2/04/2006 - 5ª DOMENICA di Quaresima
- anno B
Prima lettura Geremia 31,31-34 dal Salmo 50/51
Seconda lettura Ebrei 5,7-9 Vangelo Giovanni 12,20-33
Ricordati di santificare le feste! È Gesù che dà significato a tutte le espressioni della fede, perché è lui lo Sposo che celebra le nozze alla cui gioia invita i discepoli. In vista di lui riceve nuovo significato il digiuno (Mc 2,20) e la gioia (Mc 2,19) e da lui prendono valore i giorni, perché egli è signore del sabato (Mc 2,26). È lui il vino nuovo che adopera otri nuovi (Mc 2,22) per essere conservato: la domenica è l'otre nuovo che conserva la gioia e l'amore dei cristiani per Gesù! Noi santifichiamo questo giorno. È un giorno separato dagli altri giorni. In esso compiamo ciò che Dio stesso compie quando santifica il suo Nome (Ez 36,23ss): ci raduniamo attorno a Gesù, purifichiamo il tempo e i pensieri dalla brama di compiere ciò che ci fa guadagnare denaro, che alimenta le passioni egoistiche; compiamo le azioni che portano in noi lo Spirito Santo, Spirito nuovo, che trasforma i nostri cuori di pietra in cuori di carne! Chi non santifica questo giorno disconosce la paternità di Dio, si allontana da lui e si priva delle gioie più belle rovinandosi l'esistenza. Chi non si raduna con gli altri figli di Dio, chi non purifica la mente e il corpo dai desideri dell'egoismo, chi non fa nulla per ricevere lo Spirito Santo (preghiera, celebrazioni, ascolto della Parola) non "santifica" la festa della risurrezione del Signore Gesù, e si sottomette al peccato, signore della morte. La partecipazione all'Eucaristia e ad altre preghiere, la pratica del soccorso ai poveri e ai piccoli, il dar sollievo e coltivare l'unità della propria famiglia, il collaborare alla costruzione della comunità, sono le azioni tipiche del cristiano che santifica le feste!
La profezia di Geremia è buona notizia, cioè "vangelo"! Dio promette
un'" alleanza nuova ", quindi un nuovo impegno da parte sua verso
il popolo infedele! La prima alleanza consisteva nel fatto che il popolo doveva
obbedire ad alcuni precetti e in cambio Dio si impegnava a proteggerlo e a garantirgli
il necessario per una vita serena. Purtroppo spesso il popolo sentiva come un
peso i precetti di Dio e li viveva solo esteriormente, coltivando desideri di
libertà e indipendenza, che credeva di raggiungere con la disobbedienza. Le
conseguenze di tali disobbedienze rovinavano i rapporti familiari e sociali
e portavano al degrado di tutta la nazione, tanto da non riuscire più a difendere
dai nemici, sempre pronti a invadere il territorio.
Perché l'uomo e il popolo sia in grado di sopravvivere e di acquisire gioia
e pace, ecco che Dio escogita la nuova alleanza. I suoi insegnamenti non verranno
più dall'esterno del cuore dell'uomo, così che egli li senta come imposizione,
bensì dall'interno! Dio metterà nell'animo di ogni persona la sua Parola, la
scriverà sul cuore. Ognuno vivrà così l'obbedienza a Dio in armonia con se stesso,
come una gioia, come il momento della propria realizzazione più bella e più
vera! In tal modo l'uomo s'accorgerà di essere amato da Dio e anche riconciliato
con lui dalla sua situazione precedente, e avrà la gioia di farsi a sua volta
tramite per altri dell'amore divino, come dice il salmo: "Insegnerò agli
erranti le tue vie e i peccatori a te ritorneranno!".
La gioia di Dio è proprio questa: "Tutti mi conosceranno, dal più piccolo
al più grande!". Questa è la gioia di Dio, perché vede realizzarsi così
la gioia dei suoi figli nell'incontro con lui, quando essi stessi lo cercano
per amarlo!
Gesù partecipa alla gioia di Dio: quando i pagani vengono a cercarlo per conoscerlo,
egli capisce che la sua missione terrena sta per concludersi. Quando altri popoli
vogliono incontrarlo egli comprende che la "nuova alleanza" sta per
essere donata dal Padre all'umanità! I greci si avvicinano a Gesù accompagnati
da Filippo e Andrea. Gesù comprende che la sua ora è giunta, perché la nuova
alleanza deve essere stipulata con il suo sangue. In questo momento egli ci
dona alcune parole, quasi il suo testamento. Col paragone del chicco di grano
ci annuncia la sua morte, una morte che porterà molto frutto! Egli sa poi che
per noi sarà difficile amarlo, perché lo vedremo morire odiato da tutti: ci
assicura la vita eterna se odiamo la nostra vita in questo mondo, e ci assicura
pure gli onori del Padre se non ci curiamo degli onori di questo mondo. Quando
seguiamo Gesù, questo mondo non ci onora, piuttosto ci disprezza, ci rifiuta,
ma il Padre ci onora! Il Signore soffre interiormente nel prevedere imminente
la sua morte, ma sa che l'offerta della sua vita è gloria di Dio, del Dio che
ama tutti gli uomini! E Dio lo approva con una voce dal cielo, una voce udita
dalla folla, ma da essa rifiutata, interpretata come tuono o come voce misteriosa
indirizzata solo a lui! No, Dio approva Gesù per noi, perché noi cominciamo
a muoverci verso di lui! Quando sarà sulla croce lo guarderemo, non solo con
curiosità, e sarà la nostra salvezza! "Salvezza per tutti coloro che gli
ubbidiscono" dice la lettera agli Ebrei. Gli ubbidiamo perciò, ma lasciandolo
entrare nel cuore, come Parola del Padre scritta direttamente sul nostro cuore!