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1.
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Carissimo,
mi sono deciso a scriverti, anche se non sono sicuro di
trovare le parole giuste per dirti quello che penso...
Alla mia età non ci sono più molti sogni, ma alla tua
essi ci sono, e come! Essi sono una ricchezza da
decifrare, comprendere, scoprire lentamente. Ai tuoi
sogni se n'è aggiunto da poco uno diverso dagli altri,
uno che è già in piazza (non sei capace infatti di
nasconderlo): esso è diverso dagli altri sogni perché
senti che è più grande di te, come se non dipendesse da
te, eppure ti dà tanta gioia: è quello di trovare una
ragazza!
Come sarà questo "angelo"?
La tua mente vaga, spesso prima di prendere sonno, dal
colore dei suoi capelli alla sua voce, dal suo modo di
vestire a quello di guardarti. Con questi pensieri i tuoi
occhi si chiudono, nella speranza che il momento
dell'incontro sia una realtà, vicina o lontana, ma
comunque vera. Questo sogno lo giri e rigiri: un giorno
sogni il colore dei suoi capelli, un altro giorno la
foggia del suo vestito, poi il tono della voce, qualche
volta la sogni piena di cultura, in altra occasione
capace di cucinare, quando hai mal di denti te la sogni
infermiera.
Dopo il sogno, la domanda: c'è davvero una ragazza per
me? Troverò la mia? Ed ella si accorgerà di me?
Ed ecco che il sogno diventa azione: ti vesti e ti
impiastricci in modo che ti veda, fai rumore con la tua
moto perché ti senta, inventi scherzi e barzellette
perché rida e dal sorriso tu la possa riconoscere.
Guardando le esperienze dei tuoi amici ti
chiedi: ci sarà davvero una ragazza per me? Anche lei mi
starà aspettando o cercando?
Provi a vestirti elegante come un manichino, provi,
quando sei in gruppo, a rombare con la tua moto, o a
raccontare barzellette per "smascherare" quella
che ride non per le battute, ma perché prova interesse
per te!
Provi anche in discoteca... chissà che non abbia avuto
anche lei la stessa idea: cercare, instancabilmente, in
ogni luogo, anche in quelli più chiassosi e movimentati,
dove la voce del cuore è sopraffatta da musiche
violente, che tuttavia non riescono a farti dimenticare
ciò che vai cercando.
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È lei? Si è accorta di
te? Oh sogno raggiunto!
Sei diverso, più grande, meno solo: hai la ragazza.
Ma quell'unico primo pensiero ne suscita molti: Penserà
ella come me? Le piaceranno le stesse cose che piacciono
a me? Sarà contenta di stare con me come io lo sono di
stare con lei? Saprò riempire la sua vita?
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Gioia vera con nuovi
timori: lei pensa in modo diverso da te... non capisce
tutti i tuoi interessi... a volte ha dei gusti che
proprio non condividi.
Ma il sogno continua, e la gioia della compagnia viene
coltivata, e allora ecco una rinuncia alla partita a
calcio che non avresti abbandonato per nessuna ragione al
mondo, ecco il rifiuto di andare a mangiare una pizza coi
tuoi "vecchi" amici, come tante altre volte...
Ecco anche altre esperienze: conoscere i suoi amici e le
sue amiche, il suo "giro", imparare a conoscere
la sua famiglia, dopo averla immaginata attraverso le sue
parole e le sue contestazioni, i suoi fratelli o sorelle
con la loro vita particolare, diversa dalla tua.
Ma bisogna proprio fare tutto questo? Che complicazione!
Sarebbe così semplice ignorare tutto e restare solo con
lei!
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I tuoi si sono accorti che
sei diverso, ti fanno domande. Vorresti rispondere con
tutta la gioia che hai in corpo, ma ti trattiene il
pensiero che potrebbero non capirti, forse addirittura
deriderti, e allora stai sul generale, imbavagliando il
tuo cuore e le tue labbra.
Un giorno... compare una parola già sentita, ma che
stavolta riguarda proprio te: "matrimonio",
cioè vivere insieme a lei per sempre, in una casa... con
dei mobili... uno, due, tre lettini da bambini. E gli
invitati? Il pranzo? Le foto, il viaggio in un paese
lontano e meraviglioso... Un figlio... le notti
insonni... le sue esigenze...
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Un sogno tira l'altro,
come tanti anelli di una catena, della catena della vita:
tu, a che punto sei di questa catena?
Pensa che ti ripensa, non sapevo mai come cominciare.
Finalmente mi decido, anche se ancora non so trovare le
parole giuste che vorrei.
Ti scrivo una lettera per dirti che ciò che sogni è
già in piazza!
Un vecchio ha passato l'epoca dei sogni, gliene rimangono
ancora pochi. Tu sei giovane e sogni, hai molti sogni da
decifrare, molti sogni che ti tengono realmente occupato.
Hai cominciato da poco a sognare un sogno nuovo: quello
di trovare una ragazza! Questo sogno lo giri e rigiri: un
giorno sogni il colore dei suoi capelli, un altro giorno
la foggia del suo vestito, poi il tono della voce,
qualche volta la sogni piena di cultura, in altra
occasione capace di cucinare, quando hai mal di denti te
la sogni infermiera.
Dopo il sogno, la domanda: ce n'è davvero una per me?
Troverò proprio la mia? Si accorgerà di me?
Ed ecco che il sogno diventa azione: ti vesti e ti
impiastricci in modo che ti veda, fai rumore col tuo
motore perché ti senta, inventi scherzi e barzellette
perché rida e dal sorriso tu la possa riconoscere.
Se tutto si rivela inutile vai in discoteca, perché di
certo anche lei è là e certamente anche lei si muove e
cerca di far passar la noia, finché non si accorge di
te!
Si è accorta di te? Oh! Sogno terminato. Comincia la
realtà. Ora sei diverso, ora hai la ragazza. Ora non sei
più solo.
Cosa fai? Stai ancora sognando? Si, sogni i suoi
pensieri. Penserà come me? Le piaceranno le cose che
piacciono a me? È contenta di star con me come io di
star con lei?
Gioia vera con nuovi timori. La faccenda si fa seria. Non
tutti i suoi pensieri sono come i tuoi. Non tutto quel
che piace a te piace pure a lei. Non tutto ciò che lei
desidera lo gusti anche tu.
Per continuare la gioia della compagnia devi rinunciare
al piacere di un gioco, di un'uscita con i vecchi amici,
di una cena. Per continuare la gioia del sogno che
diventa realtà devi accettare di fare ciò che non hai
mai fatto, incontrare nuovi amici, i suoi, far i conti
con le lune di sua madre, e di suo padre, anche se non lo
conosci ancora, passar del tempo con suo fratello, che
s'interessa solo di motori.
Come si complica la vita!
E poi ancora, quando tu puoi lei non può uscire: ha il
corso.
E infine tua madre s'accorge di qualcosa e te lo dice.
Non sei riuscito a tener nascosto il segreto. Cominciano
nuovi interrogatori, nuovi conflitti in casa. Sei ancor
più controllato.
T'arrendi? No!
Tua madre pensa al matrimonio. Tu nemmeno per sogno!
Però un giorno... questa illazione indebita diventa
possibilità.
E se ci sposassimo? Domanda che entra prepotente nella
mente e nel cuore. Nuovi problemi. Vedere davvero se...
pensare a una casa... e ai gusti diversi per i mobili e
il colore delle sedie..., pensare a risparmiare per...,
decidere di rinunciare a certe libertà..., informarsi
sul pranzo di quel giorno eventuale, affrontare l'albo
comunale, presentarsi insieme davanti ad un prete,
cercare fiori vestiti e fotografi e agenzie per viaggi di
nozze... Forse avete già pensato pure ai bambini? Un
lettino, due lettini, tre lettini... e qualche conferenza
per scegliere il latte in polvere giusto, e qualche altra
per saper distinguere i loro mal di pancia dai loro
capricci, le vere malattie da quelle psicosomatiche, ...
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Un sogno tira l'altro, e
non è mai finita.
Tu, a che punto sei di questa catena?
Adesso provo a ragionare con te sui sogni che sono così
reali, così veri, da farti talora gioire, talora
soffrire!
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2.
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Carissimo,
ti scrivo nella festa di S.Giuseppe. Egli è colui cui
Dio ha parlato attraverso vari sogni! E a proposito dei
tuoi sogni (diversi certamente dai suoi!) voglio
anzitutto dirti come la pensa un prete (come me). Te lo
immagini già? Io penso che tu sei amato da Dio. Lo
sapevi certamente. Ma io penso e so che quest'amore di
Dio per te è bello, grande, profondo, e si manifesta
poco a poco perché tu lo possa gustare tutto. Non te lo
dico perché sei mio nipote, come un complimento, ma
perché è vero!
I tuoi sogni sono un dono di Dio Padre, che ti ama, e che
vuole che tu cresca e diventi un uomo maturo,
raggiungendo la pienezza della vita umana. Egli ha
riempito i tuoi sogni di amore. Egli è tuo Padre, e
vuole che anche tu diventi come Lui, «padre», capace di
amare, di dare la vita per amore, di vivere amando e di
lasciarti amare come Lui si lascia amare...
Per questo tu hai desideri di incontrare, di condividere
le tue ricchezze interiori e di godere di quelle degli
altri. Dentro di te sta prendendo forma l'amore.
A questo contribuiscono i sogni, il desiderio di una
ragazza che ti ascolti, le prospettive di una vita
vissuta sempre insieme e di una vita comune dalla quale
"nascano" nuove vite! A questo contribuisce
pure il desiderio sessuale, che spinge ad un incontro
più duraturo ed esclusivo.
Dentro di te sta sviluppandosi l'amore, che è il segno
che tu sei figlio di Dio!
Hai mai sentito dire che noi siamo chiamati ad amare? Che
l'amore - con una parola presa dal latino - è la nostra
"vocazione"? Anche tu hai ricevuto la
"vocazione" ad amare!
Che cosa significa poi questa parola "amare"?
La usiamo in molti modi diversi: amare i poveri, amare i
peccatori, amare i figli, amare lo sposo e la sposa,
amare Dio; e tu dici pure ora di amare la ragazza e lei
insiste nel dichiararti che ama te, anche quando a te non
sembra. Quante differenze tra questi vari amori! E che
non ho citato altre frasi usuali: amare il lavoro, amare
il divertimento, amare lo sport, amare la musica, amare
la montagna, amare il denaro...
In queste ultime espressioni capisci che la parola amare
può contenere e cercare di nascondere egoismo! Questo
può mescolarsi, se non addirittura sostituirsi,
all'amore anche nelle prime espressioni annotate. Non è
difficile incontrare persone che, credendo di amare i
poveri, cercano gratificazioni, desiderano far qualcosa
per essere ringraziati o ammirati! Perfino i figli
possono venire amati perché soddisfino a certi programmi
dei genitori. Pure nell'amore tra lo sposo e la sposa
può nascondersi un bel po' di egoismo. Diviene difficile
parlare di amore, quando invece c'è pretesa o gelosia;
eppure si continua a usare questa parola.
Se un ragazzo come te - non tu naturalmente - non sa
amare, quando sente attrattiva per la ragazza, sia essa
un'attrattiva psicologica o affettiva o sessuale, la
definisce ugualmente amore. E si illude di amare e di
saper amare.
Poveri noi! L'egoismo non è amore, nemmeno se mascherato
di sogni e di desideri.
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3.
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Carissimo,
mi hai fatto sapere che le mie lettere ti fanno piacere,
e che sto azzeccando un po' i tuoi pensieri. Allora
continuo. Sei pronto?
L'egoismo non è amore. Tu sei invitato da Dio, che te ne
dà pure la grazia, ad amare. Dio stesso mette l'amore
nel tuo cuore, se lo lasci fare. Te lo riversa dentro
come si versa l'acqua nel vaso di fiori per tenerli in
vita. Conviene lasciarlo fare, anzi, chiederglielo.
Come faccio a sapere se ciò che ho nel cuore è l'amore
che mi ha dato Dio, amore vero quindi, oppure se è
surrogato, se è qualcosa che io chiamo amore e invece è
qualcos'altro?
Devi confrontare i tuoi sentimenti con l'amore di Dio. Se
combaciano è buon segno. Altrimenti bisogna cominciare a
svuotare il cuore!
Dove conoscere l'amore di Dio, di quel Dio che è Padre?
È possibile? Sì, è proprio possibile. Guarda Gesù, e
vedrai l'amore di Dio senza ingannarti.
Guarda Gesù, da quando s'è lasciato avvicinare dai
pastori e dai magi fino a quando ha risposto alla
richiesta di un condannato a morte. Guarda a Lui e vedrai
com'è fatto l'amore che Dio ha messo o vuole mettere in
te. Non limitarti poi a guardarlo, ma ascoltalo pure.
Imparerai che l'amore vero è smettere di pensare a se
stessi, è vincere il male col bene, è perdonare, è
impegnare il proprio tempo e i propri risparmi come ha
fatto il buon Samaritano, è accogliere bambini mocciosi
e gente rifiutata dagli altri, è stare in ascolto dei
desideri di chi non sa o non può parlare e di chi non
vede, è prevenire il bisogno di chi non cammina, è star
seduto a tavola con gente simpatica come i poveri e
antipatica come i ricchi.
Continua a guardare Gesù e ad ascoltarlo. Vedrai l'amore
di Dio e potrai poi consolarti se trovi che questo stesso
amore vive in te.
Ma se in te trovi... che pensi ancora a te stesso, che
pretendi, che critichi e giudichi, che non sai
comprendere nè perdonare, che non t'interessa se gli
altri soffrono per qualche tua parola o per qualche tuo
gesto o per le tue abitudini, che non ti dispiace se
qualcuno soffre attorno a te, che non cerchi mai di
alleviare la solitudine di qualche anziano, che non pensi
che a divertirti sia il sabato che la domenica, che non
vuoi spendere tempo per conoscere l'amore di Dio, allora
non dirmi che hai la vocazione al matrimonio!
Anche se hai la ragazza, anche se la tua ragazza è bella
e brava, tu non sei autorizzato a farla soffrire nel
matrimonio. Se in te ci sono i vari sintomi dell'egoismo,
caro mio, datti da fare per cambiare, altrimenti devo
concludere, anche se sei mio nipote, che non sei pronto
per un passo così serio!
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4.
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Carissimo,
è la festa di Pentecoste, la giornata che celebra - per
noi cristiani - la venuta dello Spirito di Dio in noi, la
venuta dell'amore divino nella nostra esperienza umana. E
prepararti al matrimonio, se vuoi che esso ti dia gioia e
pace, richiede appunto esercitarti nell'amare. Esercita
quell'amore che Dio ti ha messo nel cuore: adoperalo, non
lasciarlo arrugginire.
Ama i poveri, cercali per amarli. Ama i peccatori,
cercali per perdonarli. Perdona le offese che ti pare di
ricevere, impegna tempo e spendi denaro per coloro che
non vivono senza l'aiuto di altri, cerca di far fatica
pure - come la fai per frequentare un corso di nuoto o di
danza - per istruire la tua mente e la tua fede. Ne sarai
di certo capace, perché la Pentecoste è venuta anche
per te: anche nel tuo cuore è stato riversato l'amore di
Dio.
Se ti limiti ad amare la ragazza va a finire che non la
ami. Se ti limiti ad amare la ragazza va a finire che
cerchi solo di dar sfogo ad alcuni sentimenti, che cerchi
che lei soddisfi ai tuoi desideri, ai vuoti del tuo cuore
e poi anche alle pulsioni che vengono dal corpo. In breve
tempo, se il tuo amore non lo confronti con quello di Dio
e non lo eserciti come ho detto, con la ragazza cercherai
solo quello che ti piace e ti piacerà quello che farà
male a te e a lei. Cercherai di fare ciò che la
obbligherà a sentirsi legata a te in modo da non poterti
più lasciare. Diventerai suo dominatore. Cercherai pure
l'esperienza sessuale, e questa fine a se stessa, cioè
con tutte le precauzioni perché non nasca un bambino. Un
bambino ti costringerebbe ad amare, a far fatica per
amare, a soffrire per amare: e tu non ne saresti
abituato, non ne saresti capace. Cercherai perciò
soltanto il piacere. La tua ragazza diventerebbe
strumento del tuo egoismo. Non conta niente che tu dica
che invece ami. Non è vero!
Se cerchi solo la tua soddisfazione la tua ragazza stessa
'sente' che non la ami, anche se non saprebbe dirtelo,
anche se non volesse dirtelo per paura di rimanere sola,
avendola ormai toccata nel più profondo del suo essere:
là dove nasce la vita! Troverà il coraggio di dirtelo
tra quindici o vent'anni. Allora ti dirà che quando tu
credevi di amarla lei si sentiva sfruttata. Ti dirà che
avvertiva il tuo egoismo, ma non conoscendo nemmeno lei
l'amore, non poteva fare confronti e credeva che quello
fosse l'amore giusto. Te lo dirà, e forse ti lascerà.
Tu non l'hai abituata a dominarsi per amare! Se il tuo
amore è saper fare all'amore, come si dice, non sei
ancora capace di vivere la vocazione al matrimonio.
Questo è altra cosa, ben più impegnativa.
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5.
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Carissimo,
oggi devo pensare a S.Giovanni Battista, perché ne
ricordiamo la morte violenta. La sua morte, inflittagli a
causa dei disordini matrimoniali del suo re, mi fa
pensare alla bellezza del matrimonio, quale Dio lo ha
pensato.
Quello che ho in mente di esprimerti ora credo sia un po'
impegnativo. Ma ho notato che tu mi segui nel mio modo di
dirti le cose: la tua telefonata mi ha fatto piacere e mi
dà l'occasione di scriverti queste cose, che alla
cornetta non riesco ad esprimere.
Dio invita ogni uomo ad amare e gliene dà la capacità e
l'occasione. Quando una persona si è esercitata in
questo amore, ecco che allora Dio chiama al matrimonio.
La parola matrimonio e simili non dispiace a Dio. Anzi,
è una delle parole che egli usa di più per farci capire
che ci ama e che vuole un legame d'amore stabile con noi.
E ancora egli usa questo termine per dirci che Lui non ha
altri cui pensare se non noi, come lo sposo pensa alla
sposa che ama; con questo paragone ci vuol far
comprendere che Egli tutto quel che fa nel mondo lo vuol
fare insieme con noi, come un vero sposo fa tutto in
accordo con la sposa che ama. Dio si fa chiamare
"sposo mio" dal suo popolo e chiama il popolo:
sposa, fidanzata, mio amore!
E quando Dio si fa uomo, ecco che proprio il rude
Giovanni Battista dice di se stesso d'essere
"l'amico dello sposo", colui cioè che presenta
la sposa allo sposo il giorno delle nozze! Giovanni ha
presentato il popolo purificato nel suo battesimo a Gesù
e ha presentato Gesù sia al popolo che ai propri
discepoli, che divennero suoi.
E ancora Gesù stesso difende dalle accuse dei farisei i
propri apostoli che non praticano i soliti digiuni,
dicendo: "Non possono digiunare gli invitati a nozze
mentre lo sposo è con loro!"
Egli si dava il titolo di sposo. Sposo di chi? Chi amava
Lui fino al dono della propria vita? Chi amava Lui tanto
da prendersi a carico il peso di tutta la sua esistenza?
Lo si è visto: Egli ha amato tutti, peccatori e non,
poveri e ricchi, ebrei e romani, religiosi e pagani, e in
modo più intimo i suoi dodici. Persino nella sua morte
ritorna questo titolo, in questo modo: il suo sepolcro
nuovo e le sue bende sono state profumate coi profumi che
si usavano per il vestito dello sposo e per la stanza
dove questi doveva incontrare la sposa!
Gesù ha celebrato le sue nozze con l'umanità quando ci
ha amato fino a dare la vita! Quello è il momento del
suo amore più pieno, quello è il sigillo del
"matrimonio" di Dio!
A Dio non dispiace dunque la parola matrimonio: anzi,
Egli stesso le dà il significato più pieno e più vero!
E desidera che qualcuno - i suoi figli - realizzi un
matrimonio dove questo significato possa esser messo in
luce e visto da tutti, dove l'amore che si offre fino
alla fine, fino alla morte, possa raggiungere molti ed
entrare nella storia degli uomini.
Dio cerca ragazzi e ragazze che si sposino sapendo di
vivere in modo che l'amore di Gesù per i suoi discepoli
e quello dei suoi discepoli per Lui diventi visibile e
concreto, venga fuori dalla carta dei libri su cui è
scritto per entrare nella loro intimità.
Dio propone il matrimonio, ma non un matrimonio
qualsiasi, bensì un matrimonio che sia sacramento!
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6.
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Carissimo,
le parole conclusive della mia ultima ti hanno lasciato
perplesso, perché ho usato una parola che non ti è
familiare. Mi immagino il punto interrogativo nei tuoi
occhi: non sai cosa significa la parola
"sacramento". Questo termine indica che una
realtà visibile viene adoperata dal Dio invisibile per
farci gustare qualcosa della sua Presenza; Dio ci
trasmette la sua "grazia", il suo amore grande,
divino, attraverso qualcosa di visibile, mediante un
gesto o una parola di qualcuno che ci raggiunge in
maniera concreta. Ti faccio un esempio: Dio adopera la
parola e il gesto della mano del sacerdote per donarti il
suo perdono, quando ne sei pentito e glielo chiedi. Tu
incontri così il Padre, che è nei cieli, qui sulla
terra e ricevi il suo amore misericordioso che ti rinnova
e ti dà gioia!
Dio Padre cerca giovani con cui accordarsi per farli
strumento della sua Presenza sulla terra, segno concreto
del suo amore eterno. Ti pare di capire?
Questo vuol dire che tu con la tua ragazza potete tener
conto pure di Dio. Il vostro amore - quando è davvero
amore - lo potete offrire a Lui perché diventi suo e Lui
lo possa adoperare per mostrare al mondo come Lui è
capace di amare.
Tu e la tua ragazza dovete - se siete d'accordo, se vi
preme collaborare con Dio - abituare il vostro amore ad
assumere le caratteristiche di quello di Dio! E poi
mettervi d'accordo ancora di consegnarlo a Lui perché
l'adoperi come vuole. Il vostro eventuale matrimonio
riceve così una specie di consacrazione.
Sei battezzato, vero? Sei già consacrato a Dio! Tutto
quello che fai è sacro quindi e riflette la tua
consacrazione. Anche il tuo amore.
Vuoi rispondere al desiderio di Dio? Accetti che il tuo
matrimonio sia Sacramento? Sono certo che vuoi dirmi di
sì. E da come ti conosco ritengo che tu possa e voglia
farlo.
Allora comincia coll'accettare le dimensioni dell'amore
divino: esso è fedele, è creatore, è perenne!
Puoi cominciare a pregare per questo. L'amore è un modo
di vivere e non lo si riceve una volta per sempre. Esso
è un dono che viene comunicato come l'acqua dalla
sorgente, o dal rubinetto: ti bagna le mani fin tanto che
le tieni sotto. Tu sai amare la tua ragazza fin che
rimani unito a Dio, e la tua ragazza ti ama, allo stesso
modo, fin che rimane unita a Lui. Per questo non solo tu
preghi con fedeltà, ma ritieni già da ora tuo compito
aiutare lei a pregare. Non è solo tuo compito: è già
un momento grande, il più intenso, del tuo amore per
lei. Tu la ami molto quando l'aiuti a star vicina a Dio
per ascoltarlo, per ringraziarlo, per obbedirgli, per
confrontarsi con la sua Parola. Naturalmente, se anche
lei aiuta te in questo, accetta, e gioisci!
Ti aiuto anch'io con la mia povera preghiera. Ora mi
trovo vicino ad un santuario della Madonna per predicare
un corso di esercizi spirituali: nel pomeriggio andrò
nella cappella silenziosa sotto la grande chiesa e
pregherò per voi.
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7.
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Carissimo,
sono rimasto sorpreso della tua risposta laconica in
cartolina: non sei capace di pregare? Non puoi quindi
aiutare la tua ragazza a farlo? Non è vero. Tu sei
capace di ascoltare. Il primo passo della preghiera è
l'ascolto, che è il motorino di avviamento dell'amore.
Quando tu dimostri di amare la tua ragazza? Quando
l'ascolti, quando le sue parole diventano importanti per
te, quando quelle parole ti vengono in mente nel prendere
decisioni e nel far delle scelte.
E così è anche il tuo amore per Dio. Tu lo ami - e
perciò sei "nella preghiera" - quando ascolti
la voce di Dio, quando cioè le sue parole diventano
importanti e cominciano ad orientare le tue scelte.
Che la preghiera vera poi sia amore è abbastanza facile
da capire. Siccome Dio è amore tu lo puoi incontrare
solo sulla strada dell'amore. Quando con amore lo ascolti
sei già avviato nella preghiera, capace di pregare.
Non aspettare a dare quest'amore alla tua ragazza.
Rimarrebbe come un vuoto tra voi due, uno spazio in cui
ti senti insicuro. Aiutala a pregare, ad ascoltare la
parola del Signore: sta tranquillo, non è tempo perso.
Anzi, crescerete tutt'e due, e crescerà pure e
s'approfondirà il vostro amore.
Forse sei abituato a sentir dire che pregare è inutile,
tempo perso. L'hai già detto anche tu a qualcuno?
Io ti dico che ciò può esser vero. È vero cioè nel
caso che la preghiera sia come quella dei pagani, ai
quali non interessa sapere chi è Dio, qual è il suo
volto. Per essi la preghiera è solo un voler
approfittare della potenza e delle capacità di un Essere
superiore per chiedergli d'intervenire a loro vantaggio
nelle loro incapacità: questa forma di preghiera sì è
inutile, e forse dannosa!
Questa immagine di Dio infatti mi farebbe continuare a
guardare alle mie cose per vedere quel che mi manca, ed
Egli sarebbe quindi (nella mia considerazione) un buon
servitore del mio egocentrismo, se non persino del mio
egoismo. Lui padrone di tutto, per dare a me quel che io
voglio. Questa è la preghiera di coloro che a forza di
pregare diventano peggio degli altri.
Non insegnare questa preghiera alla tua ragazza!
Quando invece la preghiera è ascolto, cioè quando in
essa tu dici a Dio: "Parla, dimmi quali sono i tuoi
segreti, fammeli conoscere perché io ti voglio aiutare!
Parla, perché le tue parole mi sono preziose! Quello che
tu dici è bello! Io faccio quello che tu desideri,
perché sei mio Padre, eccomi!", allora non c'è il
pericolo che tu diventi peggiore di prima, anzi!
Diventerai più bello, di quella bellezza interiore che
piace anche alla tua ragazza! Diventerai più docile e
più disponibile, più attento e più generoso, più
profondo nell'osservare la realtà della vita!
E anche lei, se prega così, diventerà più bella,
meravigliosa! Non è questo che vuoi?
Abbiamo appena cominciato il tempo di Avvento, tempo che
per la Chiesa è prezioso per prepararsi alle "cose
ultime", cioè alla venuta del Signore nella gloria.
Prendete questa occasione per esercitarvi ad ascoltarlo,
ad amarlo, per essere pronti a riconoscerlo e a riceverlo
quando arriverà!
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8.
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Carissimo,
forse l'occasione delle festività natalizie ti ha
aiutato ad aprire il cuore e a scrivermi così a lungo,
come non hai mai fatto finora. Grazie! Mi poni, tra il
resto, la domanda: "Come fare a proporre la
preghiera alla mia ragazza? Mi vergogno!"
Ti dico che probabilmente lei questa domanda se
l'aspetta. Diglielo semplicemente. Dille che
desidereresti farlo, ma che ti vergogni. Ella stessa ti
aiuterà... Poi incominciate come siete capaci. Potreste
anche venire a trovarmi, o, meglio, andare insieme da
qualcuno che cominci con voi.
Non aver paura nè pudore a farti aiutare. Non c'è nulla
di male nel chiedere aiuto e consiglio nel periodo della
tua maturazione e della posa in opera delle fondamenta di
una costruzione così importante. Chiedete a qualcuno che
prega, che preghi con voi o che vi dica come fare.
Per intanto comincia così, se anche lei è d'accordo:
prendete in mano il Vangelo e cominciate a leggerne ad
alta voce una pagina per ciascuno. Concludete recitando
insieme un Padre nostro e un'Ave Maria.
Più avanti, dopo aver letto, ditevi l'un l'altro quel
che vi ha maggiormente colpito, o dato gioia, o
impressionato.
Più avanti ancora, prima di recitare il Padre nostro,
formulate con le vostre parole qualche frase di
ringraziamento rivolta a Gesù o al Padre.
Se occorre, non dimenticatevi di chiedervi perdono e di
chiedere perdono a Dio di eventuali mancanze di rispetto
reciproche o di atti d'egoismo che avete avuto, o di
disobbedienza ai suggerimenti del Signore.
Più avanti andrete insieme là dove altri pregano per
pregare insieme e imparare ancora.
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Intanto sarà cresciuta di
molto la vostra amicizia, che sarà divenuta addirittura
spirituale! Se vi aiuterete così a incontrare con amore
il Dio vivente, dal quale viene il vostro amore
reciproco, e che vi elegge a vivere come 'Sacramento' del
suo amore, allora scoprirete che vi amate davvero.
Vi preparate in questo modo ad essere una piccola Chiesa,
un luogo di presenza e benedizione di Dio.
Non tralasciare poi la tua abitudine a pregare anche da
solo, nel segreto del tuo cuore e della tua camera!
Dimenticavo: io vado troppo avanti con i pensieri... voi
siete ancora giovani, alla ricerca di sapere se davvero
è Dio che vuole il vostro matrimonio, alla ricerca di
scoprire se vi amate davvero o se questa vostra amicizia
non sia solo un'infatuazione del momento! E poi dovete
ancora attendere, perché si devono finire gli studi,
bisogna risparmiare qualcosa - anzi, un bel po' - per
poter incominciare a metter su casa!
E ci sono ancora varie prove da superare, quelle dei
primi conflitti, quelle dei gusti diversi, quelle delle
attese dei genitori, quelle - non indifferenti - delle
tentazioni che il diavolo non vi risparmierà: egli non
è molto contento infatti che sulla faccia della terra
compaia una nuova 'piccola Chiesa'!
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9.
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Carissimo,
mentre sento fuori sulla strada la baldoria dell'ultimo
di carnevale, - e forse anche tu oggi sei in qualche
luogo speciale - voglio continuare il mio dialogo con te.
Prevedo che durante la Quaresima mi sarebbe difficile
trovare tempo per questo. Ti parlo delle tentazioni, ora:
la prima Domenica di Quaresima ci presenta Gesù tentato
dal diavolo. Non è male che noi ci fermiamo a
considerare le nostre prove.
Quali sono le tentazioni che possono turbarti o rovinare
il vostro cammino o porre dentro il vostro amore delle
mine antiuomo che potrebbero - da un momento all'altro -
ferire o distruggere?
Non so quali tentazioni tu hai o avrai. Se quelle che
elenco ora non sono tue, non cercarle! Una tentazione che
il diavolo cercherà di insinuare è proprio quella di
sottovalutare la proposta della preghiera che ti ho
fatto, o di rimandarla a dopo, dopo il matrimonio, quando
ci saranno i bambini, come se la preghiera fosse cosa da
bambini! Poveretti, come impareranno a pregare se tu, se
voi, non lo fate? È troppo presto pensare ai bambini?
Non credo sia troppo presto. Puoi già pensare a loro, ed
essi - anche se ancora lontani - ti possono già aiutare
molto ad essere responsabile di ciò che fai, e quindi
anche a pregare.
È probabile che i bimbi arrivino, conseguenza del vostro
amore. Un amore, il vostro, che vi attrae fisicamente. Un
amore che vi porta a toccarvi, a stringervi l'uno
all'altro come se voleste essere uno solo, a baciarvi. Un
amore che vi dà gioia e anche piacere al corpo. E questo
vi porta, direte naturalmente, all'unione sessuale. Ed è
qui che arriva un'altra tentazione del vostro nemico. Una
tentazione che fa da capofila ad una serie interminabile
di altre. Vi sembrerà che il rapporto sessuale sia
necessario per dirvi che vi volete bene. La tentazione vi
fa pensare così. Essa però non vi dice che è
tentazione, che non è voce di Dio, che non è vero amore
questo per voi, ora. Vi piace, o vi piacerebbe? Ciò che
piace può esser veleno se preso al momento sbagliato.
L'unione sessuale è riservata per manifestare
un'appartenenza reciproca piena; è un grande modo per
dire: io sono tuo per sempre, tu sei mia, noi siamo
creatori di una nuova vita umana!
Ma voi non vi appartenete ancora del tutto.
Tu hai paura a prenderti un impegno per tutta la vita,
non hai ancora pensato a caricarti del peso di lei per
sempre!
Quell'atto che sembra d'amore diventa in effetti una
bugia, lo fareste diventare menzogna: non esprime ciò
che dovrebbe esprimere.
E così il primo atto menzognero rischierebbe di rovinare
anche tutti quelli che seguiranno, anche quando vi
sposerete. Ogni volta vi ricorderete che quello è il
gesto con cui vi siete ingannati l'un l'altro.
Tentazione terribile, far passare per bene ciò che
distorce il senso dei momenti più sacri!
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10.
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Carissimo,
grazie della tua telefonata. Mi solleciti a continuare a
scriverti. Prima della Settimana Santa - ne approfitto
per ricordarti che è un grande dono celebrarla con amore
e assiduità - voglio obbedirti, e continuo la
conversazione riprendendo dall'ultima frase della lettera
precedente: ce l'hai ancora sottomano? Ti ho detto che la
tentazione dell'unione sessuale prima del matrimonio fa
da capofila, da primo anello di una lunga catena di altre
tentazioni.
Stammi a sentire. Se per caso cedi, devi subito pensare a
difenderti. Devi difenderti dall'eventuale possibilità
di un bambino, che ancora non vuoi avere come figlio,
perché non sei preparato ad averlo! E così subito, il
corpo, che hai cercato, della ragazza, ti diventa nemico.
Tu cominci ad avere paura di conseguenze. Conseguenze ci
sono: prima di tutto il legame psicologico che si crea in
una tale circostanza. È un legame che fa sentire
costretti coloro che ne sono compromessi. Potrebbe
diventare strumento di ricatto, e allora entrano in te
nuove paure: cercherai di nascondertele, ma esse ci sono
e... poco o tanto appariranno in altri modi nella tua
vita!
Il bambino non verrà? Vi siete premuniti? Questo
premunirsi non manifesta paura l'uno dell'altro, e
falsità nell'amore quindi?
Il bambino viene? Che cosa fai? Che cosa fa lei? Che cosa
fanno i tuoi genitori? E i suoi? Aborto? Dare la vita per
toglierla? Farsi padroni di ciò di cui non si è
padroni? Un padre, una madre, assassini?
Sposarsi in tutta fretta perché il bambino abbia una
famiglia normale? Sposarsi in tutta fretta, senza
serenità, è una base troppo fragile per il lungo futuro
che vi aspetta.
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Ho usato la parola
tentazione. È un termine in disuso.
Ormai siamo abituati al linguaggio più moderno, portato
dalle cosiddette filosofie orientali. Queste danno
l'impressione che tutto ciò che avviene nel cuore
dell'uomo sia un bene, un qualcosa che ti realizza, da
sviluppare perché viene da energie o da capacità sopite
che si risvegliano... Storie! Le filosofie orientali
ignorano la presenza di Dio e del suo Amore e, se parlano
di un Dio, lo fanno tacere, lo dicono muto e sordo, non
Persona che ti parla, e ti risponde se lo interroghi.
Tu difenditi, mi raccomando, se non vuoi prender lucciole
per lanterne!
Tu sai che Dio è Padre, un papà che sa parlare ai suoi
figli e li sa e li vuole ascoltare. Tu sai perciò che
tutto ciò che ti farebbe voltargli le spalle è
tentazione: viene da chi ti vuol male, da chi ti vorrebbe
distruggere.
Tu vuoi la gioia vera e piena anche della tua ragazza:
non costringerla a disubbidire a Dio, non esser tu di
tentazione a lei.
Ora Dio dice appunto che c'è un tempo per ogni cosa e
che il tempo per il rapporto sessuale viene quando Lui
benedice il vostro reciproco sì perenne!
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11.
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Carissimo,
mi hai detto che sei andato a confessarti, e anche lei. E
che vi siete chiesti perdono l'un l'altro per esservi
fatti tentazione, per aver ognuno di voi due attirato
l'altro nella disobbedienza a Dio. E che vi siete
perdonati. E che vi siete ripromessi di rispettarvi in
modo da non aver più rapporti sessuali prima del giorno
della benedizione.
Ti devo confessare però che mi ha dato tanta tristezza e
mi è dispiaciuto molto sapere che non mi hai ascoltato:
ti sei privato di una grande grazia e di una gioia
profonda. Avete però fatto bene ad andare a chiedere
perdono, avete fatto molto bene. Ciò vuol dire che non
avete cercato di giustificarvi nè dicendo che vi pareva
di far bene, nè adducendo la frase fatta "così fan
tutti". Presso Dio le nostre giustificazioni suonano
orgoglio. Presso di Lui l'umile trova perdono e
misericordia. E anche redenzione: le conseguenze del
vostro peccato, dal momento che lo avete riconosciuto e
presentato con umiltà al ministro della Chiesa, e che vi
è stato perdonato da Dio, non saranno più così
rovinose nè per la vostra fede nè per il vostro amore.
Vi esorto però a non adagiarvi. La tentazione
ritornerà. Forse più forte. Preparati e preparatevi.
Come?
Preghiera da soli e insieme, e frequenza ai Sacramenti
santi. La confessione ti diventi abituale, abbastanza
frequente: non devi averne paura, perché essa è un
incontro vivo con Gesù che porta il peso dei tuoi
peccati. E poi la S.Comunione al Corpo di Cristo: è il
nutrimento celeste per la vita terrena! Vale più di quel
che capisci, e devi riceverlo molte volte con vero amore
prima di capirlo davvero!
La tua esistenza, già immersa nel sacramento del
Battesimo, deve immergersi anche negli altri Sacramenti
dell'amore di Dio, se vuoi che la vita con la tua futura
sposa diventi davvero un sacramento nel quale voi stessi
e i vostri figli e i vostri amici si immergano per
trovare l'amore del Padre e del Figlio e la consolazione
dello Spirito Santo! Così porrete le basi di una vita
interiore e di una fortezza che vi aiuterà a rimanere
fedeli l'uno all'altro anche in futuro, anche dopo la
celebrazione del Matrimonio.
Ci saranno anche dopo tentazioni. Tu vedrai donne e
signorine belle e attraenti, buone e amichevoli. Se sarai
interiormente saldo sulla Parola del Signore, con la sua
forza, rimarrai fedele alla tua sposa. Altrimenti, se sei
in balìa dei tuoi sentimenti, cadrai, distruggerai la
tua famiglia e creerai nuove sofferenze, persino ai tuoi
figli, che non vorresti mai veder soffrire.
La fedeltà, la tua fedeltà a quella che sarà tua
moglie, è sacramento della fedeltà di Dio. Egli è
fedele per sempre, egli non abbandona coloro cui ha
promesso amore. La tua fedeltà o è sua o è...
inconsistente!
Anche la tua ragazza può avere tentazioni. Se la sua
fedeltà è fondata in Dio, puoi star tranquillo,
altrimenti diverrai geloso fino a dubitare delle parole e
dei gesti più innocenti.
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12.
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Carissimo,
mi hai scritto di intoppi. Qualcosa protrae la data del
vostro sì. Ci sono di mezzo malattie dei genitori? O
difficoltà economiche? O la bocciatura della tua...
dottoressa? Non me l'hai specificato, lo devo immaginare.
Comunque sia, qualche ritardo non fa male: è occasione
per amarsi di più, per approfondire l'amore affinché
diventi provato, capace di pazientare.
Certo non farete come quel tale di cui mi hai parlato un
giorno: fidanzato da ventiquattro anni! E ancora è
indeciso! Non si può! Ci si può sposare anche in
situazioni non ideali, precarie. Bisogna sapersi pure
fidare della Provvidenza di Dio: se si scopre che il
matrimonio è la propria vocazione, si devono fare i
passi necessari per viverla! Altrimenti è senz'altro
meglio lasciarsi. L'amore cannibale non è amore. Se lei
vuole stare con lui solo perché le fa comodo avere
qualcuno con cui uscire, o lui è contento di averla
accanto quando va al cinema, ma l'uno o l'altro dei due
non sa o non vuole impegnarsi, nè a lasciare i genitori,
nè la casa, nè il lavoro o il paese, possono lasciarsi!
È segno che non si amano; si "vogliono"
soltanto.
Mi hai anche aggiornato del tuo amico che ha deciso di
convivere. Non giudichiamo nessuno, ma possiamo dire con
chiarezza che quella è una situazione precaria e,
perché no?, menzognera. Dicono di amarsi, ma non si
impegnano di fronte a nessuno. Dicono che così sono più
liberi... di lasciarsi, nel caso che... È vero, sono
più liberi di lasciarsi. Ma quale amore può esser
fondato in questa prospettiva? Si costringono a vivere
sulle spine, sempre attenti a non urtarsi (non per amore,
per paura!): vedo continuo clima di sfiducia tra di loro.
E i figli? Non ne vogliono? Un amore che esclude i figli
diventa puro egoismo.
Almeno si impegnino l'uno per l'altra dichiarandolo
davanti al sindaco. Si donino questo minimo di garanzia
sociale.
Se non sono credenti, se non ritengono la Chiesa loro
patria e loro Madre, non possono fare altro. Ma quello
almeno devono farlo.
Sono cristiani? Allora questa decisione è una grave
offesa al Signore, alla loro fede e alla Chiesa:
dichiarano inutile per la loro vita il Sacramento
istituito dal Signore, e dichiarano inutile la Comunione
dei santi! Vivono un aspetto così importante, un aspetto
che coinvolge tutta la vita, senza tener conto della
volontà di Dio e rifiutando la sua grazia. Privandosi
del Sacramento del matrimonio si privano della
possibilità di godere dell'aspetto sacramentale della
vita della Chiesa; non potranno accostarsi nè al perdono
nè alla Comunione sacramentali, così necessari per la
vita cristiana!
Tra quattro giorni festeggerai il tuo compleanno, e con
esso ti ricorderai del tuo santo Battesimo. Mi ricordo il
momento in cui i tuoi genitori mi hanno chiamato per
quella bella celebrazione. Eri come tutti i bambini: i
tuoi vedevano somiglianze, chi alla mamma, chi al papà,
mentre io cercavo di vedere la tua somiglianza al Figlio,
al Figlio di Dio! Da quando ho pronunciato quelle parole
famose in obbedienza a Gesù, "Io ti battezzo nel
Nome...", da allora sei stato diverso. I miei occhi
ti hanno visto diverso. Il sacramento del Battesimo ti ha
fatto davvero "ri"nascere. Da allora la tua
vita è diventata "sacramentale", segno della
bellezza dell'amore del Padre. Il tuo matrimonio sarà il
completarsi di quella bellezza, il continuare la vita
nella fede del Dio vivente!
Ringrazio il Signore che mi dà occasione di dirtelo, e
così partecipo alla gioia della tua festa: ringraziando
il Padre per la tua vita!
|
13.
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Carissimo,
è passata da poco la festa della patrona d'Italia,
S.Caterina da Siena! Lo sai che era la ventiseiesima
figlia di sua madre Monna Lapa? Se questa donna avesse
avuto paura dei figli, l'Italia sarebbe senza patrona! Mi
è venuta alla mente in seguito all'ultima nostra
chiacchierata, quando mi hai parlato dei tuoi figli, che
nasceranno, se Dio vorrà!
Ripensando a quel colloquio ho notato che tenevi presente
la possibilità di un numero prefissato di figli, come
fosse pacifico che ne avrai uno o due! Non l'hai detto,
ma lo sottintendevi. È vero? E mi ricordo che - sempre
per sottintesi - stavi pensando a una lunga attesa prima
di avere il primo figlio e poi di un'altra prima del
secondo. E così diventi un bravo pianificatore della
storia dei bambini, di quelli che vuoi amare, tanto che
essi dovranno dire: "I miei genitori hanno fatto
molti calcoli economici e ambientalistici prima di
volermi, prima di amarmi. Non sono frutto del loro amore,
ma del loro calcolo. Più di me amavano la casa e i
mobili e il loro lavoro. Io sono qui forse non
gradito." Oppure: "Sono frutto di interesse,
frutto di una serie di egoismi...!"
So che non vuoi arrivare fin qui, so che vuoi solo amare.
Comincia subito ad amare i bambini e ad amare i tuoi
figli. Comincia a sognarli. Sognali insieme a lei. A
proposito, sei contento che sia lei la mamma dei tuoi
bambini? Diglielo! E lei è contenta che sia tu il papà
dei suoi figli? Chiediglielo.
Quanti ne avrete? Non decidete nulla adesso. Cominciate a
vederli come creature di Dio e suoi figli! Amateli come
amati dal Padre e da Gesù! Non guardate alle mode: nè a
quelle moderne nè a quelle antiche. Quelle antiche ne
esigevano uno all'anno, quelle moderne uno in tutto. Voi
guardate al Padre e avrete amore e gioia per accoglierne
anche tre, quattro, cinque, ... e avrete amore per
attendere tra l'uno e l'altro in modo da poter badare a
tutti con egual disponibilità e letizia.
Preparatevi al loro arrivo con gioia: essi stessi vi
ringiovaniranno e vi daranno maggior forza e coraggio.
Preparatevi pure a saper attendere tra l'uno e l'altro
con amore, con sacrificio: cioè senza
"pillole" e senza sistemi che introducano
qualcosa di artificiale e di consumistico nel vostro
amore. Preparatevi a conoscere la fisiologia normale e
specifica della vostra sessualità, per poterla gestire
sempre come strumento e dono d'amore. C'è qualche coppia
di sposi preparata che vi può aiutare.
Hai già detto a Dio che lo ringrazi di poterti - forse -
presto chiamare padre come Lui?
E se vi preparate pure al battesimo dei vostri marmocchi,
non sarà certo tempo perduto!
|
14.
|
Carissimo,
tua madre mi ha riferito che ti vede frequentare
volentieri il corso che la Parrocchia ha indetto per la
preparazione al matrimonio. Sono contento! Sono sicuro
che riceverai molte sollecitazioni a riflettere, a
comprendere, a sviluppare e conoscere vari aspetti della
vita matrimoniale, sia dal punto di vista psicologico che
morale e spirituale. Quanto ti ho detto o scritto io è
molto limitato. Ci sono molte altre cose che ti possono
arricchire.
Frequenta il Corso con attenzione. Partecipa agli
eventuali dibattiti. Parla, anche rischiando di dire cose
incomplete o imperfette: è l'occasione per approfondire.
Anche dicessi cose sbagliate, è l'occasione per
correggerle. Esprimiti, così aiuti gli altri che
frequentano con te ed essi aiuteranno te. E se nei vari
temi che vengono proposti senti che sorgono problemi da
approfondire, chiedi che si prolunghi il Corso stesso!
Anche su argomenti che riguardano la fede! Lo sai già
che sei ignorante in questo campo, perché da quando hai
ricevuto il Sacramento della Cresima non hai più avuto
modo di istruirti e rinvigorire la tua conoscenza di Dio
e dei suoi grandi misteri. Approfittane. Chissà quanto
dovresti attendere prima di avere una nuova occasione
simile!
Questa è poi un'occasione ideale per discorrere con la
tua ragazza di cose di cui mai avete parlato e su cui è
necessario che vi confrontiate.
Ti consiglio pure di pregare per coloro che guidano le
istruzioni e le conversazioni, perché siano illuminati
all'Alto e voi veniate preparati davvero a celebrare il
Sacramento che avvolgerà la vostra vita fino alla morte!
Prega anche per le altre coppie di giovani che
partecipano al corso con voi. Chissà che in futuro, per
l'amicizia che in questi incontri potrà nascere, non
abbiate il coraggio di formare un gruppo che continui a
radunarsi, semplicemente, per condividere gioie,
speranze, difficoltà, per cercare insieme risposte a
problemi, per aiutarvi a maturare come sposi e come
genitori in quell'amore di Dio di cui sarete
"Sacramento"?
Mi dimenticavo: anch'io prego per il vostro Corso. Esso
non è solo un corso, ma un'esperienza di Chiesa, un dono
e un segno d'amore di Colui che apprezza e vuole benedire
il tuo amore per la tua prossima sposa!
|
15.
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Carissimo,
ho ricevuto il tuo annuncio di matrimonio: non ancora il
biglietto ufficiale, poiché mi pare ci sia ancora
qualche mese di tempo. Ti ringrazio di avermi fatto
partecipe così in anticipo. E ringrazia anche lei.
Mi hai pure inviato bruttacopia della lettera che
consegnerai presto al Parroco per chiedere ufficialmente
alla Chiesa la celebrazione del Sacramento. Grazie anche
di questo gesto di fiducia e di confidenza. Ti dico
subito che mi è piaciuta, perché non l'hai scritta come
un formulario compilato in modo burocratico, ma come una
domanda umile, dove manifesti pure la tua fede nel
Signore Gesù e la tua comunione con la comunità
cristiana.
Se mi permetti ti proporrei di correggere, rendendolo
più chiaro e più esplicito, il punto dove dichiari di
sapere e di volere che il tuo matrimonio sia fedele,
indissolubile e fecondo. Sono le caratteristiche tipiche
delle nozze cristiane, elementi che le distinguono da un
matrimonio civile, per esempio, o musulmano. Sono le
caratteristiche che ti tengono in stretto contatto con
Dio, perché la fedeltà è del suo amore,
l'indissolubilità è delle sue promesse e la fecondità
della sua vita!
Sono le tue finestre aperte sull'amore, sull'eternità e
sulla onnipotenza creatrice di Dio. Sono tre
atteggiamenti che tu chiedi a Dio come una grazia e nello
stesso tempo ti impegni a maturare e coltivare. Con
questa chiarezza tu escludi dalla tua intimità altre
donne, dai tuoi pensieri il tornar indietro, dai tuoi
desideri la paura di essere responsabile di altre vite, l'egoismo del non responsabilizzarsi di altri, dei
figli appunto.
Verranno tentazioni che cercheranno di rovinare la
fedeltà col presentarti come un bene la momentanea
confidenza e intimità con un'altra signora o signorina,
tentazioni che ti faranno pensare a cercare un'altra
compagna, tentazioni che ti faranno vedere i figli come
un disturbo. Dichiara nella tua domanda che vuoi
accogliere queste caratteristiche della fedeltà
indissolubilità e fecondità come un dono di Dio, e che
preghi per ottenerne la grazia e che chiedi per questo
anche la preghiera e il sostegno della comunità intera.
Stamattina ti ho spedito un opuscolo che ho scritto
qualche anno fa: in esso troverai qualche pensiero in
più riguardo alle cose che ti ho detto oggi; l'ho
intitolato "Ricevi quest'anello". Ti farà
certamente piacere leggerlo, anche insieme al tuo
"giglio"!
Ti ringrazio ancora e resto in attesa dell'annuncio
ufficiale. Mi manderai pure i confetti? Non
preoccupartene però. Preferisco sapere che le tue
preoccupazioni rimangono sulla preparazione spirituale al
grande momento!
La festa dell'Assunta, che capita nel bel mezzo delle tue
ferie, può essere una bella occasione per trovare
l'amicizia di Maria, sempre Madre per i cristiani, e
affidare a lei pensieri e timori, e - ammirando la sua
fedeltà - rafforzarti nella grazia che Dio ti sta
donando. E se nelle vostre ferie trovaste tre giorni per
ritirarvi in un luogo di preghiera per riflettere,
pregare e lasciarvi aiutare ad approfondire l'amicizia
con Gesù?
|
16.
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Carissimo,
nell'ultima mia mi sono dimenticato di dirti qualcosa
di... urgente. Te lo scrivo prima che arrivi l'annuncio
ufficiale con l'orario e le indicazioni per il pranzo. So
che mi inviterai. Forse non serve che queste cose te le
dica io: sei già abbastanza sensibile, e anche la tua
"bella" (che non è solo bella!) condivide con
te cose serie e un orientamento solido in tutte le
scelte.
Sarei contento che tu, per il tuo matrimonio, facessi
come ho fatto io per la mia prima Messa. Ho cercato di
fare in modo da evitare sprechi e paganesimo: l'ho fatto
ricordandomi dei poveri. Ho invitato parenti e amici a
ricordarsi di loro.
Desidero proprio che tu in quel giorno ti senta membro
vivo della Chiesa, e voi coscienti di formare una piccola
Chiesa che riflette il volto della grande e santa Chiesa.
Della Chiesa fanno parte poveri e persone che si occupano
di loro, catecumeni e chi li istruisce, missionari che
distribuiscono pane e Vangeli a popoli affamati appunto
di pane e di Parola. Voi farete festa dentro questa
Chiesa. Non dimenticatevi di loro e non sarete
dimenticati nei cieli!
Ti propongo perciò sobrietà: chiedete al fioraio che
faccia la chiesa bella come a Pasqua, non di più!
Col fotografo non contrattate un album da milioni: siate
modesti e sobri! Per gioire non serve la copertina
d'oro, nè un numero sproporzionato di foto in tutte le
pose, naturali o artificiose; sarete più contenti di
presentarne uno di cartone agli amici, e voi stessi lo
guarderete con più serietà se sarà povero: anche i
vostri figli lo guarderanno con fierezza, se semplice.
Anche all'organista proponete che accompagni canti con i
quali tutti possano partecipare alla gioia di Dio, che
vede realizzata la sua chiamata con cui vi ha destati
alcuni anni fa. Evitate lo spettacolarismo di canti che
mettono in evidenza la bella voce di un uomo a scapito
della gloria del vostro Padre o della partecipazione
della comunità.
Agli amici chiedete che non facciano sprechi alla porta
della chiesa, nè oscenità prima o durante il pranzo:
dite che siete cristiani e che volete che sia cristiano
tutto!
E infine, sarà difficile, ma con un po' di decisione
potrete riuscirci: con lo chef dell'albergo preparate un
menù ... originale: buono, ma semplice, che non suoni
offesa ai vostri fratelli poveri.
Ai parenti potrete chiedere, al posto del riso e di
scherzi vari, un contributo per regalare e spedire
Vangeli a bambini in Russia o in Kenya: lo faranno molto
volentieri, e vi ringrazieranno!
|
17.
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Carissimo,
viaggio di nozze? Ma certo, fatelo. Un bel viaggetto, da
soli, per godervi un po' di pace e di riposo e di
intimità dopo il via vai e i pensieri e i contrattempi e
gli incontri e scontri delle ultime settimane. Dove lo
farete? Nella culla del paganesimo, dimenticandovi che
Dio vi ha benedetti per essere suo Sacramento?
Vi propongo di star lontani da agenzie che vi prospettano
solo lusso e divertimento, sole e spiagge. Non
riposerete.
Fate un bel viaggio con queste caratteristiche:
semplicità, vicino a un luogo di preghiera - poiché ne
avrete tempo - in luoghi dove possiate incontrare gente
nuova con altre abitudini: vi aiuterà ad aprire i vostri
orizzonti. So che qualcuno è andato a trovare - in
viaggio di nozze - un missionario loro amico. Altri hanno
approfittato per conoscere la Terra Santa. Altri fanno un
pellegrinaggio con ammalati mettendosi a loro servizio!
Se pensate solo al divertimento, non vi servirà per il
vostro futuro.
E ora ho finito, finalmente! No, non ancora. Vorrei farvi
la predica, ma quella la sentirete dal vostro Parroco,
che aiuterete nello scegliere le letture per la Messa, la
vostra Messa! Non invitare me a celebrare il tuo
matrimonio, anche se sono tuo parente: nella Chiesa non
è la parentela che conta, ma l'azione dello Spirito
Santo, che dona le sue grazie e i ministeri in maniera
del tutto libera dai legami affettivi umani.
Vi voglio dire ancora questo: il matrimonio non è un
rito! Nemmeno la celebrazione di quel giorno è un rito:
è un incontro col Signore Gesù nella sua comunità. Lo
incomincerete il giorno precedente con una bella e calma
e sincera confessione. Continuerete l'incontro con Lui
durante la Messa e lo prolungherete ancora durante la
giornata e la sera con una bella preghiera insieme, da
soli. Non è un rito il vostro matrimonio, ma l'inizio di
una vita! Una vita a due, sapendo che già il Signore
Gesù è presente in casa vostra, perché egli ha
promesso: "Dove due o tre sono riuniti nel mio nome,
là io sono in mezzo a loro". È l'inizio di una
vita santa e di un nuovo amore. Voi non vi amerete più
perché vi siete simpatici, perché vi siete conosciuti e
vi siete scelti. Vi amerete in obbedienza a Dio. Tu
amerai la tua sposa perché Dio te ne avrà dato il
compito. Amare la tua sposa è la tua missione e
accettare il suo amore come dono di Dio è lo scopo nuovo
della tua vita. Con la benedizione del Padre sul vostro
amore le cose cambiano, diventano diverse, più grandi,
più piene e complete!
|
18.
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Carissimo,
hai voluto ringraziarmi per le varie lettere che ti ho
spedito in questi due anni e mezzo, ma ti dico che per
queste lettere devi ringraziare soprattutto un monaco. È
stato lui a suggerirmi, a pregarmi, a insistere di
cominciare a scriverti. È un monaco che, pur avendoti
visto una sola volta, ti vuol bene e prega per te. È uno
che sa cosa ti è successo e ti succede, perché egli ha
lasciato tutto per il Signore, e nel tutto c'era pure una
bella e buona ragazza. Non ti dico chi è, così lo
ringrazi solo con una preghiera, perché sia fedele alla
sua dura vocazione. Egli non dà a vedere che è dura la
sua vita, la vive gioiosamente, perché tutte le chiamate
di Dio, se accolte, danno grande gioia!
Ebbene, saputo che non sarò io a farti la predica nel
giorno delle tue nozze, mi ha pregato di scrivertene una
lo stesso. Gli obbedisco. E obbedisco a te che ami le
cose brevi.
|
Carissimi, siete qui per
celebrare...! No! Scusate. Siamo qui per ricevere una
grande grazia da Dio, fedele e misericordioso. Voi
ricevete un amore nuovo, che vi unisce in modo nuovo ed
eterno. E noi riceviamo voi come nuova famiglia, un dono
nuovo che Dio, fedele e buono, regala alla comunità
parrocchiale e alla Chiesa.
Guardiamo l'amore che Dio dà a voi, e che noi - vostri
amici e parenti e fratelli di fede - vi aiuteremo ad
esercitare con perseveranza. L'amore che Dio vi dà è
descritto nella prima lettura che ci è stata proclamata.
Un brano della Bibbia che voi appenderete in casa,
nell'angolo della preghiera della stanza più intima, e
ve lo imprimerete nel cuore. In esso l'amore di Dio è
chiamato "carità". Quando lo rileggerete, ogni
volta che compare il termine carità o il suo pronome,
metterete il vostro nome, perché ormai quello è l'amore
che riempie il vostro cuore e la vostra vita, l'amore che
vi anima, che vi contraddistingue. Dopo lo faremo
insieme.
La mia predica è la Parola di Dio. Non ho altro da
dirvi.
La Parola di Dio sia quella parola che voi cercate, cui
date importanza. Vi siete già abituati a leggerla
insieme e a farne tesoro: continuate. In essa c'è vita e
luce. In essa c'è il cuore di Gesù. In essa c'è la
forza per amarvi e per accordarvi come amare i poveri,
gli ignoranti, i piccoli, i vostri figli e i vostri
genitori, che oggi raddoppiano. In essa troverete le
indicazioni per rimanere sulla strada che vi aiuterete a
percorrere verso la gloria eterna: vi aiuterete da oggi a
entrare nei cieli, già aperti su Gesù, che vi
accompagna e vi attende, mentre voi attendete Lui. Quella
Parola la sentirete qui, dove tornerete ogni domenica,
giorno del Signore, per ricevere la testimonianza della
fede della Chiesa, che a sua volta si arricchisce della
vostra!
Termino ora - come vi ho promesso - con la lettura di
quel brano della Parola di Dio che descrive il suo amore
e quindi la vostra nuova vita, che di quell'amore
s'impregna.
Ogni volta che pronuncerò il termine "carità"
cambiatelo con il vostro nome,
perché siete voi che portate in cuore la carità!
Qui lascio lo spazio libero, coi puntini, per riempirlo
col vostro nome. Siete pronti? "La
... è paziente, è benigna ...;
non è invidiosa ..., non si vanta ...,
... non si gonfia, ... non manca di rispetto,
... non cerca il suo interesse, ... non si adira,
... non tiene conto del male ricevuto,
... non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della
verità.
... tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto
sopporta.
Il nostro amore non avrà mai fine."
( 1 Corinzi 13, 4-8 )
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