23/11/2003 - Domenica 34ª del Tempo Ordinario - Anno B
Prima
lettura Daniele
7,13-14 dal Salmo 92
Seconda
lettura Apocalisse
1,5-8 Vangelo Giovanni 18,33-37
Già l’angelo Gabriele, parlando a Maria del Figlio annunciato, l’ha indicato come il re, il Re promesso da Dio a tutto il popolo, e quindi dal popolo atteso con gioia e trepidazione: “Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine!” (Lc 1,32s). Gesù poi ha continuato a parlare del regno di Dio, regno del quale sapeva d’essere l’erede, tanto da promettere ai suoi discepoli di farli partecipi del suo servizio: “Io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me… Siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele” (Lc 22,29).
Il regno di cui parla Gesù è il regno di Dio, una realtà che non può essere confrontata con i regni umani. I regnanti della terra dominano sui loro sudditi ed esercitano su di essi il potere, dirà ancora Gesù, ma non così coloro che avranno autorità nel suo regno. Egli stesso è un re venuto per servire, per dare la propria vita in riscatto per tutti! Oggi lo vediamo di fronte a Pilato, il rappresentante di un’autorità che schiacciava popoli interi sotto il peso di un dominio indiscusso e feroce. Proprio a quest’autorità Gesù dichiara di non voler competere sullo stesso piano. La sua regalità non ha bisogno del sostegno delle armi dell’uomo, non si serve della violenza, della forza, della paura, non fa concorrenza ai re della terra. La sua regalità non vuole imporsi, e chi vuole sottomettersi a lui lo fa liberamente e con amore, quell’amore che sa ascoltare!
Gesù accetta il titolo di re, ma lo vuole spiegare, perché non sia inteso come viene comunemente recepito dagli uomini. Egli è re perché è venuto nel mondo “per rendere testimonianza alla verità”!
Sappiamo che Pilato non ha voluto comprendere questa parola. Proviamo a penetrarla noi. La verità è ciò che «non è più nascosto», ciò che «viene alla luce». Nascosto era il nostro Dio, che nessuno ha mai visto e che nessun uomo può vedere. Con la venuta di Gesù nel mondo, Dio si è manifestato, è venuto alla luce, non è più “nascosto nei secoli” (Col 1,26). Gesù stesso è la luce che manifesta il volto del Padre, la Parola che ne fa conoscere i pensieri, la Vita che ne comunica la pienezza d’amore! Gesù è venuto “per rendere testimonianza alla verità”: la sua vita rende visibile agli occhi umani la bellezza e la grandezza dell’amore gratuito di Dio, della sua santità, della sua misericordia! È per questo che molti, quelli che sono “dalla verità”, ascoltano la sua voce, lo seguono, lo amano. La regalità di Gesù attira il cuore dell’uomo, perché tutti percepiscono che egli è degno di essere seguito, che ubbidire a lui ci rende liberi, ci solleva, ci fa crescere, rende preziosa e utile la nostra vita!
S.Giovanni, iniziando il libro dell’Apocalisse, ci presenta ancora Gesù come il testimone fedele e il principe dei re della terra! Tutti cambieranno posizione davanti a lui; anche “coloro che lo trafissero si batteranno il petto”, cioè si pentiranno di averlo osteggiato, perché si accorgeranno d’essersi ingannati e di aver impedito in tal modo il vero progresso dell’umanità.
Oggi lodiamo e benediciamo il nostro Re: lodandolo e benedicendolo aumenta la nostra gioia e la comunione reciproca tra di noi, diventa più bello il regno e attraente anche per coloro che lo stanno a guardare dall’esterno. Lodiamo e benediciamo Gesù, ma cerchiamo di farlo non solo con le parole e con il canto, bensì soprattutto con tutte le nostre azioni. Gesù è Re che dona la propria vita: noi viviamo nel suo Regno facendoci servi amorosi dei fratelli, di tutti, in modo che anch’essi sentano la dolcezza e vedano la luce del nostro Signore, benefattore vero dell’uomo.
Il profeta Daniele vede la grandezza del Regno di cui Gesù sarà il Re, un Regno che non tramonta: noi sappiamo che questo Regno non avrà termine, perché coloro che vi fanno parte vi entrano liberamente e vi restano con gioia, godono di essere serviti dal Signore e di servirlo ogni giorno senza paura e con grande soddisfazione. Molti cosiddetti «grandi» nella storia hanno tentato, e tentano ancora, di distruggere il Regno di Gesù: riusciranno solo a purificarlo da coloro che vi partecipano con intenzioni egoistiche, e a far risplendere ancora più la forza e la bellezza e l’amore su cui esso è fondato e di cui è portatore!
Gloria a te, nostro Signore e Re, nostro Servo e nostro benefattore, Gesù!