11/04/2004 - Domenica 1ª di Pasqua - Anno C
Prima lettura Atti 10,34.37-43
dal Salmo 117
Seconda lettura Col 3,1-4 (opp. 1Cor 5,6-8)
Vangelo Gv 20,1-9 (opp.Lc 24,1-12 o, alla sera, 24,13-35)
La risurrezione di Gesù dai morti sta al centro della nostra fede, è inizio
della nostra speranza, è fonte e garanzia della nostra carità. Non ci meravigliamo
quindi che la Parola di Dio oggi ci venga offerta in abbondanza, tanto da metterci
nell'imbarazzo della scelta. (Nel commento terrò presenti le letture citate
sopra al di fuori delle parentesi).
La destra del Signore ha fatto meraviglie! Così il salmo parla a proposito della
pietra scartata da chi aveva responsabilità nella costruzione, ma messa al centro
dell'edificio da Dio stesso. Noi sappiamo che quella pietra è Gesù. Egli è stato
davvero scartato, buttato tra le immondizie: e lo è ancora da coloro che si
ritengono importanti nel mondo. È Dio stesso che continua a metterlo al centro
di ogni vero edificio duraturo, lo offre come "cuore" e "vita"
e "luce" ad ogni persona e ad ogni istituzione che diventi benemerita
nell'umanità. Dio stesso rende Gesù, benché crocifisso, fonte di comunione,
di gioia, di pace e di serenità, a persone e a gruppi, a famiglie o a popoli
interi!
Dio ha risuscitato Gesù dai morti! Questa non è un'idea, per quanto bella, ma
un fatto avvenuto il terzo giorno e testimoniato da molti, da donne che si sono
spaventate e da uomini supermeravigliati! Questi hanno fatto fatica a credere,
anzi non volevano credere. Gesù ha dovuto apparire, non solo, ma anche mangiare
con loro e in loro presenza, farsi toccare, farsi udire. Le difficoltà di questi
discepoli, apostoli compresi, sono per noi un'ulteriore garanzia della verità
del fatto. Gesù è risorto davvero! Se quei discepoli, così ostinati a non credere,
hanno creduto, è segno che hanno avuto delle prove molto convincenti! Ora io
posso perciò dire: "Mi fido della loro incredulità, e credo"!
Gesù è davvero risorto! Se Gesù è risorto, la mia vita non può più essere come
prima. Questo me lo ricorda San Paolo. Dato che Gesù è risorto, i miei pensieri
sono rivolti alla sua gloria, sono attenti "alle cose di lassù". La
dimensione finale della vita orienta tutto il resto. Ora vivo sapendo con certezza
che il mio posto è presso Dio insieme a Gesù, e perciò vivo in modo da arrivarvi,
vivo proteso a quel momento. "La vostra vita è ormai nascosta con Cristo
in Dio"! Tutto faccio e tutto decido in base a quanto Gesù ha detto e fatto.
Quanto dicono e pensano gli uomini, quanto io stesso ho pensato fino ad ora,
non è più importante. Ora vivo come nascosto: non mi interessa apparire, far
bella figura in questo mondo, avere riconoscimenti, perché ciò che realizza
la mia vita è la Parola di Gesù e il suo amore! Egli, come dice San Pietro nella
prima lettura, "è il giudice dei vivi e dei morti", e perciò pongo
ogni attenzione alle sue parole, ai suoi desideri, a quanto egli ha manifestato
durante la sua vita.
Questa è conseguenza del credere che Gesù è vivo. Forse per questo credere riesce
difficile! Il credere influisce sulla vita, la rende diversa dalle attese che
normalmente gli altri hanno. Mentre tutti sono oppressi dalla tristezza e dalla
paura, chi crede in Gesù risorto è sereno e forte, capace persino di gioire.
Mentre tutti sono occupati e preoccupati per le cose terrene, salute e benessere,
successo e progresso economico, il credente è capace di pensare a realtà spirituali,
a crescere e far crescere nella capacità di amare.
Il brano evangelico ci descrive le prime reazioni dei discepoli alla scoperta
che il sepolcro di Gesù è vuoto. Maria Maddalena attribuisce il fatto a ignoti
profanatori. Simon Pietro e "l'altro discepolo" corrono, e rimangono
di stucco al vedere l'interno del sepolcro e l'ordine della posizione delle
bende rimaste al loro posto, a testimonianza che nessun trafugamento è stato
operato. Essi iniziano a credere che sia in atto un disegno particolare da parte
di Dio. Quando riusciranno a mettere questo fatto in relazione alle Scritture,
allora la fede sarà chiara e sicura, forte e luminosa! Allora essi crederanno
alle parole che Gesù aveva ripetuto più volte in diverse circostanze.
Noi ereditiamo la loro fede, e ne godiamo con semplicità. Il canto dell'alleluia,
canto tipico di questo giorno, ci aiuterà reciprocamente a rendere più salda
la nostra fede, qualunque cosa essa comporti, a non mescolarla a quella esitazione
che ha accompagnato per molti giorni la fede dei discepoli stessi.
Poveramente, ma con tutto il cuore, anch'io oggi ti dico: Gesù è risorto, è
veramente risorto!