23/05/2004 - Ascensione di Gesù - Anno C
Prima lettura Atti 1,1-11 dal Salmo 47
Seconda lettura Ebrei 9,24-28; 10,19-23 Vangelo Luca 24,46-53
Oggi godiamo per un fatto nuovo della storia che Dio ha voluto per noi. Il
Signore Gesù, visto per quaranta giorni dai suoi discepoli, "fu elevato
in alto" scomparendo al loro sguardo. Da oggi i suoi discepoli sanno che
egli è accolto nei cieli, sanno che è gradito al Padre e che siede alla sua
destra ricevendo la sua stessa autorità di giudice universale. San Luca ci racconta,
sia alla fine del suo Vangelo che all'inizio degli Atti degli Apostoli, il momento
di questo strano distacco. È un distacco, ma solo apparente, perché Gesù rimarrà
sempre con i suoi, secondo le sue promesse, anche se non in maniera visibile.
Da oggi essi vivranno una nuova esperienza della loro fede! Egli è nei cieli
per sempre, quindi le parole da lui pronunciate e i gesti da lui compiuti mentre
era qui sulla terra saranno per sempre un riferimento sicuro. Le sue parole
e promesse sono e saranno sempre valide per tutti gli uomini, perché egli è
presso Dio. Le parole che egli ci ha lasciato possono rimanere come faro sicuro,
come guida e criterio per ogni nostro discernimento.
I discepoli rimangono da soli, ma senza sentirsi abbandonati. Gesù promette
di dar loro il suo Spirito, come Elia ha lasciato il mantello ad Eliseo, ed
il suo Spirito li rivestirà di forza e di sapienza per il compito di predicare
"a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati" "nel
suo nome". Prima di ascendere al cielo Gesù si è fatto riconoscere più
volte, in modo da non lasciarli nel dubbio riguardo alla sua risurrezione, e
ha parlato ancora di quel regno cui aveva dedicato molte parabole, regno che
essi avrebbero dovuto servire. Il regno non deve essere oggetto di curiosità,
ma di impegno, di amore, di testimonianza con l'offerta della propria vita.
Il regno di Dio deve raccogliere gli uomini, dopo che si sono purificati dal
peccato, perché ricevano la vita e godano tutta la gioia di cui la vita umana
è capace.
Il non vedere Gesù con i nostri occhi non è uno svantaggio per noi. La lettera
agli Ebrei infatti ci annuncia la grazia che riceviamo dal fatto che Gesù è
nei cieli: egli vi è entrato carico di amore per noi, quindi possiamo accostarci
a Dio con piena fiducia! La sua passione e morte è un sacrificio di valore perenne,
che non deve essere rinnovato. Siccome ci ha amati fino alla fine, egli porta
davanti a Dio pure il suo grande amore per noi! Noi possiamo inoltre vivere
con serenità e speranza anche sulla terra, in questo mondo, perché lo stesso
Gesù ritornerà, e ritornando ci riconoscerà suoi.
Il ritorno di Gesù è l'annuncio dei "due uomini in bianche vesti"
che parlano ai discepoli che, stupefatti, si chiedono quale significato attribuire
all'ascesa di Gesù verso il cielo. Egli tornerà, perciò viviamo fedeli a lui.
In molte parabole egli aveva parlato di un uomo che se ne va lontano, ma ritornerà
a vedere che cosa hanno fatto i suoi servitori: vedrà se sono rimasti suoi servi
o se si sono fatti padroni, se sono rimasti obbedienti ai suoi insegnamenti
o se si sono messi a fare i propri interessi, se hanno continuato ad amarlo
oppure se lo hanno dimenticato. Ecco, ora è il momento di comprendere quelle
parabole: l'uomo che se ne va per molto tempo è proprio lui, Gesù, ma i suoi
resteranno fedeli: egli infatti tornerà, giudicherà, premierà e accoglierà nella
sua gioia quanti lo avranno atteso.
Signore Gesù, tu hai detto "Se mi amaste vi rallegrereste che io vado al Padre": con il canto e con l'amore reciproco vogliamo esprimerti la gioia di poterti contemplare seduto alla destra del Padre! La tua gloria è per noi forza e sicurezza, ci dà coraggio e ci stimola a continuare ad amarti e a servirti vivendo uniti per tuo amore. Ti ringraziamo perché dall'Alto continui ad alitare su di noi il tuo Spirito, e così noi continuiamo ad essere buon profumo della tua presenza invisibile in mezzo a noi! Nessuno ti vede con i propri occhi, ma tutti possono percepire e ricevere il beneficio della tua presenza tramite la nostra obbedienza a te, quell'obbedienza che ci rende pazienti, umili, attenti alle vere necessità dei fratelli che maggiormente soffrono! Adorazione e onore a te, Signore Gesù!