Il profeta Sofonia e l’apostolo Paolo insistono nel proporre la gioia. Il motivo di rallegrarsi per i credenti c’è ed è realissimo: il Signore è con noi! Anzi, il Signore stesso è contento di essere con noi e perciò i suoi devoti, i suoi figli, non possono essere tristi. Il Signore è vicino, è alle porte!

Giovanni Battista prepara il popolo all’incontro. Quelli che lo hanno preso sul serio chiedono: cosa dobbiamo fare? Essi sono i poveri, i piccoli, i peccatori, i disprezzati. Chi s’immaginerebbe che anche i “pubblicani” (esattori delle tasse per i Romani, nemici) e addirittura i soldati credano alla predicazione dell’uomo austero che percorre la regione del Giordano?

Questi propone semplicemente due atteggiamenti.

Anzitutto bisogna accorgersi degli altri, dei poveri e bisognosi, per aprire il portafoglio, o meglio, condividere quel che si possiede rinunciando a qualche cosa.

Poi è necessario allontanare dal proprio cuore ogni cupidigia: contentatevi delle vostre paghe, non esigete nulla più del dovuto…!

Chi si libera dalla bramosia del possedere e si apre alle necessità altrui, costui sarà in grado di accogliere colui che deve venire! Non è abbastanza essere poveri ed essere caritatevoli: questa è solo la condizione che permette di accogliere il Salvatore!

È necessario che venga il Salvatore, perché è lui che dona lo Spirito Santo!

Egli è più grande di Giovanni: non c’è confronto! Egli è forte, anzi “più forte”, può vincere il maligno nemico dell’uomo! Egli battezza con lo Spirito Santo e col fuoco: cambia totalmente la vita dell’uomo, la purifica, la rende incandescente d’amore, le mette dentro una vita nuova, quella di Dio stesso! Solo lui può farlo, colui che viene!

Vieni, Signore Gesù!

Mi preparo ad accoglierti guardandomi attorno per vedere i poveri del mondo, vedendoli riuscirò ad accontentarmi di poco, e così non ci saranno ostacoli per la tua venuta! Vieni! Già godo ed esulto nell’attesa di te, mio Signore, mio Dio, Gesù, mia gioia!

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