TEMPO di Natale - Anno C | |||
DOMENICA della S. Famiglia - 31/12/2000 | |||
I LETTURA |
Salmo | II Lettura | Vangelo |
1Sam 1,20-22. 24-28 | Salmo 83 | 1Gv 3, 1-2 .21-24 | Luca 2, 41-52 |
La prima domenica dopo la solennità del S.Natale è
dedicata alla Sacra Famiglia.
Il nostro sguardo, rivolto al Bambino, spontaneamente si accorge delle braccia
che lo portano e dei cuori che lo accolgono e lo amano. Oggi contempliamo
appunto Gesù amato dai suoi “genitori”! Maria e Giuseppe hanno cominciato a
vivere per lui, solo per lui!
Come lo hanno amato? Come vivevano insieme a lui? Essi lo hanno sentito
piangere, lo hanno cullato, lo hanno allattato e imboccato, lo hanno lavato, gli
hanno insegnato a parlare e a muovere i primi passi… Con quale cuore, con
quali sentimenti lo hanno amato? I vangeli sono molto parchi di notizie:
dobbiamo immaginarlo? Possiamo sì lavorare di fantasia, ma ci viene in aiuto
anche la S.Scrittura, che oggi ci presenta un’altra famiglia credente, una
famiglia modello di tutte le famiglie fedeli al Signore!
Anna ed Elkana vogliono allevare ed educare il loro unico figlio per condurlo
poi al tempio e consegnarlo a Dio per il suo servizio! Essi riconoscono che il
piccolo Samuele è dono di Dio, e perciò non vogliono possederlo, non vogliono
far da padroni della sua vita: desiderano invece che egli sia un continuo
rendimento di grazie a Dio per la benevolenza che ha dimostrato ascoltando la
loro preghiera.
Questo è il clima in cui i genitori ebrei desideravano
allevare i figli. Certamente anche Maria e Giuseppe hanno cercato di far
crescere il loro Figlio in un clima simile a questo! Prendendolo con sé,
pellegrini a Gerusalemme, all’età di dodici anni, quando cioè i ragazzi
ebrei vengono ammessi a leggere le Sacre Scritture e vengono ritenuti
responsabili delle proprie scelte, i genitori volevano fargli fare un passo
nella sua crescita interiore. Gesù non delude quest’attesa santa! Egli li
onora grandemente, fermandosi a interrogare i dottori della Legge sotto i
portici del Tempio e approfondendo così la conoscenza della volontà di Dio e
il significato quindi della propria vita!
Maria e Giuseppe non sapevano cosa significasse essere figlio di Dio! O
perlomeno non lo sapevano fino in fondo, così come l’ha approfondito il loro
figliolo Gesù. Egli ha scoperto che esser figlio di Dio significa considerare
Dio “Padre”, e occuparsi quindi “delle sue cose”, oppure “rimanere
nella sua casa”.
Educare un figlio come figlio di Dio comporta essere disposti a separarsi da
lui, essere disposti a consegnarlo per sempre, come avevano fatto Anna ed Elkana!
Maria e Giuseppe, invece che impararlo dalla Storia Sacra, lo imparano dal loro
Ragazzo stesso!
E anche noi dobbiamo ancora imparare cosa significhi essere “figlio di Dio”: S.Giovanni cerca di insegnarcelo nel brano della seconda lettura! Essere “figlio di Dio” significa non essere conosciuti dal mondo, e quindi essere perseguitati, significa credere nel nome del Figlio Gesù, significa amarci gli uni gli altri, significa avere una speranza infinita che ci sostiene e ci rallegra ogni giorno!