19/03/2006 - 3ª DOMENICA di Quaresima
- anno B
Prima lettura Esodo 20,1-17 dal Salmo 18/19
Seconda lettura 1Corinzi 1,22-25 Vangelo Giovanni 2,13-25
Noi accogliamo il secondo comandamento come un invito a lodare e benedire il nostro Dio e Padre! Lo amiamo, e perciò parliamo volentieri con lui e, se ne abbiamo l'occasione, parliamo volentieri di lui. Facciamo conoscere a tutti la sua bontà e misericordia, la sua fedeltà e la verità delle sue parole! Non ci sogniamo nemmeno di insegnargli ciò che lui deve fare, come se egli non sapesse o fosse poco prudente o incapace di amare e di perdonare: lo ringraziamo invece per tutto ciò che succede di bello e di buono, ma accettiamo anche ciò che ci fa soffrire e lui permette, e in ogni nostra necessità attendiamo da lui il soccorso. Le preghiere dei Salmi ci sono di grande aiuto per esprimere le lodi di Dio e per scorgere in ogni situazione il suo intervento che salva, purifica, rinnova, corregge, consola, fa crescere! Cercheremo le parole più belle per parlare di lui, e quali espressioni potrebbero essere più belle delle sue? Usiamo perciò le parole che ci sono donate dalle Sacre Scritture per esprimere la nostra lode e il nostro ringraziamento! "Lodate il Signore: è bello cantare al nostro Dio, dolce è lodarlo come a lui conviene" (Sal 147). Possiamo imparare da tutti i santi, in particolare da Maria Ss.ma: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore!… Grandi cose ha fatto in me il Signore, e santo è il suo nome"! Se preghiamo con la Chiesa, pregheremo tutti i giorni i Salmi, Parola di Dio, e, lodando così il Signore, crescerà la nostra conoscenza di lui e maturerà la nostra vita interiore!
Che idea abbiamo di Dio? Come ce lo immaginiamo? No, non vogliamo immaginare
Dio, rischieremmo di costruirci un'immagine che non corrisponde. Possiamo e
dobbiamo soltanto metterci in ascolto di lui, accogliere la sua Parola e ubbidirgli:
dopo, soltanto dopo l'ubbidienza sapremo quanto sono grandi il suo amore e la
sua sapienza, sapremo incontrarlo presentandogli la nostra lode e i nostri desideri,
potremo rispondergli offrendogli la nostra disponibilità per la realizzazione
dei suoi desideri! La Parola, che ci viene offerta mentre continuiamo il cammino
verso il battesimo cui si stanno preparando i catecumeni, ci presenta uno dei
momenti decisivi della vita del popolo d'Israele: Dio rivela i suoi precetti!
Questi sono i fondamenti della vita personale, familiare e sociale dell'uomo
così come Dio lo ha "sognato" perché egli sia davvero "a immagine
e somiglianza" di lui! Da quelle dieci Parole noi iniziamo a conoscere
il nostro Dio! Lo conosciamo non come un estraneo, come un oggetto osservato
dall'esterno, ma come qualcuno che fa parte della nostra vita, impegnato con
la nostra esistenza, che si è collocato nel nostro intimo, o, meglio, che tiene
noi nel suo cuore! Lo conosciamo come una sposa conosce il suo sposo, geloso
di una gelosia bella e gradita, perché vuole che corrispondiamo al suo amore
in modo esclusivo. La sua gelosia non è egoismo, ma preoccupazione che non ci
lasciamo ingannare da chi ci vuole attirare solo per sfruttarci e ingannarci!
Lo conosciamo come un figlio conosce il proprio padre e la propria madre, con
la stessa tenerezza, ma anche con la stessa inadeguatezza. La nostra conoscenza
di Dio non è mai alla pari, non è mai completa, non è mai finita!
Gesù, arrivando a Gerusalemme, si accorge che il tempio presenta ai pellegrini
che vi salgono uno strano spettacolo: è divenuto mercato per gli animali da
offrire in sacrificio a Dio! I fedeli che vi entrano non incontrano l'amore
gratuito del Dio d'Israele, ma la brama di guadagno di coloro che dovrebbero
far da tramite con lui. Chi viene a pregare riceve l'impressione che l'amore
di Dio debba essere comprato, e che l'uomo non possa incontrare il suo Dio direttamente,
ma solo passando per il portafoglio. L'immagine di Dio che ne risulta è quella
di un commerciante o di un amico dei ricchi: immagine disgustosa!
Gesù, sapendo d'essere il Figlio di Dio, e di avere quindi autorità in quel
Luogo, vuol fare in modo che chiunque entra nel tempio santo possa conoscere
Dio come Padre, e riconoscere il suo amore tenero, fedele e meraviglioso! Con
pace, ma con decisione e fermezza, egli allontana commercianti, cambiavalute
e la loro merce. Assomiglia a Mosè, quando ha abbattuto il vitello d'oro, che
dava al popolo l'idea, diremmo noi, della forza del denaro, che col denaro si
può tutto e che il denaro dà felicità: inganno peggiore non c'è! L'oro non è
la risposta ai bisogni dell'uomo! Gesù però sa anche che nel tempio di pietre,
per quanto artistico e bello, l'uomo non incontrerà mai la pienezza dell'amore
del Padre. Gustare pienamente il suo amore è possibile solo in lui, nella sua
vita offerta con amore e per amore. È lui il vero Tempio di Dio, il luogo dove
ci incontriamo con la perfezione dell'amore eterno e fedele del Padre! Quando
questo Tempio potrà essere riedificato oltre la morte, che incute paura a tutti,
allora ogni uomo potrà accostarglisi ogni giorno per godere di essere amato
e di riuscire ad amare! Gesù crocifisso e risorto è davvero "potenza e
sapienza di Dio"!