DOMENICA di CRISTO RE DELL'UNIVERSO - 25/11/2001 Anno C | |||
I LETTURA |
Salmo | II Lettura | Vangelo |
2Samuele 5, 1-3 | 121 | Colossesi 1, 12-20 | Luca 23, 35-43 |
La prima lettura ci parla
dell’unzione di Davide a re da parte degli anziani del popolo. All’inizio la
regalità nel popolo d’Israele è stata considerata come segno dell’autorità
di Dio. È Dio infatti il vero re, colui che ha la prima e l’ultima parola,
parola d’amore, per ogni uomo e per la vita ordinata del popolo. Davide ne è
solo un segno, e dovrà ricordarselo sempre, dovrà ascoltare consigli e
rimproveri dai profeti, che gli richiameranno la volontà del Dio vivente quando
egli sarà tentato di fare i propri interessi e di accontentare le proprie
passioni!
Figlio
di Davide è il titolo con cui Gesù è stato chiamato dall’angelo a Nazaret, e
ancora così sarà chiamato da ciechi e da pagani, e così egli stesso si
definirà! Figlio di Davide, cioè Re
d’Israele, Re dei Giudei! Egli è colui che ha incarnato e vissuto la vera
regalità divina a favore del popolo! Il titolo regale appartiene al Figlio di
Dio! Noi che lo amiamo glielo attribuiamo volentieri! Ma dobbiamo comprendere
bene il senso di questo titolo, comprenderlo cioè come egli stesso l’ha
compreso: è lui il vero interprete delle Scritture! Che cosa significa dunque
che Gesù è il Re dei Giudei?
Chi ci può aiutare a
comprenderlo? I capi del popolo lo hanno condannato a morte a causa di questo
titolo, Pilato ed Erode con esso lo hanno schernito, i soldati hanno inventato
torture per farne una caricatura tremenda. Infine, a più riprese, questo titolo
è stato usato per tentare Gesù già crocifisso e dirgli: “Salva te stesso!”. Egli però non ha inteso l’essere re come un
privilegio, come un cercare la propria gloria e quindi la propria salvezza dalle
sofferenze umane. Egli sa di essere venuto nel mondo per noi. Per noi si lascia
schernire, e sopporta che persino il suo titolo di re venga deriso e frainteso.
Egli ne manifesterà il vero significato proprio sulla croce, durante la sua
morte. In quel momento egli ci serve e ci ama con tutto l’amore di Dio!
C’è una persona che può
aiutarci a comprendere il vero significato della regalità di Gesù: il ladrone!
Sì, non è una persona religiosa, non è un politico, non è uno studioso, non
è un uomo esemplare per il suo comportamento, ma un peccatore, un peccatore che
soffre insieme a Gesù! Il ladrone ci aiuta a capire nel modo giusto la regalità
di Gesù!
Egli ha capito che, nella
persona di Gesù, Dio soffre la morte, condivide la sorte dei malfattori per
amarli, accoglie su di sé il peccato del mondo. Egli ha capito che Gesù non ha
fatto nulla di male e tuttavia soffre senza lamento, senza quella ribellione che
invece rende lui e il suo compagno insofferenti e disperati. Egli ha capito che
Gesù è un vero re, diverso da quei re che si divertono a far paura e a mettere
a morte gli uomini. Il ladrone ci dà una lezione grande rivolgendosi a Gesù
con quelle parole: “Gesù, ricordati di
me quando entrerai nel tuo regno”. Egli è sicuro che Gesù ha un regno
che lo attende, è sicuro che in quel regno Gesù accoglie anche chi è
rifiutato dai re di questo mondo e chi è peccatore.
In croce Gesù ascolta.
Ascolta e risponde. La risposta di Gesù è un dono regale! Oggi sarai con me! Oggi: Gesù non fa attendere, non pensa alla
situazione di peccato, ma solo a donare gioia a chi si rivolge a lui! La
salvezza viene subito, nell’oggi. La
salvezza è lui stesso, e chi lo accoglie è già salvo! Sarai con me: è il premio che egli aveva promesso ai discepoli.
Essere con Gesù per sempre è vita eterna, è beatitudine, è ciò che egli
stesso desidera per me! Nel paradiso:
nella pace e nella comunione col Padre! Il regno di Gesù è il regno di Dio,
perché egli è suo Figlio, è il prediletto.
Oggi
io dico a Gesù che è lui il vero re, non solo il mio, non solo dei cristiani,
ma dell’universo intero. Vedo tutto il creato e tutta l’umanità desiderosi
di lui. Senza di lui il creato è vuoto, senza di lui l’umanità è triste e
depressa, senza di lui i popoli sono in attesa, in attesa di lui, per poter
vivere in pace e in armonia!
Del regno di Gesù ci parla
anche S.Paolo nella lettera ai Colossesi. Per lui il regno del Figlio di Dio è
la condizione in cui siamo entrati, grazie all’amore del Padre, quando ci
siamo uniti ai santi, a coloro che credono in Gesù. In tale occasione ci sono
stati rimessi i peccati, quindi siamo in comunione con Dio e tra noi, liberi dal
potere delle tenebre! Davvero è
grande Gesù, il re, grande perché è il capo
del corpo, la Chiesa, e in lui abita
ogni pienezza, cioè la totalità dell’amore divino, l’amore che ha
creato il mondo e l’amore che ha redento gli uomini peccatori!