31/10/2004 - Domenica 31ª del Tempo Ordinario - Anno C
Prima lettura Sapienza 11,22 - 12,2 dal Salmo 144
Seconda lettura 2Tessalonicesi 1,11 - 2,2 Vangelo Luca 19,1-10
San Paolo ci confida quali desideri egli esprime nella sua preghiera: vorrebbe
che la nostra vita di credenti abbia come frutto la gloria di Gesù, nostro Signore.
A noi, tanto immersi nelle cose di questo mondo e preoccupati della salute,
del piacere e del benessere materiale, può sembrare strano che si possa desiderare
" soltanto " la gloria di Gesù! Chi però comincia a farlo scopre che
non c'è gioia più grande e profonda, non c'è benessere e comunione più bella
che quella che nasce proprio dall'essere orientati decisamente a portare Gesù
nei cuori degli uomini! È in essi che egli trova la sua gloria, il suo spazio
preferito, perché la sua vita continua a realizzarsi quando egli entra in una
vita: la salva dalla solitudine e dall'oppressione del vuoto, la libera dai
desideri di male, la risana, la riempie. Unisco con gioia la mia preghiera a
quella dell'apostolo, e chiedo a te di fare altrettanto!
San Paolo ci avverte pure che qualcuno usa il nome di Gesù per confonderci e
turbarci. Chi può essere? Sono quelli che divulgano visioni e ispirazioni per
diffondere ansia e attese del Signore, come se venisse per castigare e rovinare.
Noi il Signore lo vogliamo invece attendere con gioia, perché egli viene a liberarci
dal nostro male e a rivestirci della sua gloria!
Un esempio di come è bella la venuta di Gesù ci viene annunciato oggi dal vangelo.
Quando passa per Gerico Gesù non si compiace della folla che vuole vederlo,
e - diremmo oggi - stravede per avere i suoi autografi. Quella folla infatti
non vuole aver bisogno di lui come medico di anime, come amico dei peccatori,
venuto a risanare i cuori dall'influsso del peccato. Egli cerca chi sa d'essere
peccatore. Ed ecco, nascosto tra i rami d'un albero, proprio un peccatore che
vuole almeno vederlo: è salito in un luogo così insolito perché tutti lo rendono
consapevole d'essere indegno di incontrare Gesù. Non osa avvicinarsi in altro
modo. È Gesù che invece vuol farsi vicino a lui. Il peccatore gli ubbidisce
e scende in fretta dall'albero. La grande gioia che egli prova è frutto di questo
primo incontro sulla strada, in mezzo a quella folla che ora giudica e disprezza
Gesù proprio perché ha voluto incontrare colui che tutti rifiutavano.
Con la gioia nel cuore il peccatore accompagna Gesù in casa propria. Grazie
all'amore del Signore, Zaccheo diventa capace di ignorare quanto pensano e giudicano
tutti gli altri! Chissà come, l'aver accolto Gesù cambia anche il suo modo di
considerare i poveri e il denaro. Il denaro e la ricchezza assumono nuovo valore
per lui: non più padroni dei pensieri e del cuore, diventano servi del suo nuovo
amore per Gesù! I poveri e i defraudati si possono sentire amati, amati da Dio,
attraverso quel denaro che viene distribuito e che non distrugge più i rapporti
tra gli uomini, ma comincia a costruirne di nuovi.
L'aver accolto Gesù ha dato a quell'uomo finalmente la gioia di godere della
sua città, mentre prima doveva temerne il disprezzo. L'aver accolto Gesù ha
ricostruito la sua identità, quella stessa significata dal suo nome: "puro"!
Prima dell'incontro con Gesù questo nome suonava completamente sfasato. Ogni
volta che veniva chiamato per nome egli si sentiva deriso: il nome contraddiceva
la realtà della sua vita. Ora, invece, quando è chiamato per nome non si deve
vergognare di se stesso!
Gesù ha operato un enorme cambiamento con la sua semplice presenza! Zaccheo
ora è salvo: non è più schiavo né del denaro né dei giudizi degli uomini. Accogliendo
Gesù è diventato libero, e la libertà gli ha dato gioia grande. Egli è come
la pecora ritrovata che gode della stessa gioia del pastore che la riporta a
casa, al sicuro, nella compagnia e comunione con le altre pecore!
Vieni Gesù, vieni anche per incontrare me. Ti rivolgo anch'io la preghiera del
libro della Sapienza. Sono un peccatore, sono consapevole dei tuoi rimproveri,
ma godo della tua compassione: Tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi
di quanto hai creato. … Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore,
amante della vita!
Accolgo Gesù per rivedere solo con lui tutta la mia esistenza e crescere nella
libertà interiore, libertà da tutti i giudizi che gli uomini possano esprimere.
Con la mia accoglienza di Gesù e obbedienza a lui io stesso voglio diventare
un segno, forse anche contraddetto, per gli uomini che ancora attendono e sperano
una vita più piena e una gioia profonda!