13/06/2004 - Santissimo Corpo e Sangue di Cristo - Anno C
Prima lettura Genesi 14,18-20 dal Salmo 109
Seconda lettura 1Corinzi 11,23-26 Vangelo Luca 9,11-17
Terminato il tempo pasquale ritorniamo a contemplare il mistero dell'amore
di Dio che rimane con noi in modo visibile, palpabile, in forma sacramentale.
Infatti in ogni chiesa viene custodito il Corpo di Cristo, cosicché, ogni volta
che un cristiano vi entra, incontri un segno concreto della sua Presenza, incontri
lui! Non solo le letture, ma anche e soprattutto la processione, che oggi segue
alla S.Messa, ci rendono attenti a questo Sacramento che rimane sempre con noi
e ci accompagna ogni giorno.
Il prefazio di oggi ci fa pregare così: "In questo grande mistero tu nutri
e santifichi i tuoi fedeli, perché una sola fede illumini e una sola carità
riunisca l'umanità diffusa su tutta la terra. E noi ci accostiamo a questo sacro
convito, perché l'effusione del tuo Spirito ci trasformi a immagine della tua
gloria".
Noi siamo nutriti e santificati da questo mistero, la partecipazione all'Eucaristia.
Siamo nutriti: la nostra vita ha bisogno di nutrimento, e non solo di cibo per
il corpo, ma anche per le nostre motivazioni di continuare a impegnarci, cibo
per il nostro bisogno di affetto, per i pensieri che affollano la nostra mente.
Questo cibo è quello che Gesù ha dato ai cinquemila che lo seguivano in una
zona deserta. Egli sapeva che l'uomo non ha in se stesso le risorse per continuare
a seguirlo, ma che le deve ricevere. Dà loro un pane che viene dal suo amore,
dalla sua preghiera, dalla sua fede nel Padre! Quel pane "nutre" le
folle, che così possono restare ancora con lui per ricevere la sua Parola e
il suo Spirito.
Siamo santificati: in noi, tramite il sacramento, entra la Presenza viva e reale
del Signore Gesù, il Santo di Dio. Egli ci mette in comunione con il Padre per
mezzo del suo Spirito, e perciò noi diveniamo realtà divina, veramente santi.
Noi veniamo nutriti e santificati per un servizio a tutti gli uomini. Attraverso
di noi, fatti dimora della presenza del Signore, la sua luce può infatti diffondersi
e raggiungere tutti coloro che incontreremo, e l'amore di Dio, che grazie a
lui vive in noi, attira attorno a lui molti altri.
Ci accostiamo perciò con gioia al convito nel quale, dalle mani stesse di Gesù,
riceviamo il suo Corpo e il suo Sangue. Ci accostiamo con gioia perché la nostra
vita, oltre ad essere nutrita da lui e unita alla sua, proprio per questo acquista
un valore e un significato nuovi, davvero grandi: diventiamo strumento dell'incontro
di Gesù, Salvatore e redentore, con altri uomini bisognosi del suo perdono e
della sua salvezza! Noi, nutriti del Corpo e del Sangue di Gesù, diventiamo
portatori delle ricchezze spirituali di cui ogni persona ha fame e sete. Saremo
paragonabili ai discepoli che hanno distribuito i cinque pani e i due pesci
ai cinquemila. Quei cinquemila, disponendosi a mangiare i pani di Gesù, sono
diventati popolo ordinato, comunità pacifica e riposante, capace di contemplare
gli occhi di Gesù che si alzano pieni di fiducia e di amore al Padre, e di ascoltare
la sua voce che trasmette la sapienza di Dio.
Il Corpo e il Sangue di Gesù sono il suo sacrificio: egli si è offerto per noi,
ha versato il suo sangue, come dice il profeta Isaia, per le nostre iniquità.
È con riconoscenza perciò che lo celebriamo. Inoltre, ogni volta che mangiamo
il corpo di Cristo, non possiamo dimenticare che ci uniamo al suo sacrificio,
e quindi offriamo anche il nostro corpo e tutta la nostra vita al Padre per
realizzare la sua volontà e rendere attuale il suo regno. Questo sacrificio
avviene attraverso i segni del pane e del vino, segni eloquenti fin dall'esperienza
di Abramo. Il grande patriarca di quel popolo che è stato eletto da Dio ad essere
benedizione per tutti i popoli, è stato a sua volta benedetto dall'offerta di
pane e vino da Melchisedek, sacerdote del Dio altissimo! Oggi siamo noi che
ci lasciamo compenetrare dal pane e dal vino che ci porgono le mani sante di
Gesù. Egli è il nuovo sacerdote che fa di noi l'altare su cui pone la vittima,
che è ancora lui!
Come accennato, usciremo insieme, pregando e cantando, sulle strade, quelle
strade che ci vedono impegnati in vari servizi, o indaffarati e distratti da
molte cose. Accompagneremo il segno sacramentale della Presenza di Gesù: manifestiamo
così al mondo la nostra fede, compiendo la verità. Durante le normali giornate
talora non riusciamo a manifestare la nostra fede, perché le preoccupazioni
la nascondono; oggi compiamo un atto di giustizia. Gesù è degno che noi lasciamo
vedere a tutti di quale cibo ci nutriamo e quale Maestro ascoltiamo: così chi
apprezza il nostro amore e la nostra speranza, sa che deve rivolgersi a Gesù
per acquisire la serenità e la pace e la carità che risplendono sul nostro volto
e nelle nostre azioni.