DOMENICA 26ª del TEMPO ORDINARIO - 30/09/2001 Anno C | |||
I LETTURA |
Salmo | II Lettura | Vangelo |
Amos 6, 1. 4-7 | 145 |
1 Timoteo 6, 11-16 | Luca 16, 19-31 |
La
liturgia di oggi è una Parola forte, decisa, sconcertante, sia per i poveri che
per i ricchi, per chi non ha nulla e per chi ha tutto! Per i poveri, che sono
sempre tentati dal miraggio del denaro, come se il possederlo fosse fonte di
benessere, di pace, di gioia! Per i ricchi, che le sono attaccati pur
sperimentando il vuoto creato e lasciato da essa, pur soffrendo la prigionia cui
la ricchezza condanna, arrabbiandosi per la durezza di cuore cui essa costringe,
resi da essa schiavi di invidia, di paure e d’insicurezza, divenuti diffidenti
verso gli amici, che si scopre essere non amici, ma desiderosi di carpire
qualcosa! Nonostante ciò questi ricchi continuano a cercare e ammassare il
denaro fonte dei loro guai!
Gesù
ha pronunciato una parabola, molto eloquente a questo proposito. In essa egli
mette in campo due uomini, uno ricco e uno povero, anzi misero. Il ricco, senza
nome, veste da ricco e banchetta lautamente. Al povero Gesù dà un nome
significativo: Lazzaro, «Dio aiuta». Questi, che non aspira a diventare ricco,
pone la sua speranza e la sua fiducia in Dio! Dagli uomini egli non spera nulla.
Non si lamenta, non fa confronti, accetta la compassione dei cani. Fuori
metafora, accetta l’aiuto dei senza Dio, dei pagani: essi sono attenti, a loro
modo, alle sue necessità!
Fin
qui la parabola descrive soltanto la situazione. Una situazione che si ripete in
tutti i tempi e in tutte le parti del mondo. Pochi tra i benestanti se ne
accorgono, e meno ancora cercano soluzioni.
Gesù
continua. La sua parabola si apre a vedere il dopo.
Dopo
gli anni della vita la morte non conclude, ma apre una nuova fase
dell’esistenza.
In
quella nuova situazione il ricco non può comandare. Lì, colui che è abituato
a fare quel che vuole, deve fare ciò che non vuole. Colui che aveva posto
speranza, sicurezza, fiducia nella ricchezza, non ha più nulla, anzi, solo
delusione e sofferenza.
Chi
aveva fatto conto solo dell’aiuto di Dio trova la consolazione di Dio, la
partecipazione alla beatitudine di Abramo, l’amico grande del Dio di tutto il
mondo!
Il
ricco chiede sollievo per quei tormenti che nessuno può più alleviare.
A
questo punto Gesù gli mette in bocca una richiesta che ha la parvenza
dell’amore: manda Lazzaro a dire ai cinque fratelli di non venire qui, di
cambiar vita. I cinque fratelli evidentemente vivono come lui aveva vissuto, da
ricco senza compassione del povero.
Cinque
fratelli! Il ricco non è solo ad essere ricco, ma non è nemmeno uno di una
grande folla. Se muore uno di essi ne rimangono altri che continuano le sue
abitudini. Forse tra i cinque uno sono io? Gesù vuol propormi di esaminare la
mia situazione!
Mandare
Lazzaro, il povero, ad ammonire i cinque fratelli! Un povero che risorge dai
morti sarà ascoltato? Giustamente Gesù mette in bocca ad Abramo una risposta
che tiene conto dell’esperienza. Chi non crede alle Sacre Scritture, cioè
alla Parola di Dio, non è in grado di prender sul serio nemmeno le rivelazioni
di chi risuscita dai morti. Con queste parole Gesù fa una profezia che si
avvererà nella Chiesa: egli non sarà ascoltato né creduto da chi non ascolta
la Scrittura! Egli, risorto dai morti, sarà ancora rifiutato dai ricchi, da
coloro che non aprono il cuore ai poveri.
Le
altre due letture illustrano ancor più l’insegnamento di Gesù. Il profeta
Amos sottolinea la superficialità della vita dei ricchi e mette in luce la loro
incapacità ad accorgersi del pericolo in cui si trovano. E san Paolo, scrivendo
a Timoteo, indica di che cosa ci si deve occupare e preoccupare nella nostra
vita di fedeli del Signore. Il credente cerca la giustizia, la pietà, la fede,
la carità, la pazienza, la mitezza. Chi ama il Signore cresce e matura in
questi atteggiamenti e non si preoccupa di arricchire, di rimanere legato alle
cose e alle ricchezze che rovinano il cuore, distruggono la fede, allontanano il
Signore Gesù dal cuore, rendono insensibili ai fratelli e quindi al Regno che
Dio vuole costruire nel mondo anche attraverso di noi!