05/02/2006 - 5ª DOMENICA del Tempo
Ordinario - anno B
In Italia, Giornata della Vita!
Prima lettura Giobbe 7,1-4.6-7 dal Salmo 146/147
Seconda lettura 1Corinzi 9,16-19.22-23 Vangelo Marco 1,29-39
"Non avrai altro Dio all'infuori di me"! Domenica scorsa ho richiamato l'attenzione su un aspetto che per molti di noi è sconosciuto, ma che purtroppo crea e diffonde molte sofferenze. È quella mancanza di fede in Dio Padre che lascia spazio alla superstizione e al desiderio di ricorrere al mondo occulto. Voi vedete spesso sugli strumenti di comunicazione le promesse di maghi e medium che assicurano felicità, denaro, salute con i loro mezzi magici, con amuleti, portafortuna, con sistemi strani mai verificabili. Perché Dio non vuole che i suoi figli si avvicinino a questo mondo occulto? Egli ci ama, e sa, come del resto noi stessi dobbiamo riconoscere, che qui c'è inganno, non solo l'inganno dell'uomo, ma, peggio ancora, l'inganno del maligno. Questi attira con promesse di bene e di benessere, e talvolta mantiene per un po' queste promesse, ma poi trascina con sè le persone togliendo loro la pace, fino a mettere dentro di esse il desiderio del male e la volontà di realizzarlo. L'interesse per queste cose e la non decisione a rifiutarle subito può portare talora a rimanere intrappolati in gruppi e sette organizzati da persone maligne intenzionate a eliminare del tutto la fede e ogni comunione, quella con i familiari e quella con i cristiani. Ci sono gruppi di adulti che con l'interesse dell'occulto attirano ragazzi e giovani in gruppi e gruppetti, li trascinano a ribellarsi ai genitori, e così un po' alla volta li condizionano e li ricattano tanto che non possono più ritirarsi nemmeno dal compiere altro male. Vengono in tal modo predisposti ad entrare in quella stessa formazione di adulti che può davvero portare il nome di regno di Satana! Spesso l'interesse dell'occulto prende il via da pratiche di medicina o ginnastica alternative: non è la medicina o la ginnastica ad averne colpa, ma la nostra poca attenzione o nulla preparazione a discernere gli eventuali pericoli dello spirito che vengono abbinati a quelle pratiche. Dobbiamo essere decisi ad osservare il primo comandamento, amando il Signore con tutto il cuore, cercando di farci aiutare a conoscere la sua volontà per divenire strumento del suo amore per tutti gli uomini!
La prima lettura ci fa udire uno di quei lamenti che ascoltiamo più o meno
ogni giorno, e di cui talora noi stessi carichiamo i nostri vicini! Qui è Giobbe
che si lamenta per la sua malattia, ma egli fa udire il suo lamento a Dio, certo
che egli sa apprezzare la nostra vita anche se a noi sembra sia inutile o sprecata.
La "mia vita è un soffio", e " soffio " è il nome di Abele!
La mia vita è come quella di Abele, una vita carica di sofferenza, ma comunque
sempre gradita a colui che me l'ha donata!
A questo lamento fanno eco le parole dei primi discepoli di Gesù, che riferiscono
al Maestro la malattia della suocera di Simone. Perché gliene hanno parlato?
Forse per avvisarlo di starle alla larga, perché una donna con la febbre è immonda
e rende immondo chi la tocca? Probabilmente fu così. A noi però piace di più
pensare che i discepoli abbiano parlato della donna al Maestro perché egli se
ne prendesse cura, come poi realmente ha fatto. Egli aveva appena liberato nella
sinagoga l'uomo dallo spirito immondo, ora può liberare nella casa la donna
dalla febbre, il calore che sale dall'inferno come segno dell'inimicizia perenne
del Maligno! È bello vedere Gesù avvicinarsi alla malata, guardarla con tenerezza,
prenderla per mano senza paura, sollevarla come se la facesse risorgere. La
malattia è sempre un essere buttati sulla strada della morte, l'esserne liberati
è un preludio di risurrezione!
E la donna "si mise a servirli"! La guarigione avviene non perché
la donna possa star bene, ma perché possa esercitare l'amore, perché possa servire.
Contrario della malattia non è la salute, ma il servizio! Quando l'uomo con
amore serve, è vivo, è grande, si realizza pienamente, è nella gioia!
La liberazione dalla malattia avviene nella casa: la casa non è luogo sacro
come la sinagoga, dove risuona la lode e la Parola di Dio! Ma da quando nella
casa è arrivato Gesù è anch'essa luogo sacro, anche perché è in essa che si
vive quella Parola che è stata proclamata nella sinagoga! Com'è grande il dono
che ci fa Gesù con la sua presenza! Egli santifica tutte le nostre case: è in
esse che, con la forza che riceviamo dalla sua presenza, ubbidiamo alla Parola
accolta in chiesa: essa diventa carne, cioè esperienza concreta nella nostra
vita, azioni umane che sono insieme divine!
L'evangelista ci fa poi notare la scelta di Gesù: si alza al mattino presto
e cerca un luogo nascosto per pregare. Ecco l'inizio della giornata del cristiano!
Vuoi sapere anche tu qual è la preghiera di Gesù? Marco ce lo dirà solo alla
fine: la preghiera di Gesù è l'ascolto del Padre e l'accoglienza della sua volontà.
"Non la mia, ma la tua volontà sia fatta"! Egli non cede alla suggestione
del successo, non va da quelli che lo cercano per i miracoli, ma continua l'annuncio
del regno del Padre a chi non l'aveva ancora udito! Più importante dei miracoli
è la Parola di Gesù! La sua Parola ci guarisce, la sua Parola ci rivela il volto
del Padre, la sua Parola ci dà vita! Annunciare la sua Parola è dovere e gioia
dell'apostolo, dovere e gioia della Chiesa! È la Parola che rivela il significato
della vita dell'uomo, e dà all'uomo la forza e la gioia di accogliere dall'inizio
alla fine ogni vita!