01/04/2007 - Domenica delle Palme - anno C
(Luca 19,28-40) Iª lettura Is 50,4-7 Salmo 21/22 IIª lettura Fil 2,6-11 Vangelo Lc 22,14 - 23,56
Oggi commemoriamo Gesù che entra solennemente in Gerusalemme come Re messianico,
accompagnato dai discepoli: essi lo acclamano e gli manifestano la loro gioia,
proveniente dalla certezza che egli finalmente darà inizio al regno di Dio.
I rami di ulivo, o di altri alberi, che teniamo in mano, ci aiutano a camminare
come presenti e attivi a quell'acclamazione. Oggi manifestiamo la nostra fede
nel Cristo Signore, mandato dal Padre per farci entrare nel suo Regno. E subito,
già preparati dall'accoglienza gelida, per non dire dal rifiuto, che gli è stato
riservato dai Giudei, ascoltiamo la narrazione della sua passione e morte. Ci
aiutano il profeta Isaia e il salmo 22: così ascoltiamo i vari momenti del processo
e delle torture inflitte a Gesù non come conseguenza di un fallimento, ma come
il compiersi misterioso, per mano di empi, della volontà di salvezza del Padre
per tutta l'umanità.
L'apostolo Paolo ci aiuta a contemplare lo scandalo della morte in croce di
Gesù non come umiliazione, ma come un atto volontario di amore, benché esso
comporti grande umiltà. Essendo un amore perfetto, esso ci manifesta la bellezza
e la grandezza del Dio dell'amore. Da questo passo ha inizio quindi la sua esaltazione,
cui anche noi partecipiamo con il pronunciare il suo nome non solo con rispetto,
ma con adorazione e con il desiderio e la volontà di ascoltarlo e ubbidirgli.
In tal modo i rami di ulivo resteranno nella nostra casa come segno della grandezza
di Gesù, ma anche come richiamo e memoria della nostra volontà di accoglierlo.
Continueremo a proclamarlo Signore con tutta la nostra vita!
La narrazione della passione secondo Luca ha inizio dall'ultima cena, della
quale risaltano e rimangono le parole pronunciate dal Signore sul pane azzimo
e sul calice. Egli rende grazie al Padre per quel pane e per quel vino parlando
di "mio corpo" e "mio sangue". Gesù così rende grazie al
Padre per l'offerta della propria vita attraverso la morte: questa fa sì che
la sua persona diventi nutrimento e sostegno dei credenti, realizzazione di
comunione tra di loro, liberazione dal peggiore dei mali, che è il peccato.
Faremo attenzione a tutti gli insegnamenti di Gesù, al modo con cui viene evidenziata
la sua preghiera e il suo amore a tutti, ladroni compresi, al modo con cui egli
muore senza lasciar posto a risentimenti, a orgoglio, a ostilità. In particolare
però vivremo la nostra partecipazione alla comunione del Corpo di Cristo con
animo più attento e con l'atteggiamento di chi offre se stesso a compiere ogni
giorno i disegni di Dio.
Se riusciamo, programmiamo pure la prossima settimana in modo che sia una Settimana
speciale, in cui ogni giorno ci veda occupati in un momento di riflessione personale
e ogni giorno partecipiamo ad una preghiera o ad una celebrazione comunitaria.
Tutta la Chiesa si santifica unendosi all'amore vissuto da Gesù nella sua passione.
Tutta la Chiesa ne ha bisogno, tutta la Chiesa realizza così il suo essere Corpo
di Cristo, cominciando da me.