31/05/2009 - Pentecoste - B
Iª lettura At 2,1-11 dal Salmo 103 IIª lettura Gal 5,16-25 Vangelo Gv 15,26-27;
16,12-15
Vieni Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce!
Così preghiamo oggi insieme a tutta la Chiesa. Sappiamo che lo Spirito Santo
è stato effuso su di noi, ma continuiamo a invocare la sua venuta, perché sappiamo
di essere come recipienti bucati, incapaci di tenere tutto quello che ricevono.
Siamo ancora e sempre peccatori, per cui lo Spirito di Dio spesso non trova
posto nel nostro cuore e nelle nostre membra. Il nostro egoismo e il nostro
peccato rattristano lo Spirito Santo, perché noi gli impediamo di far risplendere
la santità di Dio nella nostra vita. Continuiamo perciò a chiedergli: Vieni,
vieni a sanare, a lavare, a purificare, vieni a raddrizzare, a scaldare, vieni
a sostituirti al nostro spirito mondano e superficiale. San Paolo, scrivendo
ai Galati, ci ha chiaramente istruiti per un discernimento, affinché sappiamo
accogliere con la nostra volontà lo Spirito di Dio rifiutando con decisione
tutto ciò che lo tiene lontano da noi. Egli ci dice che i desideri della carne
ostacolano lo Spirito. I desideri della carne portano a soddisfare gli istinti
dell'avidità, della gola, della sessualità, del potere, e questi ostacolano
l'amore, cioè la presenza e l'opera di Dio. È solo lo Spirito Santo che ci manifesta
e ci comunica la verità di Dio, amore puro e gratuito. La presenza dello Spirito
in noi produce infatti "amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà,
fedeltà, mitezza, dominio di sè". Nessuno di questi frutti danneggia l'uomo,
anzi, lo costruiscono e lo rendono pronto per vivere in comunione con gli altri
ed edificare così la Chiesa, l'edificio in cui Dio può accogliere tutti i popoli.
Vieni, Santo Spirito! Ogni giorno in noi il mondo riporta qualche vittoria,
ogni giorno il nostro egoismo fa capolino tra i nostri desideri e tra le nostre
parole. Continuiamo perciò a chiamare lo Spirito del Signore. Gesù ce lo ha
promesso e lo manderà.
Lo Spirito viene dal Padre, è amore quindi, e Gesù ce lo invia come Paraclito
e come Spirito di verità. Come Paraclito egli ci assisterà in ogni situazione
di debolezza. Per vivere come figli del Padre e come discepoli di Gesù noi abbiamo
bisogno di forza, di consolazione, di esortazione, di difesa, di sostegno. Lo
Spirito è Paraclito, è cioè un compagno di viaggio, chiamato per affiancarci
e sorreggerci in ogni situazione in cui noi siamo deboli e incapaci. Egli è
pure Spirito di verità, perché rende il nostro agire e il nostro essere manifestazione
di colui che nessuno può vedere, che è nascosto perché dimora nei cieli. Lo
Spirito Santo infatti realizza in noi e attraverso di noi opere d'amore, atteggiamenti
che comunicano amore, parole che rendono vivo e attuale l'amore del Padre.
Gesù vorrebbe dire molte cose ai suoi discepoli e vorrebbe che quanto ha già
detto rimanesse sempre presente alla loro memoria. Essi però non sono ancora
pronti a comprendere e ad accettare il mistero della volontà di Dio, quel mistero
che tiene al suo centro la croce. Perciò Gesù affida allo Spirito il compito
di ricordare e di istruire, quando è necessario, il loro cuore. Egli ci "guiderà
a tutta la verità" e "dirà tutto ciò che avrà udito", "prenderà
da quel che è mio e ve l'annuncerà". Gesù può andarsene in pace, senza
rimpianti, perché, anche se i suoi non sono ancora ben formati e sicuri, verrà
lo Spirito ad assisterli nelle varie e difficili circostanze della storia.
Noi oggi possiamo esser certi della presenza dello Spirito Santo nella vita
della Chiesa. Ci è sufficiente dare un'occhiata alla sua storia. Nelle epoche
più difficili, quando sembrava che la Chiesa stesse per soccombere persino a
causa di difficoltà interne, o del peccato dei suoi membri più autorevoli, o
delle divisioni e della presenza di violenze e discordie, proprio allora fioriva
la santità e la novità di una vita evangelica. La storia della Chiesa è sì una
storia intrisa e colorata dal peccato dell'uomo, ma soprattutto è una storia
di persone nuove, di movimenti e di opere che manifestano la presenza di Dio
e la tenerezza di Gesù. Lo Spirito di Dio continua a guidare la Chiesa, continua
ad attirare ad essa figli di Dio da tutti i popoli, continua a suscitare nei
cuori o nelle iniziative la santità del Padre e la sua misericordia.
Con l'avvento dello Spirito sui discepoli di Gesù, nel mondo intero è entrato
un cambiamento. Lo dice Luca quando afferma che tutti udivano nella propria
lingua le grandi opere di Dio. Lo stupore è la prima conseguenza, ma lo stupore
si trasforma in ascolto, e quindi in decisione. Le grandi opere di Dio culminano
con la morte e la risurrezione di Gesù: chi ascolta questa notizia, viene mosso
dallo Spirito ad unirsi al Figlio di Dio, per godere del suo amore e per unirsi
a lui ad amare tutto il mondo. Vieni, Spirito Santo!