DOMENICA 33ª del TEMPO ORDINARIO - 18/11/2001 Anno C | |||
I LETTURA |
Salmo | II Lettura | Vangelo |
Malachia 3, 19-20 | 97 | 2 Tessalonicesi 3, 7-12 | Luca 21, 5-19 |
Stiamo avvicinandoci alla conclusione dell’anno liturgico, e questa circostanza è colta dalla Chiesa come occasione per soffermarsi a riflettere, alla luce della Parola di Dio, sulla sua situazione in questo mondo effimero. Dentro questo “mondo” troviamo sempre cose belle e buone, perché così esso è stato voluto e creato dal Padre. Ma queste cose belle e buone possono attirare talmente il cuore dell’uomo da diventarne seduttrici e padrone!
La Parola di Dio tramite i profeti e l’insegnamento di Gesù continuano a richiamarci al vero senso della vita e della nostra missione proprio in questo mondo caduco. Per farlo, o meglio, per tenerci attenti, di quando in quando ci ricordano la precarietà di tutto ciò cui il nostro cuore rischia di aggrapparsi, occupando il posto che spetta a Dio solo. In ogni epoca infatti succedono eventi che mettono in discussione la bontà dei sistemi di vita che il mondo si è dato. Anche nella nostra epoca ci sono avvenimenti che ci rendono pensosi e ci aiutano a prendere sul serio la Parola che la sapienza di Dio oggi ci offre.
La prima lettura fa un confronto tra i superbi, disobbedienti a Dio (coloro che commettono ingiustizia), e i cultori del suo nome. La loro sorte si rovescerà. Verrà il giorno del Signore: il giorno in cui si compie la Parola di Dio. In quel giorno saranno onorati coloro che vivono nell’amore obbediente a lui! I fedeli sono incoraggiati a continuare nella loro fedeltà. Non si vergognino, benché piccoli, benché disprezzati dai grandi, di essere riconosciuti come fedeli di Dio!
Gesù continua questo insegnamento in modo molto crudo. Il tempio di Gerusalemme, vanto di tutti gli ebrei, costruzione magnifica, ricca sia architettonicamente che per gli ornamenti d’oro, cadrà. Perché vantarsi della ricchezza? Perché esaltarsi per il proprio lavoro? Perché elogiarsi per l’opera artistica dell’uomo? Ciò che l’uomo costruisce è segnato dalla morte: avrà fine! Persino le costruzioni intellettuali dell’uomo, ideologie e proposte filosofiche attraenti e seducenti che si mettono al posto di Dio, persino quelle sono inganno. “Non seguiteli”! Gli uomini stessi fanno concorrenza ai terremoti per autodistruggersi. E in questi frangenti non sopportano i fedeli di Dio che seguono Gesù: li ritengono nemici. Nel secolo appena trascorso abbiamo visto ripetersi in vari luoghi, in disparate nazioni e a diverso titolo la medesima storia, quella descritta da Gesù nel brano evangelico: “Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni… a causa del mio nome.”. I cristiani, che sono attenti ad avere Gesù come Signore e Dio della loro vita, sono un pugno nell’occhio per coloro che si fanno idolatri delle cose e delle ideologie di questo mondo. Questo mondo ritiene doveroso eliminarli. Gesù ci preavvisa, e ci prepara a questa situazione dolorosa, inconcepibile, ingiusta. Ci prepara, perché ci teniamo pronti a dar testimonianza di lui. Non dobbiamo prepararci l’autodifesa, perché egli stesso sarà nostro avvocato e sarà presente nel momento del bisogno. L’amore del Padre non verrà meno, egli è fedele! Noi, suoi figli, non dobbiamo perciò lasciarci prendere dallo sgomento né dalla paura: siamo assistiti da Dio! Siamo sì rifiutati dal mondo, eppure necessari ad esso per la sua salvezza. Proprio mentre saremo perseguitati, l’amore e la sapienza che Gesù ci darà diverranno aiuto al mondo stesso per trovare la strada giusta, che ora sta cercando in modo sbagliato. La nostra testimonianza è troppo preziosa!
Se tutto passa, se le cose del mondo non devono occupare il cuore, dobbiamo o possiamo vivere oziosamente? È la tentazione che colpisce qualche cristiano indolente e pigro. Risponde San Paolo scrivendo ai Tessalonicesi. Egli stesso, che ha dato esempio di laboriosità, ora aggiunge un comando preciso: chi non vuol lavorare neppure mangi! Le cose del mondo passano, ma noi nel mondo dobbiamo mostrare la fedeltà di Dio, la sua tenerezza per il mondo stesso e per ogni realtà, considerata come strumento di amore, da usare con rendimento di grazie al Creatore di tutto!