“Egli Mi darà
testimonianza,
·anche voi mi renderete testimonianza ”
(Gv 15, 27)
Testimonianza:
parola usata ed abusata.
è usata per indicare il frutto di una vita, è
abusata perché con essa si vuol indicare talvolta uno sforzo l'uomo a favore di
Dio. Ed allora diviene sinonimo di idolatria.
Sì, quando l'uomo vuole dare testimonianza guarda se stesso o la propria
opera con compiacimento. Non ne viene testimonianza a Dio!
Testimonianza è qualcos'altro, è una vita diversa, con valori diversi, Testimonianza
di Dio è già vita divina, è sua!
Perciò diviene testimonianza vera solo la mia vita obbediente, guidata
dallo Spirito Santo!
don Vigilio Covi
“Lo Spirito di verità che procede dal Padre,
Egli mi renderà testimonianza
e anche voi mi renderete testimonianza ” (Gv 15, 26-27).
Testimonianza: una parola che verrà ripetuta spesso dai discepoli del Signore. Egli
stesso, Gesù, la usa in momenti importanti della sua vita: Egli è il Testimone
del Padre, il vero testimone perché solo il Figlio ha visto il Padre! Solo Gesù
può dire “chi vede me ha visto il Padre ”!
Gesù dà testimonianza di Dio
perché “in Lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità”!
e perché Egli è la Verità, ha cioè portato alla luce dei nostri occhi di
carne la vita di Dio che era nascosta nei secoli eterni!
* * *
Gesù, per essere accolto e
quindi poter essere salvezza degli uomini - sempre restii a qualcosa di
veramente nuovo (non alle vane curiosità!) - ha bisogno di esser testimoniato!
Gli uomini hanno bisogno di ricevere testimonianza di Gesù!
Ed ecco che Gesù rivela ai
suoi discepoli chi sarà il Suo Testimone: lo Spirito di verità che procede dal
Padre!
In seguito, quando anch'essi
lo avranno ricevuto, potranno rendere testimonianza di Gesù:
“avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi
sarete testimoni” (Atti 1, 8).
Lo Spirito
Santo, Spirito di verità: ecco il
testimone di Gesù.
Egli non ne indica altri: i
discepoli lo saranno, ma solo in quanto “occupati” o “travolti” o
“riempiti” di Spirito Santo! In essi sarà lo Spirito a indicare Gesù come
Salvatore.
“Lo Spirito Santo mi renderà testimonianza”!
Lo Spirito rende Testimonianza
a Gesù. Che cosa può significare? Egli testimonia che Gesù è veramente Gesù!
Gesù significa: Dio salva, salvezza di Dio.
Lo Spirito rassicura perciò
che per l'uomo di tutti i tempi e di tutti i luoghi c'è un salvatore stabile e
sicuro, vero e reale com'è vero e reale Dio. E questo salvatore è colui che è
stato chiamato col nome “ Gesù ”.
Nello stesso momento in cui lo
Spirito mi rende cosciente che la vera salvezza procurata da Dio è l'uomo Gesù
di Nazareth, proprio in quell'istante lo stesso Spirito mi rassicura che
null'altro mi può salvare, nessuna di quelle sicurezze in cui avevo posto
fiducia. Ed è lo stesso Spirito che suscita in me la coscienza d'aver bisogno
di salvezza, di essere altrimenti perduto, vuoto, senza senso.
Quando, per grazia di Dio, mi
sembra di non esser nulla e che tutto il mio vivere è vanità, che io non sono
che una formica sperduta nell'universo, perché mi sto osservando con gli occhi
della morte, allora cerco salvezza: una salvezza che non trovo, perché cerco
una vita duratura e ne trovo una che finirà, cerco stabilità e nessuno me la
può assicurare.
Le Compagnie di assicurazione
mi assicurano la vita... ma è solo un convincermi che qualcuno riceverà del
denaro se io avrò da morire! Chi mi assicura che il mio cuore batterà domani,
e che nel mio cervello non arriverà un embolo stasera?
Cerco che il mio nome abbia
consistenza sulla bocca degli uomini e mi do da fare per emergere di qua o di là,
in una organizzazione, o sul lavoro, o con energie sportive o con superiorità
politiche o con accenti di comicità...
Una lotta continua per
sopravvivere materialmente e socialmente. Come finirò? Non diversamente dagli
altri, dimenticati o ricordati solo con un necrologio sul giornale ad un anno
dalla fine.
* * *
Quando lo Spirito Santo trova
spazio e tempo per entrare nelle dimensioni della mia vita, Lui che è l'amore
del Padre per Gesù, allora vedo che solo Gesù sopravvive. Solo Gesù
sopravvive con la Sua Presenza.
Egli può essere mia salvezza,
mio salvatore.
L'amore del Padre per Gesù mi
dà testimonianza e certezza che Gesù non solo è Dio, è un uomo: è Lui I’uomo
vero.
Perciò l'amore che Gesù-uomo
restituisce al Padre mi apre gli occhi sulla mia possibilità di esser figlio:
cioè appartengo a Qualcuno!
Tutto sta che i miei occhi si
accorgano di quell’ardore. E che il mio cuore si apra per farsene portatore:
amo Gesù con la tenerezza del Padre
amo il Padre con la fiducia e
l'obbedienza di Gesù.
E questo è lo Spirito in me.
Quando so di appartenere a
Qualcuno, di appartenere a Dio, all’ora sono salvo e godo salvezza.
Nello spirito del mondo mi
preme essere qualcuno, nello Spirito Santo mi basta appartenere a Qualcuno:
appartengo al Padre.
Le crisi di identità che
avevo da giovane, e che rischiavo di avere da prete, erano solo lo scoprirmi
nudo, piccolo, insignificante, come realmente sono. La crisi vera è quella di
appartenenza, quando mi sembra di non essere di nessuno.
L'ho superata quando mi sono
accorto del Padre di Gesù: Egli è Padre per me, non solo per tutti! Egli è
“ mio padre ” ed io sono suo. Allora sono diventato uomo.
Lo Spirito Santo mi ha aperto
gli occhi sul Padre e sul Figlio suo: da allora sono salvo.
Lo Spirito Santo mi ha dato
buona testimonianza di Gesù: Egli è colui che può integrare la mia vita
incorporandola nella Sua,
portandola nella eternità e
nella perfezione del Padre.
è lo Spirito Santo che dà
testimonianza.
Io non posso costruire con le
mie forze la testimonianza di Gesù. San Paolo diceva ai Corinzi: “ non sono
venuto con sublimità di parola o di sapienza a presentarvi la testimonianza di
Dio, ... la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi
di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza ” (1
Cor 2, 1-5).
Ho provato molte volte a
preparare le mie prediche in modo rifinito e pieno, con ragionamenti che
filassero o fossero inconfutabili. E nessuno si convertiva. E i volti che se ne
tornavano a casa erano severi o tristi come quando erano venuti.
Allora ho capito cosa
significavano le parole di san Paolo e cosa comportava preparare le prediche.
Non dovevo preparare ragionamenti e costruzioni, non dovevo preoccuparmi di
convincere qualcuno. Dovevo solo preparare il mio cuore. Dovevo immergere il mio
cuore nello Spirito Santo, metterlo in “ ammollo ”..., lasciarlo impregnare
di amore per il Padre e di amore per Gesù. Le parole che comunicano
testimonianza sarebbero state donate. Quelle che preparavo io erano dette con
spirito di sufficienza e di sicurezza in me stesso e con fiducia nella capacità
della logica e della convinzione. Davano testimonianza solo della mia
preparazione o della mia intelligenza, non di Gesù: non aiutavano ad amare il
Figlio!
Le parole che traboccavano dal
cuore impregnato di amore portavano con sé l'affiato dell'amore, erano
testimonianza che Gesù aveva salvato un uomo. I volti che udivano si
rasserenavano.
* * *
Succede sempre come dice
l'apostolo: “Il nostro vangelo non si è
diffuso fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con potenza e con
Spirito Santo e con profonda convinzione” (1 Ts 1, 5).
lo posso predicare molto bene,
ma se il mio spirito è superbo o critico o rabbioso, pretenzioso o permaloso,
allora i miei ascoltatori non ricevono Vangelo. La “buona notizia” è
rovinata dal modo con cui la comunico, è come fiore infecondo che non porterà
frutto. è falsamente “ buona notizia ”, perché di essa non gode nemmeno
colui che la porta!
E se in famiglia i genitori
insegnano bene, molto bene ai figli, ma non coltivano le caratteristiche dello
Spirito Santo, la pace, l'armonia e l'unità, la comprensione e l'amore dei
nemici, quel loro insegnamento è come seme buttato sulla strada, quei figli
ricevono l'apparenza del Vangelo. In realtà rimangono in balía del mondo ove
già si assorbe spirito di invidia e divisione, superiorità e dominio, volontà
di emergere e di vendicare.
Il Vangelo si diffonde per
mezzo della parola accompagnata da potenza e Spirito Santo!
Il Santo Curato d'Ars non faceva esperienza diversa. Non era capace di
predicare, nel senso attribuito alla parola. Gli stenografi non erano capaci di
ricostruire una sola predica! Eppure chi ascoltava le sue frasi incompiute, il
suo saltar di palo in frasca, la sua incapacità oratoria, riceveva un forte
impulso ad amare il Signore. In chi ascoltava entrava il Vangelo, buona notizia
con conseguenza di ravvedimento e di gioia.
Lo Spirito Santo attraverso di lui dava testimonianza di
Gesù. Ed è così
per tutti i testimoni, anche oggi.
Il testimone
efficace e unico di Gesù è lo Spirito Santo.
* * *
Chi
è lo Spirito Santo?
Usiamo queste due parole per definire l'amore di Dio.
La relazione tra Padre e Figlio è bella e intensa e
costante: può sussistere, esser comunicata, esser contemplata e desiderata. Ci
può esser comunicata! Noi possiamo vivere quella stessa relazione sia nei
rapporti con Dio che tra di noi!
Spirito Santo: due termini per rendere comprensibile a noi
la natura, e la qualità della Relazione divina.
Con la parola "spirito"
traduciamo un termine ebraico e greco che significa vento, soffio, brezza,
respiro, aria che si muove insomma. Questa immagine d'aria mossa e che a sua
volt a è responsabile di movimento (foglie e rami d'albero sono mossi dal
vento), la usiamo per indicare una parte della nostra vita, un atteggiamento, un
qualcosa di interiore che si comporta proprio come il vento e muove le facoltà
della nostra persona in varie possibili direzioni.
Con un esempio mi spiego meglio. Quando c'è in me ira,
questa è come un vento che muove la memoria a ricordare il male ricevuto, la
intelligenza a cercare azioni di dominio, di vendetta, la volontà a renderle
concrete, i piedi e le mani e i rnuscoli del volto a esprimere adeguatamente il
tutto. L'ira è un vento, un soffio interiore, uno spirito.
Quando invece in me c'è mitezza e bontà, il soffio
interiore porta la memoria a ricordare i benefici o le intenzioni di Dio,
l'intelligenza a cercare azioni di amore, la volontà a superare ogni ostacolo,
i piedi e le mani ad incontrare e aprirsi con dolcezza!
La bontà è un vento inferiore, uno spirito.
lo sono
sempre, fin che sono vivo e presente a me stesso, portatore dello spirito, che
fa parte di me come il sangue. Il mio spirito fa da supporto agli altri che vi
si innestano più o meno saldamente, più o meno a lungo, più o meno coltivati,
nutriti e voluti. Cosi infatti può succedere che voglio
tenere nel mio spirito uno spirito di critica o di vendetta. Mi posso accorgere
che c’è a volerlo possedere ancora.
Può anche capitare, e non è
raro, che m'accorgo di esser "portatore” di uno spirito di fretta, che mi
fa esser superficiale con le persone, e volerlo sostituire con uno spirito di
pace spirito di pace e abbandono al Padre.
Mi accorgo
talvolta di esser posseduto da uno spirito di tristezza, che provoca una lunga
serie di conseguenze negative per il regno di Dio, e di volerlo sostituire con
uno spirito di gioia, che viene dalla contemplazione dell'amore del Padre per
Gesù.
Dello
spirito possiamo ugualmente dire che lo possediamo o che ci possiede.
Lo
possediamo in quanto è in noi. Ci possiede in quanto è lui a “soffiare”, a
muovere le nostre facoltà inferiori ed esteriori.
Con espressione dialettale
definiamo anche noi lo spirito con la parola "aria". Ho un'aria da
rabbioso.
Ho un'aria da bonaccione.
L'“aria” è il nostro
spirito.
* * *
La parola "santo" ha una radice lontana, nelle lingue indoeuropee..
Il suo significato è semplice: “ non dipende dalla terra; sta sopra, al dì
fuori delle esperienze terrestri; non è mosso da ciò che capita sulla terra
”.
Per questo
possiamo dire che solo Dio è santo. Egli è al si sopra e non si lascia
disorientare da ciò che avviene alla terra.
Al buono e al malvagio Egli
mostra sempre un volto di padre di amore, di benevolenza. “Non fa preferenza
di persone”!
I santi li chiamiamo così perché hanno partecipato di
questa caratteristica divina. Hanno reagito non alle sollecitazioni del mondo,
degli uomini, della loro carne, ma alla contemplazione e alle richieste di Dio.
Sono rimasti colmi d'amore e
perdono in mezzo alle accuse, calunnie e percosse.
Anche noi facciamo esperienza
talvolta di questa parola. Quando alla pioggia reagisco con la tristezza al
semaforo rosso con l'impazienza, al sorpasso con l'invidia, alle maldicenze con
la mormorazione, allora dipendo da ciò che avviene sulla terra. In quel caso il
mio spirito non è, "santo"!
Quando alle
stesse cose non reagisco, ma trovandomi in esse mi lascio muovere dall'amore,
dalla pazienza, dalla gioia che contemplo in Dio, e dalla sua sapienza che
supera e adopera gli apparenti ostacoli della terra, allora il mio spirito è
"santo".
Quando cioè
mi vien fatto torto, ma continuo a vedere che l'amore del Padre per me non è
finito, allora sono contento. Non reagisco alla terra, ma al cielo. Sono
"santo"' La persona che mi fa torto la vedo non con gli occhi di chi
è offeso, ma con quelli del Padre che cerca modi migliori per mettere amore in
quel cuore:
allora sono
"santo".
Essere santi
è la natura dell'uomo nuovo, la nostra migliore possibilità.
Da un certo
punto di vista significa non avere i piedi per terra: se la terra si muove io
non mi scuoto. “Se crollano i monti nel fondo del mare, il mio cuore non teme
” dice il salmo.
Significa ancora - con una
felice espressione contemporanea esser fuori del mondo. Sono qui in questo
mondo, ma... i pulsanti della mia vita sono nell'altro in quello di Dio. è Lui
che mi dice se sorridere o no, se turbarmi o stare in pace, se adirarmi o
perdonare: è Lui, non ciò che tu mi racconti.
La parola "santo"
non può essere stabilmente unita al mio spirito. Mi basta un'ora di tempo per
accorgermene, mi basta una critica o una minestra salata per convincermene.
La parola "santo" può
essere unita in continuità, tanto da esservi confusa, con lo spirito, soffio
interiore, aria, del cuore del Padre e di Gesù. Il soffio interiore di Gesù è
sempre "santo”.
Egli non reagisce alle
provocazioni se non con l'amore di cui si riempie nei luoghi contatti col Padre.
Gesù possiede ed è posseduto da uno Spirito Santo! Un aria mossa dall’amore
Del padre entra in Gesù, vi
dimora e porta frutti movendo cuore e corpo di Gesù nelle direzioni
dell’amore.
* * *
Il Nome stesso di Gesù è
impegnato di questo Spirito.
Basta mettere in bocca questo
Nome con amore e semplicità e si sciolgono da noi legami con altre arie, altri
spiriti.
Basta invocare questo nome con
costanza e gli occhi vedono già cose diverse.
è sufficiente tenere nel
cuore questo Nome perché spiriti d'ira e di vendetta e avarizia e sensualità e
mormorazione fuggano dal cuore per lasciare il posto ad “aria nuova”, santa!
Chi vuol mantenere in sé arie
di autosufficienza, e testimoniare La propria capacità e intelligenza, e
coltivare un tipo di personalità adeguata al mondo, costui farà fatica a
pronunciare quel Nome; il nome di Gesù sta sulla bocca di persone che accolgono
lo spirito di santità, come Maria e Giuseppe, che lo hanno chiamato con questo
Nome. Questo nome contiene un soffio che fa bambini, che rende l’uomo piccolo,
lo fa accettare di dipendere in tutto e per tutto, un soffio che fa diventare
l’uomo non curante dei giudizi del Mondo.
Chi cerca grandezza non
pronuncia il Nome di Gesù: o se lo pronuncia suona bestemmia. Questo Nome è
ricco di santità, è una fontana inesauribile: un nome che mi fa da bambino ed
è così porta aperta per entrare nell’altro mondo, nel Regno!
Su Gesù
rimane "aleggiando", "movendo l'aria", lo Spirito Santo. La
vita di Gesù è il punto di partenza per noi sulla terra di questo vento che
viene dall'Alto. Un vento che mi riconduce a Gesù in modo da riconoscerlo
“mio”: mio "signore", mio "amico", mio
"maestro", mio "pastore”, mio "salvatore".
Un vento che mi toglie
dall’influsso degli uomini per portarmi all'influsso di Gesù. Un vento che mi
riporta in mezzo agli uomini rinnovato, come dono di Gesù. Lo Spirito Santo è
veramente il testimone di Gesù.
* * *
Gesù, volendo dar salvezza a
tutti, vuole dare a tutti I'“aria” del suo cuore, un soffio tale che
introduce in Dio la vita dell'uomo che lo riceve!
Ed egli, Gesù, comunica
sempre, in ogni tempo della sua vita ed in ogni luogo, lo Spirito, il soffio
interiore santo.
Ognuno di noi comunica attorno
a sé lo spirito che possiede.
Anche Gesù! Chi vive accanto
a Gesù, ne riceve influsso, a patto che il suo cuore sia aperto a riceverlo.
Quando lo Spirito di Gesù
entra in un cuore, lo salva, e quel cuore, quell'uomo, diviene testimone della
salvezza di Gesù. Così altri potranno giungervi!
Da Gesù usciva una forza che
sanava tutti!
Da Gesù si muoveva sempre un
soffio, un'aria, che attirava tutti nell'amore.
Se gli uomini se ne
accorgevano ne venivano avvolti!
Oggi è come allora. Quando
m'accorgo di Gesù, e del soffio che lo muove, è il momento in cui ne rimango
beneficato, trasformato. Quel soffio mi prende e mi mette in cuore atteggiamenti
di figlio e di fratello.
Il
Padre sa che l'uomo ha la capacità di accogliere liberamente il suo Spirito,
che è tutto nel Figlio: ma deve accorgersene. L'uomo potrebbe passare vicino a
Gesù e rimanere indifferente: perciò il Padre ha reso strumento della sua
Sapienza e del suo amore ciò che il Maligno ha tramato contro Gesù.
Il Figlio, innalzato per esser
buttato fuori dal mondo, proprio allora poté divenire segno che avrebbe colpito
anche i cuori più induriti.
Un uomo che accetta la morte
senza accogliere in cuore odio, un uomo che, colpito ingiustamente, dona
perdono, un uomo che schernito da tutti rimane in preghiera è un uomo di cui ci
si accorge. è in quel momento che ci si può accorrere di più da quale soffio
è mosso, da quale “aria” sana, non di questo mondo, è riempito.
è in questo momento che
guardando a quell’uomo non si vede solo lo spirito, lo Spirito Santo.
In quel momento, sul Calvario,
il corpo, irriconoscibile per le torture, è strumento perché l’uomo
s’accorga dello Spirito.
In nessun altro modo l’uomo
è provocato così ottenente. Quando vien strappata la vita, allora si vede il
soffio interno. Quando di un uomo si vede in modo così concreto e brutale la
“fine”, allora ci si accorge di quale spirito viveva.
Di Gesù ci si accorge
veramente in quel momento.
In quel momento Egli diventa
segno di contraddizione per i cuori e luce che manifesta l’interno di ogni
uomo. In quel momento gli uomini prendono posizione, per l’amore o contro
l’amore, per Dio o contro Dio: in quel momento si vede da chi l’uomo di fa
muovere, se dallo spirito del mondo o se dallo Spirito del Padre.
Chi si fa muovere dallo
Spirito del padre ama Gesù, in questo Momento in un modo più forte e cosciente
e disinteressato. Chi Si fa muovere invece dallo spirito del mondo, passa con
indifferenza: da un morente non c’è nella da guadagnare; o passa con odio,
perché Egli non reagisce ai desideri di successo, cui sono sottomessi troppo
spesso gli uomini.
* * *
Gesù in questo momento,
certamente in più impegnativo della sua vita s’accorge del proprio spirito,
del proprio soffio interiore, si accorge che esso gli è stato donato dal Padre
e a lui perciò lo riconsegna.
“Padre, nelle due mani consegno il mio Spirito”.
Gesù lo consegna al Padre, ma
alcuni cuori aperti e disponibili Se ne son già lasciati influenzare.
Maria e Giovanni, il ladrone
ed il centurione si sono accorti che in Gesù c’era un soffio diverso da
quello che ci si aspetterebbe in simili circostanze. Se ne sono accorti, se ne
son lasciati influenzare, lo hanno ricevuto.
Influenzati dallo Spirito di
Gesù è cambiato tutto nella loro vita.
Il loro cambiamento è
divenuto sostanziale: un altro spirito li muove, diverso da prima. è entrato
nel loro Spirito Santo.
E lo Spirito “Santo” che
è loro dà testimonianza a Gesù. Le loro reazioni, opera dello Spirito nuovo,
lasciano intravedere Il potere che il male ha sul cuore umano.
* * *
Maria e Giovanni. Essi sono gli amici di Gesù. I suoi intimi, portatori di affetti umani di
parentela e della stima e riconoscenza del discepolo, Maria ha donato la vita a
Gesù e Giovanni l’ha ricevuta da Lui! Essi sono le uniche persone presenti
innalzato. Essi sapevano. Lo Spirito di Gesù, il suo soffio interiore santo, li
fa tacere. Lo Spirito Santo li lascia soffrire in silenzio.
Essi partecipano alla
sconfitta di Gesù: soffrono con Lui, la testimonianza che lo Spirito di verità
dà al mondo attraverso di loro è la testimonianza del silenzio: un silenzio
che indica partecipazione volontaria all’accoglienza del volere del padre.
Maria e Giovanni accolgono come volontà di Dio la morte di Gesù.
La loro presenza silenziosa è
testimonianza che la morte di Gesù è salvezza: Gesù nelle mani di Dio, ed è
nelle mani di Dio,
quindi salvo, chiunque unisce
il cuore al Suo.
Il mondo coi suoi pensieri e
ribellioni e odi non provoca reazioni in Maria e Giovanni: essi hanno ricevuto
Spirito da Gesù: essi ora fanno corpo con lui, sono uniti a lui, non più al
mondo! Sono salvi. Gesù, nell’accettare che si siano compromessi con lui , li
ha salvati.
Lo Spirito Santo è testimone
che Gesù è “Gesù”!
Il ladrone. Egli è un vero
delinquente che merita la morte. Egli stesso lo ammette. La sua vita passata è
stata vittima del maligno, che, come padrone ingrato, la ha dominato ed ora gli
da il proprio salario attraverso altri cuori che gli ubbidiscono. Il ladrone
nella sua vita, almeno in quella più recente, ha conosciuto l’egoismo,
l’egocentrismo così ricchezze a vantaggio proprio. Ma il proprio vantaggio cercato da sé conduce a perder la vita, perché
la vita è solo amore. Il resto è inganno.
Oggi i suoi occhi abituati all’odio incontrano
quelli i Gesù.
I suoi orecchi abituati alla bestemmia odono parole
miti. Il vento buono che Gesù diffonde arriva a toccare il suo cuore. Egli,
il delinquente, s’accorge che Gesù sta amando.
Si accorge che per Gesù è presente Qualcuno più importante dei soldati e dei
farisei e degli accusatori. Si accorge che il cuore di Gesù si lascia
influenzare da un Volto invisibile non sale sia e dai chiodi e dalla morte
imminente.
Il delinquente ha visto. Il suo cuore si è aperto
e al soffio interiore di Gesù. è invidiabile quella pace da re! Ed entra anche
In lui- Lo Spirito di santità è arrivato col suo soffio in fondo al cuore del
delinquente. Ora quel cuore è mosso diversamente!
E lo si vede subito: consegna se stesso a Gesù.
L’egoista dona La propria vita! “Gesù, ricordati di me quando entrerai
nel tuo regno”. L’uomo in punto di morte trova pace affidandosi a Gesù.
La vita sta bene nelle sue mani!
Lo Spirito Santo nel delinquente dà testimonianza
a Gesù come ultima ancora di salvezza. La morte perde così la sua forza il suo
dominio. Ora è Gesù che regna nel cuore, nello spirito del ladrone. E l’unità
con Gesù lo salva dal terrore, dall’angoscia, dalla rabbia, dalla
disperazione, dalla bestemmia, dall’abisso che altrimenti lo terrebbe così
distante dal cuore del Padre.
Lo Spirito Santo è testimone che Gesù è “Gesù”!
Il
centurione. Egli è un soldato
romano, alle dipendenze di Pilato. è un pagano che conosce qualche nome di
divinità e ne Ha paura, perché esse fanno i propri… interessi, non quelli
degli uomini. Egli non sa nulla del Do di Abramo; e di quel Gesù, schernito
come re, sa solo che è stato giudicato dai superiori.
Da buon soldato ha eseguito gli ordini. Ora la
fatica è finita, i Rimasugli di sentimenti umani di compassione sono stati
vinti, i suoi uomini finiscono il gioco dei dadi.
Il suo cuore per stato toccato. Lo Spirito di Gesù
è arrivato Fino a lui gli ha mutato le convinzioni. Di Gesù non poteva Certo
pensar bene, se o avevano condannato. Ora però, visto
Quel che è successo, visto come gli uomini hanno
agito e come Lui ha reagito, il cuore del centurione dubita delle proprie
certezze, delle proprie convinzioni, fino al punto da proclamare quel che fino
allora solo la boria degli spiriti immondi aveva avuto il coraggio di gridar:
“Veramente quest’uomo era figlio di
Dio”.
Lo spirito santo che Gesù aveva amaranto e diffuso
attorno a sé È stato accolto dal pagano ignorante. E il pagano che ignorava
Ogni cosa, è stato reso maestro, catechista. Egli insegna. Egli Insegna una
verità che nessun altro aveva avuto il coraggio di ire, perché tale coraggio
lo avrebbe portato alla derisione o all’accusa di bestemmia.
Ora egli vince la paura degli uomini. Lo Spirito
santo lo fa testimone coraggioso e sapiente.
Lo Spirito Santo in lui è testimone che Gesù è
“Gesù”!
* * *
In modi diversi a inaspettati lo Spirito Santo
rende testimonianza a Gesù. Maria e Giovanni, il ladrone ed il centurione non
sapevano di essere e non avevano deciso di voler essere testimoni di Gesù. è
lo spirito Santo che cambia la loro vita fino a renderla un segno che da Gesù
viene salvezza.
Giovanni e Maria ci lasciano vedere che Gesù è un
uomo da Amare, il ladrone ci mostra la possibilità che con Lui la nostra Vita
trovi pace anche nell’ora della morte, il centurione ci rende coscienti che un
amore e una libertà così grandi come quelLe di Gesù possono essere divine.
* * *
Lo Spirito Santo può esser
accolto anche da me.
Ed allora Egli sarà ancora
testimone di Gesù.
Come? non lo so. Non sarò io
a decidere il modo con cui Egli darà valore al Nome di Gesù attraverso di me.
La testimonianza di Gesù non
è qualcosa che possa esser costruito dalle mani dell'uomo, dalle sue decisioni.
Se io mi preoccupo di dare
testimonianza di Gesù, darò invece solo testimonianza della mia
preoccupazione: e sarà controtestimonianza. Mi occuperò solo di accogliere il
soffio nuovo di Gesù, il Suo Spirito di Santità. Egli, nei modi a Lui propri,
renderà la mia vita testimonianza, perché sarà vita orientata secondo Dio!
Nel mio orto le piante di
pomodoro non si preoccupano di produrre pomidoro e le piante di fagiolo di
produrre fagioli. Queste piante cercano costantemente l'acqua con le radici ed
il sole con le foglie. Le radici inseguono l'acqua, le foglie inseguono il sole.
A suo tempo arriveranno i frutti. Se le foglie non cercassero il sole e le
radici l'acqua, attenderei invano.
Quando con tutte le mie forze
e capacità cerco di accogliere e di nutrire lo Spirito Santo in me, allora Egli
stesso rende la mia vita segno e testimonianza dell'Invisibile. Io non so in
qual momento e quale... fibra del cuore degli uomini che mi avvicinano viene
toccata. Non so quale delle mie parole o delle mie azioni arriva ad aprire uno
spiraglio di luce nella mente delle persone che incontro. So solo che se c'è in
me Spirito Santo, vento nuovo, "aria" buona, chiunque può esserne
benevolmente influenzato. Qualsiasi mia azione, qualunque discorso, oppure la
sola mia presenza silenziosa, se mi tengo unito a Gesù cuore a cuore, diviene
per lo Spirito Santo buona occasione per dare testimonianza del Signore!
La mia testimonianza di Gesù
è lo Spirito Santo accolto nella mia vita, nelle mie relazioni con Dio e nei
miei rapporti con gli uomini.
Non mi preoccuperò di dar
testimonianza, non farò nulla per dare testimonianza!
Cercherò solo, qualunque cosa
io faccia, di tenermi unito a Gesù, fonte da cui sgorga Spirito Santo in
continuazione, cercherò di accogliere il suo Spirito nel mio spirito.
Così Dio riceve spazio sulla
terra, così Dio viene glorificato.
* * *
Gesù, mandami il tuo Spirito
Santo: lascio andare ogni altra “aria" del mio cuore per fare posto a
Lui.
Così Tu, Gesù, riceverai
buona testimonianza dal mio vivere, anche se sono buono a nulla, anche se sarò
a letto ammalato, anche se avrò le mani inoperose, legate da chissà quali
condizionamenti.
In tal modo la mia vita stessa
potrà essere un dono vero per i fratelli credenti e per i non credenti, un dono
del Tuo Amore, una occasione per la loro salvezza.
Nulla osta: mons. Iginío
Rogger, cens. eccl. - Trento, 16 marzo 1985