26/8  

MR -

A Roma, S. Zefirino, Papa e martire.

I Ss. Ireneo e Abbondio, martiri nella persecuzione di Valeriano.

A Ventimiglia, in Liguria, S. Secondo martire, capitano della legione dei Tebèi.

A Bergamo, S. Alessandro. Faceva parte della medesima legione; confessando con costanza il nome del Signore Gesù Cristo, fu decapitato.

A Pistoia, in Toscana, S. Felice, prete e confessore.

A Capua, S. Rufino, vescovo e confessore.

Presso i Marsi, i Ss. Simplicio e i suoi figli Costanzo e Vittoriano, martiri sotto Antonino.

A Cordova, in Spagna, S. Raimondo Nonnato, cardinale e confessore, dell'Ordine della Beata Maria della Mercede per la redenzione degli schiavi.

Nella diocesi di Poitiers, S. Giovanna Elisabetta Bichier des Ages, vergine, fondatrice, con S. Andrea Fournet, delle Figlie della Croce. Nata nel 1773, morì nel 1838.

Ad Aytona, in Spagna, S. Teresa di Gesù Jornét e Ibars, fondatrice delle Piccole Suore degli Anziani Abbandonati. Nata nel 1843, morì nel 1897.

A Nicomedia, S. Adriano, martire sotto Licinio.

A Betlemme, la b. Myriam Baouardy di Gesù Crocifisso. Nata ad Iblin, in Galilea, nel 1846, la sua vita fu costellata di eventi soprannaturali. Dopo molte prove, fu accolta fra le Carmelitane in Francia. Morì nel 1878 nel Carmelo di Betlemme, costruito in base alle indicazioni che Dio le aveva rivelato.

Venerato patrono di Lecce, s. Oronzo è affiancato dai santi Giusto e Fortunato e insieme vengono commemorati il 26 agosto. Le prime notizie che riguardano questi santi sono tratte da un’antica pergamena del secolo XII, oggi scomparsa.
Giusto, discepolo di s. Paolo, era in viaggio verso Roma, quando una forte burrasca del mare fece naufragare la nave sulle coste della Penisola Salentina; qui incontrò due cittadini di Lecce, Oronzo e Fortunato, zio e nipote e li convertì al cristianesimo. Secondo la tradizione lo stesso s. Paolo, nominò Oronzo primo vescovo della città, qui le notizie diventano più lacunose, i tre santi si misero a predicare il Vangelo e convertire i pagani idolatri e andati nella città di Lecce, arditamente fecero a pezzi la statua di Giove che stava nel suo bellissimo tempio, allo stesso modo dopo pochi giorni ruppero a pezzi la statua di Marte posta fuori la città.
Non è certo se è per questi episodi o altro, che Oronzo fu martirizzato con l’ascia, durante la persecuzione di Nerone, stessa sorte toccò a Fortunato che gli era succeduto nella carica di vescovo, ed a Giusto.
Il culto per questi martiri è antichissimo sia a Lecce che nell’Italia Meridionale; solo nel 1658 la festa li vede accomunati tutti e tre, in precedenza il culto era singolo per ognuno, i Martirologi Romano e Geronimiano nominano vari Fortunato e Giusto ma con grande incertezza se sono gli stessi venerati a Lecce.
S. Oronzo o Oronzio invece ha avuto un culto più ampio e la devozione dei fedeli si è molto diffusa specie in Puglia e Basilicata ( a Potenza è chiamato Aronzo), i leccesi gli danno merito di aver preservato la città dal contagio della peste del 1656 che imperversava in Napoli e in tutto il vicereame.
E’ oggetto di molte opere d’arte tipiche del barocco leccese, compreso delle guglie, sempre raffigurato con abiti vescovili, il pastorale e ai piedi i resti degli idoli da lui infranti.

27/8  

CCU -

A Ostia, S. Monica, madre di S. Agostino (m). Nata a Tagaste (Algeria), verso il 331, con l'assidua fiduciosa preghiera e lacrime d'implorazione ottenne la trasformazione spirituale del figlio Agostino. Morì nel 387.

MR -

A Potenza, i Ss. Aronzio, Onorato, Fortunato e Sabiniano, martiri, figli dei Santi Bonifacio e Tecla, sotto Massimiano.

A Bergamo, S. Narno, battezzato da S. Barnaba e da lui ordinato primo vescovo di quella città.

A Capua, S. Rufo, vescovo e martire. Di famiglia patrizia, fu battezzato con tutta la sua famiglia da S. Apollinare, discepolo di S. Pietro.

Ancora a Capua, i Ss. martiri Rufo e Carpòforo, sotto Diocleziano.

A Lentìni, in Sicilia, S. Eulalìa, vergine, uccisa con la spada dal fratello Sermiliano perché cristiana.

S. Antùsa la giovane, sommersa in un pozzo per la fede di Cristo Gesù.

A Pavia, S. Giovanni vescovo.

A S. Severino, nel Piceno, S. Margherita vedova.

Presso Viterbo, S. Domenico della Madre di Dio, passionista, nato nel 1792 e morto nel 1849.

Ad Arles, in Francia, S. Cesario vescovo.

Ad Autun, S. Siagrio, vescovo e confessore.

A Lerìda, nella Spagna Terragonese, S. Licerio vescovo.

A Tomi, nel Ponto, i martiri Marcellino tribuno, Mannèa sua moglie, e Giovanni, Serapione e Pietro loro figli.

Nella Tebaide, S. Pèmene anacoreta.

MG -

A Gerusalemme, S. Prailio, vescovo.

 

28/8  

CCU -

A Ippona, in Africa, S. Agostino vescovo e dottore della Chiesa (m). Nacque a Tagaste, nel 354. Decisivo nella sua vita, oltre l'influsso della madre, fu l'incontro con il vescovo Ambrogio dal quale ricevette il Battesimo. E' autore di una regola monastica che influenzò tutte le successive regole dell'Occidente cristiano. I suoi scritti restano un monumento di straordinaria sapienza e lo qualificano come il maggiore tra i Padri e Dottori della Chiesa latina. Morì nel 430.

MR -

A Roma, S. Ermete, ucciso con la spada.

A Venosa, nelle Puglie, i Ss. Settimino, Gennaro e Felice, figli dei Ss. Bonifacio e Tecla, decapitati sotto Massimiano.

A Salerno, i martiri Fortunato, Caio e Antes, sotto Diocleziano.

A Brionde, in Alvernia, S. Giuliano. Servendo Cristo di nascosto in abito militare, nella persecuzione di Diocleziano fu preso dai soldati e ucciso.

A Costanza, S. Pelagio martire, al tempo di Numeriano.

A Saintes, in Francia, S. Viviano, vescovo e confessore.

A Barcellona, S. Gioacchina De Vedruña, fondatrice delle Carmelitane della Carità. Nata nel 1783, morì nel 1854.

A Costantinopoli, S. Alessandro vescovo.

S. Mosè Etiope, che da famoso ladrone divenuto anacoreta, convertì molti ladroni e li condusse al monastero.

MG -

A Gerusalemme, S. Ezechìa re di Giuda.

SCG -

In California, il b. Iunipero Serra, francescano spagnolo, evangelizzatore del Messico e della California, apostolo e padre degli Indios. Nacque nel 1713 e morì 1784.

In Etiopia, il b. Michele Ghébré, nato nel 1791 e morto nel 1855: fu il primo monaco abissino convertito e ordinato sacerdote da S. Giustino de Jacobis.

 

29/8  

CCU -

Martirio di S. Giovanni Battista (m). Giovanni sigilla la sua missione di precursore con il martirio. Erode Antipa, imprigionatolo nella fortezza di Macheronte, ad oriente del Mar Morto, lo fece decapitare.

MR -

A Roma, S. Sabina, martire sotto Adriano, e S. Candida, vergine e martire.

A Veliniano, sui confini delle Puglie, i Ss. Vitale, Satore e Repòsito, figli dei Ss. Bonifacio e Tecla, uccisi sotto Massimiano.

A Perugia, S. Eutimio romano, che si rifugiò in questa città con la moglie e il figlio, fuggendo la persecuzione di Diocleziano.

A Metz, in Francia, S. Adèlfo, vescovo e confessore.

Nel contado di Troyes, S. Sabina vergine.

In Inghilterra, S. Sebbo re.

In Bretagna , la b. Giovanna Jugan, fondatrice delle Piccole Suore dei Poveri. Nata nel 1792, morì nel 1879.

A Sirmiche, S. Basilla vergine.

Ad Antiochia, i martiri Nicèa e Paolo.

A Costantinopoli, i Ss. Ipazio, vescovo, e Andrea prete, sotto Leone Isaurico.

 

30/8  

MR -

A Roma, S. Felice prete. Sotto Diocleziano, mentre veniva condotto per esser decapitato, incontrò un cristiano che, confessando spontaneamente la sua fede, fu subito decapitato con lui. I cristiani, poi, ignorando il suo nome, lo chiamarono Adàucto, perché si unì a S. Felice per la corona.

Ancora a Roma, S. Gaudenzia, vergine e martire con altre tre e S. Pammàchio prete.

A Trevi, in Lazio, S. Pietro confessore.

A Bologna, S. Bononio di Lucedio, abate. Morì nel 1026.

A Fossano (Cuneo), il b. Giovanni Giovenale Ancina, discepolo di S. Filippo Neri, vescovo. Nato nel 1545 morì nel 1604.

A Salonicco, S. Fantino, confessore, che soffrì molto da parte dei Saraceni.

Nel territorio di Meaux, S. Fiàcrio confessore.

A Colonia Suffetulana, in Africa, sessanta martiri.

Ad Adrumeto, in Africa, i Ss. Bonifacio e Tecla, genitori di dodici figli martiri.

MG -

A Cipro, S. Eulalio vescovo di Lalìthos.

 

31/8  

CCU -

S. Abbondio, vescovo di Como, legato apostolico del papa Leone Magno al Concilio di Costantinopoli, ove ottenne la condanna delle dottrine di Nestorio ed Eutiche. Morì nel 468.

MR -

A Trasàcco, sul lago Fùcino, i Ss. Cesìdio prete e Compagni, martiri nella persecuzione di Massimìno.

I martiri Robustiano e Marco.

A Nusco, S. Amato vescovo.

Ad Auxerre, S. Ottato, vescovo e confessore.

In Inghilterra, S. Aidàno, vescovo di Lindisfarne. S. Cutberto, allora pastore di pecore, vedendo salire la sua anima al cielo, abbandonò il gregge e si fece monaco.

Ad Atene, S. Aristide. Uomo di grande fede e dottrina, presentò all’imperatore Adriano le ragioni della nostra fede e dimostrò che solo Gesù Cristo è Dio.

A Treviri, S. Paolino vescovo, che fu esiliato in Frigia dagli ariani.

A Cesarea, in Cappadocia, i Ss. Teòdoto, Rufina, genitori di S. Mamante martire, nato in prigione, ed Ammia.

MG -

A Gaza, sette vergini martiri.

A Gerusalemme, Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo.