06/01/2010 - EPIFANIA DEL SIGNORE
Iª lettura Is 60,1-6 dal Salmo 71 IIª lettura Ef 3,2-3.5-6 Vangelo Mt 2,1-12
Questo giorno è sempre suggestivo: i grandi cercano un piccolo, un bambino appena
nato! Sembra che non possano far senza di lui, che sia la loro gioia, la loro speranza
e il loro sostegno.
È questo che vediamo osservando i Magi, personaggi illustri che vengono da lontano:
essi possono essere per noi di stimolo o di rimprovero. Venendo da un popolo pagano,
cercano il re dei re, il Figlio di Dio, Gesù. Senza saperlo insegnano agli ebrei,
esperti delle Scritture, che il Signore è in mezzo a loro. Addirittura fanno loro
vedere come lo si deve adorare, cercare, amare. Essi, con il loro lungo viaggio,
testimoniano che Gesù è importante, degno di attenzione e di obbedienza. La loro
figura per noi è un'immagine che fa pensare. Tra noi, nella nostra società, ci sono
persone che, venute da altri paesi lontani, cercano Gesù, desiderano conoscerlo,
vogliono amarlo: da lui ricevono vita e gioia grandissima. Non lo hanno mai conosciuto,
e ora che qualcuno ha parlato loro di lui, sentono che è ciò di cui hanno bisogno
per comprendere il senso della vita propria e di tutta l'umanità.
I magi, senza saperlo, rivelano la missione della Chiesa e quanto tale missione
è preziosa. La missione della Chiesa racchiude vari aspetti: è la stella che indica
la presenza del Re dei re, una presenza da cercare con tutte le forze e tutte le
possibilità; rivela la presenza del Salvatore anche tramite le Scritture sacre;
è come la Madre che sulle sue braccia presenta il Figlio affinché sia contemplato,
adorato e possa ricevere i doni che ogni cuore gli vuole porgere.
La missione della Chiesa nel mondo di oggi, anzi, nel nostro mondo, ha ancora questo
ruolo. Essa, come la stella, indica a tutti la presenza di Gesù, come colui che
ci salva dagli effetti devastanti del peccato e ci permette di gustare in pienezza
la gioia della comunione con gli altri. La Chiesa, come gli scribi di Gerusalemme,
può offrire le sacre Scritture, e le offre a tutti con sapienza, e le offre persino
vissute nella vita dei santi: esse indicano la via a coloro che vogliono avvicinarsi
a Gesù con amore. La Chiesa infine, come Maria, offre Gesù stesso, vivo e operante
nei santi sacramenti. E nella Chiesa, chiunque si senta chiamato a offrire non solo
qualcosa di ricco e profumato, ma persino la propria stessa vita, trova molti aiuti
e molte possibilità.
La missione della Chiesa è l'opera cui tutti i fedeli contribuiscono o dovrebbero
contribuire, grazie ai vari carismi che essi hanno ricevuto dal Signore. In essa
anche i bambini partecipano, spesso inconsapevolmente, ma con frutto. Per questo
oggi la Chiesa rivolge l'attenzione a loro e per loro ha istituito la giornata detta
Giornata Missionaria dei ragazzi. Ragazzi e bambini, amando Gesù con la loro specifica
spontaneità, si aiutano l'un l'altro, e spesso aiutano i loro genitori, a considerarlo
un amico, un fratello, un padre, e a dargli il posto da cui può trasformare la nostra
vita. Ragazzi e bambini vengono oggi resi consapevoli della necessità di guidare
a Gesù tutti i popoli, - e sono molti - che non sono stati ancora raggiunti dal
canto degli angeli di Betlemme, popoli che non godono della speranza di cui godiamo
noi, che non conoscono l'amore per i piccoli, che non conoscono il perdono, che
non sanno cos'è l'amore reciproco senza condizioni. Il profeta Isaia dice questa
realtà con immagini eloquenti: "La tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge
i popoli".
Oggi contempliamo Gesù circondato da occhi meravigliati, stupiti, rassicurati dalla
sua presenza silenziosa. Egli non fa nulla in braccio a sua madre, eppure diffonde
attorno a sè gioia e speranza. Egli c'è. Di questa sua presenza godiamo. Siamo ben
coscienti che la sua presenza non è da tutti ugualmente apprezzata: Erode ha ben
altre intenzioni e inventa stratagemmi per eliminarlo, e con lui tutti quelli che
hanno interessi da difendere. Essi rappresentano qualche angolo del nostro cuore
e quei momenti della nostra vita in cui con caparbietà vogliamo fare di testa nostra
senza più ascoltare la voce che viene dall'alto. Purtroppo quei momenti ci sono,
e non possiamo dire che sono solo gli altri che rifiutano Gesù e, mentendo, affermano
di volerlo adorare. Ci sono certamente persone e gruppi intenzionati ad eliminare
sia Gesù che sua Madre, ma di essi non dobbiamo avere paura come non l'hanno avuta
i Magi. Dobbiamo vigilare invece sul nostro cuore, perché noi stessi non releghiamo
il Signore là dove non può regnare su di noi, non può chiederci nulla nè indicarci
vie diverse da quelle che ci piacciono.
Con libertà e gioia ci poniamo davanti al Bambino e al silenzio di Maria per aprire
i tesori del nostro cuore e consegnare a lui tutto ciò che ci preme: la nostra salute,
il nostro lavoro, la nostra reputazione, il nostro futuro, i nostri crucci e le
nostre piccole gioie. Sarà lui a riempirci della sua pace. Mettiamo davanti a lui
anche il proposito di volerlo incontrare ogni domenica dell'anno, perché egli rimanga
sempre vivo e operante nella nostra storia e possa servirsi di noi per raggiungere
qualcun altro con il suo amore che salva.