25/05
/2003 - Domenica 6ª di Pasqua - Anno B
Prima lettura |
dal Salmo |
Seconda lettura |
Vangelo |
Atti 10,25-27. 34s. 44-48 |
97 |
1 Giovanni 4,7-10 |
Giovanni 15,9-17 |
Gesù continua il discorso iniziato domenica scorsa. "Rimanete in me", aveva detto. Ora continua: "Rimanete nel mio amore". Ci spiega poi com’è fatto l’amore per lui, e quale frutto porta, e, soprattutto, come ha fatto lui ad amare noi!
Come faccio a sapere se amo Gesù? È molto semplice: se osservo i suoi comandamenti! Il primo passo dell’amore infatti è l’ascolto. Quando amo una persona sto attento a quanto mi dice, ricordo a lungo le sue parole, cerco di attuarle se esse esprimono un desiderio che io posso realizzare! Gesù stesso aveva detto: "Chi mi ama osserva le mie parole"!
Egli ci ha offerto un esempio amando il Padre osservando la sua volontà con un’obbedienza fino alla morte. Offrendo per noi la sua vita poi egli ci ha donato l’amore più grande, quello che si ha solo per gli amici più cari! Così egli desidera essere amato!
"Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando". Sappiamo ciò che ci comanda Gesù! Tutto il Vangelo è costellato di indicazioni sapienti, coraggiose, nuove, e tutte possono essere compendiate in una parola sola: amore! L’amore, che è l’intimo essere di Dio, è l’esempio costante che Gesù ci ha dato.
Anche S. Giovanni, nella seconda lettura, si sofferma sulla stessa parola per farci contemplare il mistero. L’amore di Dio non è più nascosto, non lo possiamo più immaginare con la nostra fantasia né rappresentarcelo con il nostro ragionamento, perché Dio ce lo ha già manifestato e donato: è il suo Figlio unigenito venuto nel mondo! Attraverso di lui abbiamo ricevuto "la vita". Ora questa vita permette anche a noi di amare, di dimostrare che siamo generati da Dio, che siamo anche noi partecipi della divinità. Siamo ovviamente partecipi di quella divinità che è amore, non di una divinità intesa come dominio, potere, supremazia.
Gli uomini, pensando a Dio, sono portati automaticamente a pensarlo come dominatore, perché essi stessi desiderano poter comandare e dominare. Per conoscere il vero volto di Dio, la sua vera natura, il suo essere amore, è necessario un intervento esterno, è necessario l’annuncio, la predicazione. Gesù ha infatti mandato i suoi nel mondo per annunciare la sua morte e risurrezione, e quindi, attraverso questi misteri, far conoscere Dio amore!
La prima lettura di oggi ci presenta il primissimo incontro missionario di Pietro. Egli entra in casa di un pagano desideroso di conoscere il vero Dio per annunciargli la persona di Gesù, il mistero della sua morte e risurrezione! Il pagano Cornelio e le "molte persone riunite" che in casa sua ascoltavano con fede, ricevettero lo Spirito Santo, e quindi il battesimo. Essi, pur amando Dio e pregandolo, non lo conoscevano, fin quando Pietro non ha annunciato loro Gesù e non li ha istruiti sulla sua vita, sul suo insegnamento e sul mistero della sua morte e risurrezione. Pur amando Dio non avevano la luce dello Spirito, non avevano «la vita», non conoscevano la pienezza della gioia!
La gioia vera e piena per l’uomo, infatti, è frutto della conoscenza e dell’amore per Gesù. Lo dice egli stesso, proprio nel vangelo di oggi. Egli si è rivelato e ha chiesto ai suoi di amarlo osservando le sue parole, non per motivi egoistici, ma perché essi stessi abbiano la "sua gioia", "la gioia piena"!
Non tutti i cristiani conoscono questa gioia. Coloro che non hanno mai fatto un passo o preso una decisione personale per Gesù, coloro che si sono accontentati di una fede vissuta per tradizione, per convenienza, senza approfondirne il significato, non possono conoscere la gioia di Gesù! Coloro invece che, pur rischiando la derisione del mondo e degli amici o rischiando perdite economiche e di considerazione sociale, si sono avvicinati alla persona di Gesù e hanno preso sul serio la sua parola vivendola, costoro conoscono la vita e la gioia perfetta!
Signore Gesù, grazie per il tuo amore per noi e per quello che oggi metterai in noi per te!