25/12/2009 - Natale del Signore
Notte Isaia 9,1-3.5-6 Sal 95/96 Tito 2,11-14 Luca 2,1-14
Aurora Isaia 62,11-12 Sal 96/97 Tito 3,4-7 Luca 2,15-20
Giorno Isaia 52,7-10 Sal 97/98 Ebrei 1,1-6 Giovanni 1,1-18
Il profeta Isaia, nelle letture di tutte e tre le Messe possibili per oggi,
invita alla gioia. Il motivo della gioia è la nascita di un bambino, un bambino
destinato a grandi cose: egli avrà grandi possibilità (grande potere), soprattutto
quella di instaurare una pace senza fine. Porterà il titolo di re, ma il suo
sarà un regno diverso da quelli che conosciamo, perché in esso verrà esercitata
la giustizia. Egli è pure salvatore, perché di salvezza ha bisogno il popolo,
che viene da lui consolato. Di gioia e di salvezza parla anche San Paolo scrivendo
a Tito: venendo nel mondo ad abitare con noi, il Figlio di Dio ci insegna e
ci dà la forza di cambiare i nostri modi di vivere: in tal modo la sua salvezza
diventa concreta e raggiunge anche altri.
La parola "Salvatore" viene usata anche dagli angeli che parlano ai
pastori di pecore, chiamati per primi a godere dell'avvenimento. Che cosa possono
aver capito i pastori? Quale salvezza attendevano? Da quali sofferenze erano
afflitti e da quali ingiustizie erano oppressi? A loro questo titolo di salvatore
è bastato per metterli in movimento di notte: segno che sapevano e desideravano
davvero di essere salvati, e segno che la salvezza l'attendevano ormai soltanto
da Dio. A noi oggi poco importa sapere da che cosa quei pastori dovevano essere
salvati: abbiamo abbastanza situazioni che ci fanno soffrire da desiderare e
attendere anche noi salvezza, e abbiamo sufficienti delusioni da attenderla
anche noi soltanto da Dio.
Ecco, il bambino, Gesù, è il salvatore che serve a noi. L'evangelista Giovanni
ce lo presenta come Parola, come Luce, come Vita e infine come Verità. Di tutto
questo abbiamo bisogno.
Egli è la Parola, il Verbo, ed è di Dio: una Parola cioè che non ci inganna
perché è Parola fatta di amore e proveniente da un cuore che ama, il cuore del
Padre. Tutte le parole che ci riempiono gli orecchi sono parole d'uomo, che
ingannano e deludono. Abbiamo bisogno della Parola che possa diventare nostra
vita, che possa sollevarci e ristorarci.
Egli è la luce, luce che ci permette di orientarci nel labirinto e nell'oscurità
pericolosa di questo mondo, che nasconde insidie, lacci e inganni dappertutto.
Gesù è luce che ti fa vedere le cose come stanno davvero, come sono state pensate
da Dio e come saranno per l'eternità. Egli è la luce che ti permette di gustare
la vita come dono, dono ricevuto e dono da offrire, la vita come riconoscenza
e come riconoscimento: puoi dire grazie perché hai riconosciuto nella tua vita
l'immagine di Dio, la sua presenza, la presenza del suo amore.
Egli è la verità: è lui che ti mostra il vero volto di Dio, e perciò anche il
vero significato di tutto ciò che egli ha creato e di tutto ciò che ti succede.
È lui la verità: non sei tu che inventi ciò che è vero, non è ciò che tu provi
e che tu pensi che rende vero un pensiero e che rende buona una tua azione.
È il Bambino, che adoriamo in questa notte e in questo giorno, la Verità: se
tu vivi senza di lui, sei nella menzogna e diventi menzogna che inganna tutti
quelli che ti avvicinano. Se tu accogli Gesù e vivi con lui, in sintonia con
il suo amore, con i suoi pensieri e con le sue parole, allora tu stesso diventi
verità che fa conoscere il volto nascosto del Padre.
Oggi è un grande Giorno, un giorno che ci cambia dal di dentro, che ci fa grandi
in proporzione a quanto riusciamo a diventare piccoli, tanto da metterci accanto
a quel Bambino che le mani forti di Maria ci mostrano e ci offrono: ella non
è gelosa, ce lo porge con gioia, perché sa che è venuto per noi, per ciascuno
di noi. Diventeremo ciascuno di noi una Parola di Dio, una piccola luce per
orientare qualcuno verso la Verità che ci dona di sentirci un briciolo dell'amore
del Padre, partecipi della sua divinità!