Testimonianza di una giovane studentessa di 18 anni: Priscilla.

riferita da dom Mariano Manzana, Vescovo di Mossorò (Brasile)

18.02.08

 

Nel settembre del 2007, nonostante l'incertezza legata alla prima maternità, ha la conferma dei suoi dubbi: è rimasta gravida del suo fidanzato, proprio quando le si apre la possibilità di iniziare l'università, lontano da casa, avendo superato gli esami in due diversi concorsi. Un marasma di scelte, novità e difficoltà: come raccontare ai genitori la gravidanza insperata? Che gioia, loro capiscono al volo!
Più tardi pero, comincia a temere qualche problema per la sua creatura. "Non so come, ma io sentivo che c'era qualcosa che non andava bene" dice mentre tenta ricordare il passato. Nella visita al ginecologo la giovane mamma chiede una risonanza per verificare le sue sensazioni. Dal dubbio alla certezza: Priscilla sta generando una creatura con una sindrome molto rara e per sorpresa della famiglia la cosa è ancora più seria: il feto presenta un coagulo enorme dalla testa ai piedi. Nel silenzio del freddo consultorio la giovane madre sente dal medico: "La sua creatura non vivrà, la scelta migliore è l'aborto, questo evita maggiori sofferenze per tutti". Respirando a fondo risponde: "No, non voglio abortire, andrò avanti con la gravidanza finché Dio vuole. Lui è il Signore della vita, non mi sento di appoggiare la guancia sul cuscino sapendo di aver ucciso la mia creatura". "Sentivo già di amare la mia bambina nonostante tutto" ricorda con le lacrime sul viso.

Il fidanzato, quando viene a conoscenza del problema l'abbandona; sola, bisognosa di aiuto entra in chiesa, cerca un sacerdote: "Priscilla, Dio non dà un figlio speciale a qualsiasi mamma. Se hai un figlio speciale è perché tu sei ancora più speciale. Dio non sceglie i più capacitati, ma capacita quanti sceglie". Il tempo passa, gli esami si moltiplicano, i consigli sempre più perché la giovane madre desista di lottare per la figlia. Ma nulla diminuisce il suo attaccamento per la vita della sua piccola Maria Clara. Una vera Via Crucis. "Se dovrà morire non sarà una decisione mia, ma solo di Dio" ripete con convinzione a sè e agli altri. Al quinto mese sente che la piccola non si muove più. Nuova risonanza e una chirurgia di urgenza. Chiede di poter vedere almeno il viso: "come è bella: un angelo del cielo". "In nessun momento, nonostante la sofferenza, ho pensato di abortire, perché credo in un Dio che è vita". "Ho conosciuto in internet una ragazza che voleva abortire. L'ho convinta a desistere e ora accompagno la crescita della piccola Isabella". Sono parole che fanno riflettere. Penso sempre più che Pasqua è la vittoria della vita sulla morte. Buona Pasqua.

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