08/10/2006 - XXVIIª Domenica del
T.O. - anno B
Prima lettura Genesi 2,18-24 dal Salmo 127/128
Seconda lettura Ebrei 2,9-11 Vangelo Marco 10,2-16
Gesù, raccontando la parabola del seminatore, dice che "l'inganno della ricchezza soffoca la parola" (Mt 13,22) e gli impedisce di portar frutto. Per questo egli suggerisce, a chi lo vuol seguire, di lasciare tutto, di vendere e donare il ricavato ai poveri. In altra occasione dice: "Io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne" (Lc 16,19). I poveri, che saranno accolti come Lazzaro nei cieli, saranno amici che intercedono per noi, grazie alla nostra generosità! Non tutti accettano queste parole di Gesù: ad esempio, "i farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui. Egli disse: "Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio" (Lc 16,14). Per questo l'essere ricchi è pericoloso, perché può arrivare ad ostacolare persino la nostra fede. Infatti è stato l'amore del denaro a far perdere la tramontana a Giuda: "Egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani. Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro" (Lc 22,4-5). E noi vediamo che l'aumento della ricchezza nei nostri popoli ha segnato l'abbandono della fede da parte di molte persone. Un salmo dice: "L'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono"! Un'altra Scrittura dice: "Per amor del denaro molti peccano, chi cerca di arricchire procede senza scrupoli. Fra le giunture delle pietre si conficca un piuolo, tra la compra e la vendita si insinua il peccato" (Sir 27,1-2). Il nostro rapporto con le cose e con il denaro è sempre un campo minato: non finiremo mai di essere vigilanti e attenti. Inoltre chi si è arricchito per aver ubbidito a Satana, gli resterà debitore! Quelle ricchezze, anche quando passeranno ai figli e ai nipoti, daranno sempre diritto al nemico di intervenire nella loro vita! Dovremo, per resistere all'attrattiva della ricchezza, essere saldamente ancorati alla fede e alla Parola di Dio! Gesù è sempre il tesoro nascosto, l'unica perla preziosa che cerchiamo di possedere, perché l'unica che ci dà la gioia che nessuno mai potrà togliere!
Presentandoci Gesù, la lettera agli Ebrei si sofferma molto sulle sue sofferenze.
Egli è giunto alla gloria passando per l'esperienza della morte, una sofferenza
che lo ha reso perfetto e lo ha fatto diventare guida per noi fino alla salvezza!
Siamo suoi fratelli, benché abbiamo bisogno non solo di essere perfezionati,
ma anche purificati da una lunga serie di peccati. Nonostante questo, egli non
si vergogna di noi, e continua a chiamarci fratelli! Egli, che è arrivato alla
gloria passando per la morte, presenta anche a noi una via sulla quale ci troveremo
a dover portare la croce. Questa per noi ha sempre un doppio aspetto: è frutto
del peccato, nostro e altrui, ma è anche strumento di redenzione e santificazione,
grazie alla nostra unione a Gesù!
Una possibile via della croce per l'uomo è la sua condizione matrimoniale. Uomo
e donna sono ben presto coscienti della propria incompletezza! Seguendo un istinto
che Dio stesso mette dentro di noi, ognuno cerca colui o colei che possa completare
la sua vita. Così uomo e donna divengono famiglia, una nuova realtà benedetta
da Dio stesso. L'intenzione di Dio, ci ripete Gesù, non è che l'uomo faccia
le prove della vita matrimoniale, per vedere se la donna riesce ad accontentarlo.
La strada di Dio non è quella dell'egoismo, ma quella dell'amore. L'uomo si
prende cura della moglie, e viceversa, fino alla fine, perché l'amore non è
da Dio se non è dono di sè stabile, continuo, fedele. La fedeltà è prevista
nella buona e nella cattiva sorte: cattiva sorte è l'eventualità che uno dei
due ceda alla tentazione e cada nel peccato, e trasformi la famiglia in un albergo
o in un inferno. Ecco che allora la croce si presenta in tutta la sua difficoltà,
ma anche in tutta la sua possibilità di redenzione.
I discepoli di Gesù chiedono spiegazione e si mostrano meravigliati. La vita
sponsale vissuta dai cristiani si distingue da quella degli altri, perché non
rifiuta la croce, ma la porta, con la consapevolezza che essa fa diventare la
vita dell'uomo una testimonianza e una profezia di Dio! La fedeltà di un coniuge
al coniuge infedele è croce sì, ma è pure offerta di salvezza.
Non per nulla, dopo queste parole sulla possibilità che il matrimonio diventi
croce, Gesù accoglie i bambini. I bambini sono frutto del matrimonio, dell'amore.
Essi sono anche un ampliamento delle possibilità di amare degli sposi, sono
il loro premio e ulteriore motivo per continuare il loro amore e la loro fedeltà.
I figli di sposi che smettono di amarsi vengono caricati di una croce che rovina
la loro vita, perché essi non hanno le capacità di portarla. Gesù benedice i
bambini, e in tal modo indica ai genitori che non possono decidere la propria
vita solo in base ai propri sentimenti, ma anche vivendo la fedeltà ai figli,
guardando le loro necessità di godere dell'unità dei propri genitori! Quando
due sposi celebrano il matrimonio sognano la gioia di un'armonia stabile e perpetua:
si dichiarano perciò disposti a offrire anche un po' di sofferenza, e la loro
gioia diverrà ancora più luminosa!