DOMENICA   23ª  del TEMPO ORDINARIO - 09/09/2001 Anno C

I LETTURA

Salmo II Lettura Vangelo
Sapienza 9, 13-18 89 Filemone 9-10. 12-17 Luca 14,25-33

Oggi San Luca ci presenta delle parole molto serie di Gesù. Molta gente andava con lui, ma Gesù si volta. Egli dà l’impressione di non godere del numero elevato di seguaci. Vuole assicurarsi che siano tutti coscienti di quel che fanno, consapevoli delle conseguenze dell’adesione a lui. Egli va verso Gerusalemme, dove lo attende anzitutto il rifiuto da parte di coloro che contano e poi la passione e la morte. Chi lo segue deve saperlo. Egli non vuole illudere nessuno e tanto meno ingannare! D’altra parte anche chi lo segue non deve fingere di seguire un Maestro, mantenendo però le proprie abitudini, coltivando i propri interessi, cercando le proprie soddisfazioni. Nelle parole del Signore ritorna perciò come un ritornello la frase: non può essere mio discepolo!

Prima di tutto Gesù chiede di essere anteposto a tutti gli altri, genitori, figli, fratelli. Se l’affetto di uno di questi per me vale più di Gesù, non posso dirmi suo discepolo. Gesù usa l’espressione “odiare”. Questo termine non ha il senso di voler male, ma quello di mettere con netta decisione al secondo posto. Non sono suo discepolo se egli non vale per me più dei miei cari, per quanto cari essi possano essere. Non devo essere affezionato nemmeno a me stesso più che a lui. La tua grazia vale più della vita dice un Salmo. Gesù vale più della mia vita, più della mia salute, più del mio onore. L’amore dei martiri per il Signore e l’amore di quelli che hanno affrontato peste e tifo e Aids pur di servirlo nei poveri e bisognosi è una illustrazione evidente di questa parola del Vangelo.

In secondo luogo Gesù propone il portare la croce come condizione per essere suo discepolo. Croce dice emarginazione, sofferenza, disonore. Gesù non vuole dietro a sé chi cerca onori, comodità, gloria vana del mondo. Chi è alla ricerca di queste cose non è capace di stargli dietro.

In terzo luogo Gesù dice che l’amore al denaro e alle ricchezze in genere è grosso ostacolo: chi non sa rinunciare “a tutti i suoi averi” non riuscirà a perseverare con lui!

Ad ognuno che lo segue propone perciò di attendere un attimo, raccogliersi e fare un po’ di esame della propria disponibilità, come si siede a fare i calcoli colui che vuole costruire una torre a beneficio della città e come si ritira a consultarsi il re prima di una battaglia. È come dicesse: se non sei disposto a rinunciare, se non ami me più di tutto il resto, non illuderti di essere un buon cristiano. Non riesci a stare al passo con me.

Gesù certamente non vuole scoraggiare, ma non vuole nemmeno mezze cartucce, uomini molluschi, persone senza grinta, senza chiarezza e senza decisione. Discepoli così sarebbero per lui ostacolo ad agire nel mondo e sarebbero scandalo per il mondo stesso.

Queste parole chiare di Gesù diventano per noi occasione di preghiera. Siamo deboli, siamo incerti, incapaci di comprendere i grandi e bei disegni del Padre. Siamo appesantiti dall’ignoranza e dal peccato. È necessaria una sapienza superiore per seguire le proposte che Dio ci fa attraverso suo Figlio. Preghiamo perciò umilmente, come ci suggerisce la prima lettura e come ci aiuta il salmo.

E accogliamo le proposte e i suggerimenti dei nostri fratelli e padri nella fede, come ha fatto Filemone sollecitato da San Paolo. La seconda lettura infatti ci presenta un esempio pratico di sequela di Gesù. Per Filemone, aiutato dall’apostolo, essere discepolo di Gesù significa rinunciare alla propria decisione e ai propri risentimenti verso lo schiavo fuggito, Onesimo. Questo schiavo si è rifugiato da S.Paolo, benché in carcere. Questi, forte della propria autorità di apostolo, esorta - pur non obbligando - il padrone cristiano Filemone a riaccogliere con amore, come un figlio, il proprio schiavo fuggito. Tra i cristiani non contano più le relazioni sociali che vanno di moda nel mondo. Tra i cristiani vigono nuove regole, quelle di chi sa rinnegare se stesso e rinunciare a propri presunti diritti perché risplenda l’amore di Dio per ogni uomo, amore donato a noi tramite Gesù Cristo in croce! I cristiani non vivono più per se stessi, ma per la gloria di Dio: quando essi cercano la gloria di Dio si diffonde pace sulla terra tra gli uomini amati da sempre!

Molta gente andava con lui!  Andare con Gesù, se è vero e perseverante, trasforma il mondo, che diventa luogo di amore e di pace! Alleluia!

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