24/06/2007 - Natività di S.Giovanni
Battista
Iª lettura Is 49,1-6 dal Salmo 138 IIª lettura At 13, 22-26 Vangelo
Lc 1, 57-66. 80
Nel percorso della nostra santità corriamo vari rischi e pericoli. Possono essere un pericolo le cose che riteniamo buone e positive: esse possono imporsi al nostro desiderio, tanto da farci dimenticare la Parola di Dio e la sua chiamata, i compiti che egli ci ha affidato, la preminenza assoluta di Gesù su tutti e su tutto. Esse, pur essendo buone, possono così esercitare una sorta di seduzione negativa. Nel cammino della nostra santità, che è il percorso di unione a Gesù, è necessario stare attenti a non mettere nulla davanti a lui, in particolare proprio cose e azioni che ci appaiono belle e buone. Le eresie e le divisioni nella Chiesa sono sorte perché qualche cosa "buona e bella" ha preso il sopravvento su Gesù. Gli esempi sono numerosissimi. Ci può servire ricordarne uno narrato nel vangelo stesso. L'amore ai poveri è certamente una cosa buona e bella, necessaria, raccomandabile e anche santa. Se però l'amore ai poveri prende il sopravvento sull'amore a Gesù, la comunione e l'unità dei discepoli viene rovinata, e si finisce con il tradire Gesù stesso. Gesù, senza sminuire l'importanza dell'amore ai poveri, ha dato precedenza alla propria persona. Egli stesso è la prima necessità dei poveri, loro ricchezza vera e profonda. Le cose belle e buone seducono, attirano l'attenzione e la simpatia, ma se messe al posto di Gesù, portano lontano da lui e impediscono l'edificazione della Chiesa. Se messe al posto di Gesù, le cose belle e buone nascondono qualche nostro difetto o peccato. Giuda si illudeva di amare i poveri. Egli dava invece posto al proprio amore al denaro.
La nascita di Giovanni, detto Battista e Precursore dal compito a lui riservato
e da lui svolto per il suo popolo, è un avvenimento tanto sorprendente da esser
narrato nel vangelo di san Luca con tanti particolari e da essere celebrato
dalla Chiesa con una apposita solennità.
La preghiera della liturgia riassume in una frase il motivo della venuta di
Giovanni: "O Padre, hai mandato san Giovanni Battista a preparare a Cristo
Signore un popolo ben disposto"! Giovanni è stato mandato da Dio con una
missione particolare. La sua vita, con le azioni e le parole, avrebbe dovuto
preparare il popolo ad accogliere il Consacrato di Dio, il Messia. Tutta la
sua vita è perciò orientata a Gesù, come egli stesso ben comprese e come confessò
chiaramente: " Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché
era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua
perché egli fosse fatto conoscere a Israele " (Gv 1). Gesù stesso rese
testimonianza a Giovanni quando rimproverò i capi dicendo: " È venuto Giovanni
e non gli hanno creduto… ". Egli dunque doveva preparare al Cristo un popolo
ben disposto: il cuore dell'uomo e gli ambienti umani devono essere preparati
ad accogliere Gesù, e questa preparazione può essere svolta da uomini di Dio,
uomini ubbidienti tutti dediti a Dio. In fondo la missione di Giovanni è quella
di ogni cristiano. Anch'io con la mia vita fondata su Gesù e con le mie parole
illuminate dalla fede influisco sul mio ambiente e aiuto chi mi sta attorno
a guardare con attenzione e ad accogliere senza sospetti il mio Signore. Celebrare
questa festa quindi è un'occasione per godere della nostra missione nel mondo
e per verificare se la svolgiamo con frutto. Il primo a gioire in questa festa
possiamo dire che è il Padre stesso, come dice San Paolo citando un passo della
Scrittura: " Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore;
egli adempirà tutti i miei voleri ". Quando Dio si vede ubbidito da un
uomo "gode", non solo per quell'ubbidienza, ma soprattutto perché
il suo amore può arrivare a destinazione, può arrivare a salvare gli uomini
che soffrono per il loro peccato. Nella sua missione Giovanni doveva appunto
risvegliare gli uomini a riconoscere i propri peccati e a pentirsene per iniziare
un cammino di conversione a Dio.
Il vangelo si sofferma a descrivere un particolare a prima vista di limitata
importanza: l'assegnazione del nome al bambino nel momento in cui è circonciso,
nel momento cioè in cui è fatto partecipe dell'alleanza stipulata da Dio con
Abramo. Se il bambino fosse soltanto frutto di azioni umane, per quanto ricche
di amore, gli si potrebbe dare un nome che lo associ con i suoi ascendenti.
In tal caso il nome potrebbe essere quello del padre, Zaccaria, "Dio ricorda".
È certamente un nome degno: Dio ricorda le promesse fatte al suo popolo, ma
anche i nostri peccati! Zaccaria è un nome che fa guardare al passato. Dio invece
guarda avanti, vuole che il nostro futuro sia luminoso, bello, nuovo, ricco
della sua presenza. Egli ci dice questo con il nuovo nome del bambino: "
Si chiamerà Giovanni "! Giovanni è un nome che ci rivela il volto di Dio:
"Dio è clemente, Dio è benevolo, Dio è amore"! In tal modo, già col
nome egli ci prepara ad accogliere Gesù, il dono con cui Dio ha tanto amato
il mondo. La presenza di Giovanni e il suo nome sono garanzia che l'amore di
Dio raggiunge. Rendiamo grazie al Padre per Giovanni il Battezzatore. In quasi
tutte le chiese la sua immagine ricorda ai fedeli che anche noi siamo arrivati
a Gesù grazie alla testimonianza e alla parola di qualche persona amante di
Dio, mandata da lui sul nostro cammino. Starò attento ad essere anch'io docile
al Padre: mi può adoperare come precursore di Gesù per qualche fratello!