Gesù
e l'ascesi
Io
non sono capace di digiunare, né di vegliare, né di far l'elemosina e nemmeno
di pregare. Se guardo a me stesso
l'unica cosa che potrei fare sarebbe... stare zitto.
Non
so se il mio desiderio di iniziare un dialogo su questi aspetti della vita
cristiana sia puro e libero. So che
vorrebbe essere un atto d'amore per Gesù: Egli ha vissuto queste realtà, le ha
rese luminose e ha dato loro il significato e il contenuto più vero e santo:
l'amore.
Per
amore di Gesù ne parlo, perché Egli risplenda anche in questo aspetto della
sua vita, aspetto che con facilità dimentichiamo, complici lo spirito di
comodità, lo spirito della mente, l'appoggio del mondo e la nostra volontà
indebolita dal benessere.
Gesù
non si è presentato come un grande asceta, come uno di quelli che hanno
rinnegato se stessi cercando pratiche eccezionali di rinuncia.
Qualcuno
che se l'aspettava da Lui, gli ha persino rimproverato di non farlo.
E' stato tacciato d'essere mangione e beone, di non digiunare nei giorni
di digiuno!
Eppure,
se osserviamo bene la sua vita la troviamo ricca di ascesi, di quella che non si
fa notare, vissuta nel cuore, portata nel segreto, frutto e sostegno di amore.
Trascorse
una vita nell'indifferenza di Nazareth, circondato da parenti di corte vedute,
senza dialoghi spirituali con loro; passò quaranta giorni nel deserto, nascosto
a tutti.
Negli
anni di vita pubblica mangiava quel che trovava, dipendeva dalla bontà di
alcune donne, era senza sicurezze, sopportava senza lamentarsi le durezze dei
discepoli ed il persistente atteggiamento egocentrico di Giuda in particolare.
Rinunciava a momenti di sonno: questo sembra essere stato l'unico moto
ascetico del Signore volontariamente scelto, mentre gli altri sono tutte
situazioni in cui s'è trovato senza averle cercate: le ha volute, come atti di
sottomissione al Padre, che manifestava così i passaggi della Sua Volontà!
Ma
anche la rinuncia al sonno era piuttosto un cercare tempo di preghiera, dedicare
al Padre le primizie delle forze spirituali e corporali, vivere l'amore più
profondo e più puro del suo cuore. Non
era certamente un cedere al desiderio di perfezionare se stesso!
Il
cristiano e l'ascesi
Gesù
è l'unico modello per il cristiano; Egli è modello per il nostro camminare da
cristiani nel mondo, camminare che richiede passi nell'ascesi, altrimenti
rimaniamo semplicemente nel mondo, succubi delle sue leggi e risucchiati dalle
sue mode, senza portare alla luce nulla della gloria e santità di Dio.
Ogni
cristiano in qualche misura è un asceta, uno che domina se stesso, che non
lascia libero corso a tutti i desideri della carne e della psiche.
Il dominio di sé è una delle manifestazioni del frutto dello Spirito
Santo che il cristiano riceve da Dio (Gal 5,22).
Dove
c'è Spirito Santo c'è dominio di sé, dominio del corpo, della sensualità,
della gola, della lingua, degli occhi, dell'affettività, della volontà!
Un
cristiano vero, che porti in sé lo Spirito di Dio, dev’essere accompagnato e
aiutato in un cammino ascetico costante, cammino di liberazione dalle
costrizioni dei propri sensi e delle proprie spontaneità.
Il
cristiano è destinato a dar gloria a Dio con la sua vita, a portar cioè alla
luce gli aspetti meravigliosi e preziosi della vita di Dio, del suo amore e
della sua sapienza. Gli sarà
possibile se saprà dominare «quella parte di sé che appartiene alla terra»,
(Coi 3, 5) se saprà incanalare secondo le leggi dello Spirito le proprie facoltà,
che si trovano sotto il domino del peccato, continuamente disorientate
dall'egocentrismo.
L'ascesi
e l'amore
La
vita di Dio è tutta amore! e la vita di Dio in noi è ancora tutta amore, amore
puro, libero da egoismi d'ogni sorta.
Il
cuore dell'uomo è già capace di amare, è vero.
Grazie a Dio è così! Ma
l'amore del nostro cuore ha bisogno di purificazione, perché l'egoismo entrato
già con Adamo nella situazione umana e coltivato da tutti i suoi figli, sia
personalmente che socialmente, fa capolino in ogni cuore e in ogni età!
Noi amiamo, ma il nostro amore è impuro, mescolato con molti movimenti
di amor proprio, manifesti o nascosti a noi stessi. Perché il nostro amore
possa contenere e manifestare la purezza dell'amore del nostro Dio e Padre ha
bisogno di... lunga e continua purificazione.
Il
nostro amore è limitato e spesso deviato da desideri dell'anima e del corpo: di
un'anima che cerca gratificazioni e primati, di un corpo che pretende piaceri e
comodità.
La
purificazione dell'amore è possibile, ma costa. Essa costa fatica, sofferenze, umiliazioni.
Gesù
ci vuoi portare al Padre, cioè a vivere l'amore perfetto ricevendo la
perfezione dell'Amore; Egli ci assicura che per poterlo seguire in questo
viaggio è necessario dimenticare se stessi, rinnegare se stessi!
E'
un rinnegare se stessi che comincia coi considerare indifferenti i legami
affettivi di parentela e d'amicizia! e continua nell'abbandono delle sicurezze
materiali; e prosegue nel rinunciare ai propri desideri di realizzazione, di
autodeterminazione, di comodità.
Gesù
stesso non pone un limite a questo rinnegamento di sé.
I santi hanno oltrepassato tutti i limiti che i miei ragionamenti cercano
di innalzare. Ma i miei
ragionamenti sono... interessati!
Chi
cerca la gloria di Dio non cerca i limiti, cerca l'infinito! anche nel
rinnegamento di sé.
Rinnegare
se stessi
Rinnegare
se stessi non è un valore in sé: Gesù non è un tipo che propone masochismo.
Rinnegare se stessi è solo una condizione di autodominio realizzata
dall'amore per amare. E' un atto
d'amore come l'atto d'amore di una madre che rinuncia alla coperta perché il
figlio non abbia a soffrire il freddo.
Persino
l'ambizione dell'atleta è motivo di rinnegamento di sé, tanto più l'amore
vero può essere occasione di sofferenza.
Viviamo
il rinnegare noi stessi come amore a Gesù, perché Egli possa aver spazio
libero e sovrano nella nostra anima e nel nostro spirito, e anche il nostro
corpo offra servizio alla sua Presenza. Chi ama la Presenza di Gesù sa quanto
essa sia importante per tutto il mondo: Egli è l'unico che salva.
Chi
rinnega se stesso per lasciar risplendere in sé le parole e la presenza di Gesù
sta amando tutto il mondo.
L'amore
può anche costare! Quale amore non
costa?
Gesù
è degno dell'amore più puro e più prezioso.
Per Lui si può quindi soffrire.
Egli
stesso, è scritto nella lettera agli Ebrei, «pur essendo Figlio, imparò
tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di
salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono» (5, 7).
Gesù,
per portare a compimento nel suo essere uomo l'amore filiale al Padre, ha
affrontato sofferenze atroci: la sua vittoria continua a fruttificare per noi!
C'è
un rinnegamento di noi stessi offertoci dalle occasioni normali della vita.
Ce n'è uno presentatoci dalle incomprensioni degli uomini.
Ce n'è un altro che noi stessi dobbiamo cercare.
Nell'uno
e nell'altro caso è completo e risplende solo se vissuto come martirio: come
testimonianza a Gesù, come testimonianza che Gesù è il Salvatore, che Lui è
la gioia e la pace e la ricchezza del cuore.
Un martirio che è amore.
Martirio