07/03/2004 - Domenica 2ª di Quaresima - Anno C
Prima lettura Genesi 15,5-12.17-18
dal Salmo 26
Seconda lettura Filippesi 3,17 - 4,1
Vangelo Luca 9,28b-36
Gli uccelli rapaci stanno ostacolando il sacrificio preparato da Abramo e disturbano
la stipulazione dell'alleanza di Dio con lui. Abramo li scaccia, mentre Dio,
come fiamma, passa in mezzo agli animali divisi. Il rito per stipulare l'alleanza
consisteva appunto nel passare in mezzo ad animali squartati: in tal modo colui
che avrebbe violato il patto giurava di accettare la loro sorte! Solo Dio però
passa in mezzo impegnandosi per la sua vita, mentre non pretende che lo faccia
Abramo, uomo la cui discendenza è incapace di fedeltà. A questa discendenza,
numerosa come le stelle del cielo, Dio darà la terra, il possesso del paese
che è benedizione e sicurezza! Abramo deve contribuire almeno allontanando quegli
uccelli, che possiamo paragonare alle tentazioni, sempre presenti e sempre prepotenti,
che vorrebbero farci evitare l'incontro con Dio!
Un incontro speciale con Dio lo vuole vivere Gesù. Egli sale sul monte a pregare,
e vi sale prendendo con sé solo tre dei suoi apostoli. La sua preghiera lassù
è particolarmente significativa. Egli si prepara a rivelare ai discepoli il
suo segreto, quello della sua "dipartita", cioè del suo "esodo",
il mistero della sua morte e risurrezione. Dio, con la fiamma del suo amore,
passerà nel mezzo della sua vita, della sua vita sacrificata, stipulando un'alleanza
del tutto gratuita per noi! Una rivelazione così nuova e sorprendente va preparata.
Egli vi si prepara pregando, unendosi al Padre, al suo disegno per la salvezza
degli uomini. Anche i discepoli devono essere preparati a ricevere la rivelazione,
e anch'essi attraverso la preghiera. Vengono assaliti da torpore, oppressi dal
sonno, come Abramo: devono lottare per poter vedere la luce dell'amore di Dio
che sfolgora sul volto di Gesù e ne avvolge le vesti! È proprio Gesù la fiamma
di Dio, e anche la vittima immolata per noi, per tutti gli uomini!
Sul monte avviene l'impegno di Dio: egli manda a testimoni i due grandi amici
cui aveva confidato i suoi progetti, il mite Mosè e il coraggioso Elia, il condottiero
e il profeta, le cui bocche hanno pronunciato le parole sante del suo amore
e della sua predilezione per il popolo impegnandolo alla fedeltà. Oggi essi
parlano con Gesù del suo viaggio attraverso la morte, una morte che sarà il
rito dell'alleanza di Dio: attraverso di lui egli riversa il suo amore sul mondo,
su quel mondo che non è degno di stare alla sua presenza.
Che cosa dovranno fare i discepoli, cosa dovrà fare il mondo? "Ascoltatelo"!
Questa è l'unica fatica dell'uomo che vuole essere salvato. Ascoltare Gesù:
la sua parola dolce e mite, consolante ed esigente, è "la benedizione"
che fa godere il popolo e lo fa camminare verso la terra promessa, quella terra
in cui saremo tutti fratelli, avvolti dalla luce e dalla gloria del nostro Dio
e Padre!
Di questa "terra" ci parla San Paolo nella seconda lettura: è la patria
in cui attendiamo di entrare, una patria in cui regna il nostro Signore! In
essa noi siamo attesi per essere trasfigurati, per essere amati in un modo che
non abbiamo mai sperimentato su questa terra! Dio avrà un'attenzione particolare
per ciascuno di noi, e Gesù ci farà somiglianti a sè! Perciò ora camminiamo
e ci comportiamo come veri discepoli, pronti a portare la croce, decisi a seguire
gli esempi dei santi, degli amici di Gesù!
Non ci vergogniamo del nostro Signore, benché il mondo attorno a noi lo rifiuti
e ne derida l'amore più grande, quello che gli ha fatto portare la croce. Gli
rinnoviamo il nostro grazie per averci accolti nella sua comunità santa, la
Chiesa, attraverso il battesimo. Continuiamo a vivere attenti alla sua presenza,
alla sua Parola, al suo progetto di trasformare la nostra società in una società
d'amore, dove la comunione è la legge principale. Lasceremo perdere gli idoli
che trascinano a dare importanza alle cose: idoli come denaro, piaceri, soddisfazioni
della gola e della vanità, anche quella di salvarci tramite grandi digiuni o
alimenti particolari! San Paolo osserva che coloro che si perdono "hanno
come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti
intenti alle cose della terra". Noi invece teniamo lo sguardo fisso
su Gesù, come ci è già stato insegnato! Caso mai cercheremo chi ce lo insegna
di nuovo, per non perdere occasioni preziose di crescita spirituale, di maturazione
della nostra vita interiore. Vogliamo obbedire alla voce risuonata sul monte:
"Ascoltatelo"!
Durante questa Quaresima cercheremo di imitare Gesù: come egli si è recato sul
monte anche noi troveremo tempi e luoghi adatti per quella preghiera che cerca
e ama la volontà del Padre! E il nostro volto rifletterà la sua luce!