Dio"!
Vogliamo migliorare la nostra vita? Vogliamo migliorare la nostra società? Vogliamo
che essa sia un po' più giusta e un po' più vivibile? Vogliamo godere di qualche
consolazione o essere di consolazione per qualcuno? Impariamo dai santi e coltiviamo
come loro i desideri del cielo!