In occasione del decimo anniversario dall'inaugurazione della Casa di Preghiera in cui serviamo il Signore, vogliamo farti dono di un briciolo della nostra intimità. Sono piccole cose, e quasi segrete: le raccontiamo perché possano dar gloria al Signore Gesù, sperando che anche tu le legga con animo da "piccolo"!

Raccontarono 

  tutto quello che Dio aveva compiuto. (Atti 14,26)

  

Piccoli flash

di piccoli particolari di vita cristiana.

Premessa.

Cose piccole possono avere risonanze grandi. Nel Vangelo di Giovanni è narrato l'incontro di Natanaele con Gesù. Per il giovane di Cana è stato importante, anzi determinante, il fatto semplicissimo che Gesù gli avesse detto: "Ti ho visto quand'eri sotto il fico."! Un particolare così 'insignificante' ha suscitato nell'animo dell'amico di Filippo una fede grande e bella, di cui Gesù stesso ebbe a meravigliarsi.

Questo episodio ci fa prendere coraggio per vincere la nostra naturale riluttanza, o pudore, a raccontare piccole vicende... Ma quando c'entra il Signore e gli si può dar gloria, nulla è piccolo!

Quando ci comunichiamo qualcuna di queste esperienze, in cui abbiamo  intravisto la tenerezza del Padre o la presenza di Gesù o l'assistenza dello Spirito Santo, riceviamo un aiuto a continuare con perseveranza e fedeltà il nostro abbandono fiducioso al Suo Amore.

Abbiamo pensato di... allargare fino a te la cerchia di coloro che le ascoltano. Forse anche tu riceverai gioia e sarai rafforzato nella tua fede e nel tuo amore per il nostro Dio. Potrai anche esser aiutato ad accorgerti che tanti piccoli fatti non sono casuali o semplicemente risultato del tuo agire, bensì dono e segno del grande amore con cui siamo amati. Se poi anche tu racconterai quelli che vivi, darai gloria a Dio e crescerà la comunione e la gioia tra i cristiani.

Insieme con te ringraziamo il Signore! 

I fratelli e le sorelle della "Fraternità Gesù Risorto"

 che vivono nella Casa di Preghiera S. Maria Assunta.

 

Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te." (Mt 11, 25-26)

  

1.

Quando venni per la prima volta a visitare la Casa di Preghiera, mi colpì molto vedere che due fratelli, con tanto di grembiule, stavano lavando i piatti. Pensavo che quello fosse un lavoro riservato alle sorelle.
Questo fatto mi diede una gioia particolare, perché vi scorsi la bellezza della vita fraterna, una vita donata al Signore e vissuta insieme nell'amore e nell'umiltà.

 2.

Da poco tempo vivevo in comunità; un giorno venni incaricato di fare il bucato.

Mi misi all'opera, ma avevo tanta ribellione e umiliazione pensando che quello era un mestiere 'da donne', non 'da uomini'. Poi però compresi che era Gesù, attraverso i fratelli, che mi chiedeva quel servizio, e così la gioia di fare quel lavoro in obbedienza a Lui prese il posto di tutti i sentimenti negativi.

Capii inoltre che quel che conta non è tanto ciò che si fa, ma  compiere in ogni cosa la volontà di Dio; è questo che rende prezioso per il suo Regno ogni lavoro, anche quello così faticoso e impegnativo di tante mamme. 

3.

Ero di turno con un fratello per preparare la cena; c'erano nel forno delle pietanze che io dovevo controllare. Lo avevo appena fatto, quando il fratello, pensando me ne fossi dimenticata, me lo ricordò. Stavo per rispondere che lo avevo già fatto, ma mi venne un attimo di esitazione: mi sembrava che quella non fosse la risposta 'giusta', anche se vera; decisi invece di ringraziarlo. Sperimentai che era proprio quella la risposta che piaceva al Signore, perché sentii subito nascere pace e gioia in me e unità col fratello, come invece non succedeva quando, pur dicendo la 'verità', non ero umile. 

4.

Stavamo parlando insieme di come fidarci maggiormente della Provvidenza del Padre; volevamo aggiungere alcuni generi alimentari  alla lista di quelli da non comperare per vivere più concretamente la povertà come dipendenza dal Padre. Quando i fratelli hanno proposto di inserire nella lista la farina da polenta, mi son detto: "Questo è il cibo dei poveri; se rinunciamo a comprare anche questo, poveri noi!". Vedendo però come i fratelli erano pieni di fede, nonostante un po' di difficoltà, ho detto: "Sulla vostra fede, mi voglio abbandonare al Padre anche per la farina da polenta".

Poco dopo ho fatto visita ai miei genitori. Al momento della partenza mia mamma ha ritirato dalla dispensa un sacco di sette chili di farina gialla dicendomi: "Prendila tu, perché noi siamo troppo anziani e di polenta non ne faremo più". Era la prima volta che ricevevo in dono da mia mamma della farina da polenta! Nei giorni successivi inoltre il 'tavolo della Provvidenza' si riempì di una gran quantità di farina da polenta di tutti i tipi; da allora non è mai mancata nella nostra dispensa... a mia confusione e a lode del Padre!

 5.

Avevo bisogno di un berretto invernale; la sorella incaricata del guardaroba me ne ha presentato alcuni tra cui scegliere. Uno di essi portava una scritta tutto intorno; ho pensato subito: "Per cominciare, questo no!" Mentre guardavo gli altri per scegliere quello che più mi piaceva, m'è venuto in mente Gesù: quando è venuto sulla terra, non ha scelto quello che gli piaceva... e ho preso il berretto che avevo scartato.

Quando poi l'ho indossato per una passeggiata, un fratello ha detto: "Che bel berretto, proprio intonato alla tua giaccavento"! Ed era vero: se avessi scelto secondo i miei gusti non avrei ottenuto un risultato migliore! 

6.

Una sera la sorella di turno in cucina mi ha chiesto se si dovevano usare le ultime due uova che avevamo o se fosse stato meglio conservarle. Le ho risposto di usarle pure: ero certa che il Padre vedeva la nostra unità e la gradiva; avrebbe pensato Lui al domani.

Il mattino seguente, sul tavolo dove poniamo i doni della Provvidenza, tra le altre cose, c'erano molte uova.

E' stato per me un segno che siamo sempre presenti agli occhi del Padre. 

7.

Ero andata fuori casa per un servizio di alcuni giorni. Prima di partire, durante la benedizione, mi era stato detto di tenere nel cuore il Nome di Gesù, per avere salvezza e perché la ricevessero quanti avrei incontrato. Nei primi giorni trovai delle difficoltà con una persona: facevo molta fatica a stare insieme e non riuscivo ad avere comprensione e serenità. Non potevo fare altro che tenere nel cuore il Nome di Gesù, obbedendo alla Parola: "Chiunque invocherà il Nome di Gesù sarà salvo". Verso la fine del servizio, quella persona, tutt'ad un tratto, mi comunicò un suo cruccio interiore che la faceva soffrire; mi venne allora spontaneo annunciarle ciò che io avevo sperimentato: "E' Gesù il nostro vero aiuto; dobbiamo solo andare da Lui con fiducia e amore". Ho visto tornare serenità in lei, e anche in me; le difficoltà sono scomparse e abbiamo potuto godere dei bei momenti di comunione. 

8.

Avevo molti pensieri di lamentela verso i fratelli: ero triste nel vedermi così incapace di obbedire al Signore. Volsi lo sguardo all'icona di "Gesù Maestro di Unità" che c'era sul tavolino e lessi la traduzione di quanto è scritto sul libro che Gesù tiene in mano: "Questo vi comando, amatevi gli uni gli altri" ... Proprio quello che non riuscivo a fare! Lessi anche la spiegazione-preghiera: "Gesù, sai che siamo incapaci di amare e perciò aliti senza misura il tuo Soffio su di noi, per rafforzarci e trasformarci interiormente".

Allora gli dissi: "Sì, Gesù, se non fai tu..."

Qualcosa si sciolse in me, e mi vennero dolcezza e serenità. 

9.

C'erano alcune difficoltà nella mia famiglia: anch'io ne portavo un po' il peso, perché non riuscivo a scorgere in esse l'amore del Padre. Un giorno parlai di questa situazione con i fratelli. Essi, ricordando la Parola: "Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà", invocarono insieme il Nome di Gesù.

Non passò molto tempo e tutto si risolse: anzi, le cose cominciarono ad andare meglio di quanto avessi potuto sperare; mi pareva che il Regno di Dio fosse venuto di più tra i miei parenti. 

10.

Due fratelli si sono recati a fare delle compere in un negozio. Dovevano, tra il resto, comperare due scope e una paletta per raccogliere la spazzatura; visto che le scope costavano più del previsto, ne acquistarono una sola, e si dimenticarono della paletta.

Arrivati a casa, con stupore, trovarono sul tavolo 'della Provvidenza' una scopa e una paletta! 

11.

Mentre mi mettevo le scarpe vidi che erano rotte e consumate. Pensai: dirlo ai fratelli o affidare la cosa al Padre?

Poco dopo entrai nella nostra stanza e trovai sul mio letto una scatola con un paio di scarpe nuove, proprio del mio numero: i fratelli le avevano appena ricevute in dono e avevano pensato di darle a me. Pieno di meraviglia riconobbi che il Padre vede ogni bisogno e previene ogni desiderio. 

12.

Un giorno presi dall'armadio una maglia e mi accorsi che era infeltrita; subito ebbi una reazione di rabbia verso il fratello o la sorella che aveva fatto il bucato. Poi mi venne in mente la Parola: "Si son divise tra loro le mie vesti, sulla mia tunica hanno gettato la sorte". Se Gesù si era lasciato spogliare anche delle vesti, come potevo io arrabbiarmi per una maglia un po' rovinata e avere rancore verso un fratello per uno sbaglio certo involontario? E subito sono tornate in me la pace e l'amore.

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