DOMENICA 1ª di Quaresima - Anno C | |||
I LETTURA |
Salmo | II Lettura | Vangelo |
Deuteronomio 26, 4-10 | 90 | Romani 10, 8-13 | Luca 4, 1-13 |
Nella prima lettura troviamo Mosè che dà ordini ai sacerdoti. Essi con riti e parole dovranno far ripercorrere al popolo la propria storia: il popolo dovrà ricordare come ogni tappa, fin da Abramo, è stata accompagnata dalla mano potente del Signore, il Dio dei padri! Egli è il liberatore, la guida sicura, colui che con amore del tutto gratuito ha scelto il popolo stesso per portare il suo nome a tutte le nazioni! Soltanto davanti a lui ci si prostrerà, si cercherà di accogliere e di vivere solo la sua parola, si darà fiducia soltanto a lui!
Gesù ricorda questo insegnamento, lo vive continuamente. Non lo dimentica nemmeno là nel deserto, dove persevera in preghiera per un tempo lungo, lungo abbastanza per dar prova di fedeltà sicura!
È durante la sua preghiera che gli si avvicina il tentatore per distoglierlo dall’attenzione al Padre.
Il tentatore fa notare i propri bisogni per soddisfarli con i propri poteri, invece che abbandonarsi con fiducia al Padre.
Il tentatore fa notare la bellezza dei regni della terra e la fortuna di una politica retta nientemeno che dal Figlio di Dio: basterà pagarne il prezzo, piegarsi ai suoi metodi, metodi di violenza e di menzogna!
Il tentatore fa notare la possibilità di sfruttare la
potenza di Dio a proprio vantaggio, scegliendo da sé il modo di farsi
riconoscere Messia dal popolo.
Gesù conosce i modi di fare del tentatore, ma soprattutto conosce la Parola del Padre!
La Parola del Padre è pronta sulle sue labbra, è sempre disponibile nel suo cuore, perché egli l’ha ascoltata con attenzione e con amore. La Parola del Padre è sicura, decisa, l’unica che gode di fiducia: esce dalle labbra di Gesù con immediatezza, con sicurezza, come l’unica parola degna di attenzione e di ascolto obbediente: “Non di solo pane vivrà l’uomo”. “Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai”. “Non tenterai il Signore Dio tuo”.
Il diavolo non può far nulla con chi apprezza la Parola di Dio più del proprio ragionamento, e se ne va’.
San Paolo fa leva su questa Parola scrivendo ai Romani: ce l’abbiamo sulla bocca e nel cuore! È quanto basta. Chi crede nel cuore è giusto, cioè gradito al Padre, capace di compiere la sua volontà. Chi aggiunge anche la professione di fede con la bocca, cioè chi non ha paura di farsi riconoscere anche dagli altri come credente in Gesù, questi è salvo. Salvo significa che i pensieri e i pericoli del mondo non hanno più grande peso su di lui. Quando un cristiano si dichiara di Gesù, è forte, sa resistere alle derisioni e sa sopportare le ingiustizie che si commettono contro chi crede.
La fede salda poi apre il cuore ad invocare il nome del Signore, e “Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato”.