Signore e Maestro 3
7. PER SALVARE IL MONDO
Gv 12, 44-50
44
Gesù allora gridò a gran voce: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato;45 chi vede me, vede colui che mi
ha mandato.
46 Io sono venuto nel mondo come luce,
perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
47 Se qualcuno ascolta le mie parole e non
le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo,
ma per salvare il mondo.
48 Chi mi rifiuta e non accoglie le mie
parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunciato lo condannerà
nell'ultimo giorno.
49 Perché io non ho parlato da me, ma il
Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui che cosa devo dire e annunciare.
50 E io so che il suo comandamento è vita
eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
7. PER SALVARE IL MONDO
Gv 12, 44-50
Signore Gesù, tu ci doni
ancora la tua parola per riassumere la tua presentazione di te stesso, la
rivelazione del tuo essere inviato per la salvezza. Nel presentarti non dai
importanza ai miracoli, ai segni. Essi sono stati necessari per aiutarci ad
accogliere il fatto che tu vieni dal Padre, che tu sei l'Inviato; sono stati
incoraggiamento a darti piena fiducia, ad aderire alla tua persona.
Credo in te, Gesù! Mi fido
di ciò che tu dici, di ciò che tu fai. Credo in te, e così sono sicuro di
essere appoggiato sul Padre, sul Dio vivo e vero, la cui Parola è eterna e
realizza ciò che esprime. Io ti vedo, Gesù, e ti guardo senza giudicarti; vedo
in te la gloria dell'amore del Padre, vedo la sua grandezza e la sua bellezza!
Tu vuoi mostrarci il Volto
di Dio, non la sua legge, non le sue tavole di pietra! Tu vuoi che il nostro
rapporto col Padre non sia dominato dalla paura, ma dalla semplicità
dell'amore! Tutti temono di vedere Dio, e invece tu ce lo mostri in modo da
farcelo desiderare, Lui che è la meta del nostro cammino. Tu hai compiuto la
legge, quella Legge che è stata presentata come luce: ora sei tu la luce, la
luce piena e definitiva. Tu sei il compimento della Legge: noi ora seguiamo te,
con piena fiducia! Signore Gesù, vera luce dei miei passi! Le tue parole sono
dolci, le tue parole sono salvezza. Tu non vuoi giudicare né condannare. Tu sei
venuto in un mondo dove tutti sono fuori strada, dove tutti sono già
condannati. E la tua venuta non è per ratificare il giudizio che gli uomini già
meritano: tu vieni per salvare, e solo tu salvi! Chiunque s'affida a te è già
salvato, chi crede in te è gradito al Padre, è nel suo cuore e ne riceve la
vita!
Il tuo messaggio, messaggio
che ci vuol avvicinare con fiducia al Padre tramite te, è il messaggio che
salva. Se lo rifiutassi, rimarrei per sempre nella condanna della Legge,
rimarrei nella ricerca di salvarmi da solo, con le mie forze: ricerca inutile,
faticosa, inconcludente, persino blasfema.
Tu, Gesù, tu che compi
prodigi, tu sei l'obbediente! Tu non proponi te stesso se non per il fatto che
sei l'Inviato, che sei l'unico a conoscere il Padre, le sue intenzioni, il suo
amore, le sue parole.
Tu, Gesù, sai che la parola
di Dio è vita, perché Dio è Padre, è colui che dà la vita e la mantiene,
colui che crea l'uomo a sua immagine e a sua somiglianza. Dio Padre crea con la
sua parola: e questa parola ora è data a te; tu la porti nel mondo: qui,
attraverso il tuo parlare, puoi seminare vita! Signore Gesù, tu, vero profeta,
più grande di Mosè, tu sei il Figlio che porta sulla bocca la parola del
Padre! Tu avvicini la sua bocca ai miei orecchi, al mio cuore, perché io abbia
la vita!
La tua parola, Gesù, è il
bacio di Dio, con cui egli mi mostra e mi dona il suo amore eterno, la sua vita,
la sua fecondità.
Signore Gesù, parla: io ti
ascolto! E ti ringrazio, perché mi rivolgi la parola, dalla quale ricevo
l'amore perfetto e vitale di Dio!
Grazie, Signore Gesù!
8. LI AMÒ SINO ALLA FINE
Gv 13, 1-11
1
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare
da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino
alla fine.
2
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda Iscariota,
figlio di Simone, di tradirlo,3 Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era
venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, si tolse la veste, prese un
asciugamano e se lo cinse attorno alla vita.
5
Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad
asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto.
6
Venne dunque da Simone Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a
me?».
7
Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu
ora non lo capisci; lo capirai dopo».
8
Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se
non ti laverò, non sarai messo a parte di ciò che è mio».
9
Gli disse Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!».
10
Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno,
non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma
non tutti».
11
Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non
tutti siete puri».
8. LI AMÒ SINO ALLA FINE
Gv 13, 1-11
Signore Gesù, il tuo compito è l'amore che ci fa conoscere e vedere e desiderare il Padre! Quest'amore tu lo hai già dato in tanti modi ai tuoi discepoli e ora stai consegnandolo loro nel modo più pieno: essi comprenderanno, così, che la vita è vivere l'amore, e la religione è amare, e l'essere graditi a Dio è ancora l'amore! Proprio perché tu conosci la tua origine e la tua meta, puoi mostrarci l'amore, e così ci riveli ancora chi è il vero Dio: è un Padre che dà la vita!
Compi i vari gesti
dell'amore umile e pieno come svolgessi un rito: ti alzi, deponi la veste,
prendi il panno, te ne cingi. Ti fai servo. Tu sei il Servo di Dio, e ti fai
servo dei tuoi discepoli: essi sono destinati a far risplendere la gloria di
Dio. Deponi la veste nobile e indossi quella del servizio umile: lo fai senza
esserne richiesto e senza averne necessità. Tu cingi l'arma del servizio, come
un lottatore che si prepara alla battaglia, come un viaggiatore che si alza per
intraprendere il cammino; tu lotterai con Satana, e vincerai! Tu vai al Padre, e
giungerai!
Servendo umilmente anch'io
vincerò la lotta dell'orgoglio e dell'egoismo e giungerò alla meta!
Tu lavi i piedi ai discepoli
come Abramo li aveva lavati agli Angeli di Dio, anzi a Dio stesso! E i tuoi
discepoli saranno i nuovi messaggeri di Dio! Come il Signore lava le sozzure del
suo popolo, così tu lavi il nuovo popolo di Dio che stai per formare. Come i
figli di Aronne devono lavarsi i piedi prima di offrire i sacrifici, e come
devono lavare le zampe delle vittime prima che siano offerte, così tu purifichi
i tuoi, li prepari ad offrire il tuo sacrificio, ad accostarsi al tuo Corpo
risorto, nuovo tempio, definitivo, e ad offrirsi, con te, come vittime gradite.
Il tuo gesto assomiglia a
quello di Maria, che ti ha profumato i piedi e li ha asciugati: tu ora ami i
tuoi discepoli gratuitamente!
Pietro non capisce il tuo
amore. Egli pensa a te, e a Dio, come a un grande del mondo che non deve
piegarsi e umiliarsi. Ma per te e per il Padre amare non è umiliarsi, anzi, è
rivelarsi, è farsi conoscere e comunicarsi!
Dopo la tua morte Pietro
capirà. Dopo essersi lasciato amare, dopo esser diventato piccolo come un
bambino, anche Pietro potrà entrare nel tuo modo di vivere, di offrirsi. È
quello che stai cercando di fargli comprendere ora: se si lascerà lavare, avrà
parte con te, potrà essere, con te, rivelazione del Padre, potrà godere la tua
gloria!
Pietro ancora non ti
capisce, ma si lascia lavare.
Tu non intendi ripetere i riti di purificazione: essi non sono
più necessari né hanno mai purificato il cuore. Giuda, pur lavato, non è
puro! Sei tu ora, Gesù, la purificazione vera: chi accoglie te è gradito al
Padre, sta alla sua presenza e ne gode l'amore. Chi accoglie te e ascolta le tue
parole è veramente mondo: in lui Dio trova posto, in lui cresce l'uomo nuovo!
Signore Gesù, eccomi: lava
tu i miei piedi, purificami perché possa aver parte con te ed ereditare con te
la gloria!
Signore Gesù, figlio del
Dio vivo, salvami!
9. COME HO FATTO IO Gv
13, 12-30
12
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese la veste, sedette di nuovo e disse
loro: «Capite quello che ho fatto per
voi?
13 Voi mi chiamate il Maestro e il Signore,
e dite bene, perché lo sono.
14 Se dunque io, il Signore e il Maestro,
ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni agli altri.
15 Vi ho dato un esempio, infatti, perché
anche voi facciate come io ho fatto a voi.
16 In verità, in verità io vi dico: un
servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi
lo ha mandato.
17 Sapendo queste cose, siete beati se le
mettete in pratica.
18 Non parlo di tutti voi; io conosco
quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il pane
con me, ha alzato contro di me il suo calcagno.
19 Ve lo dico fin d'ora, prima che accada,
perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono.
20 In verità, in verità io vi dico: chi
accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che
mi ha mandato».
21
Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In
verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
22
I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse.
23
Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di
Gesù.
24
Simone Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava.
25
Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?».
26
Rispose allora Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E,
intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota.
27
Allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello
che stai facendo, fallo presto».
28
Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; 29
alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse
detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare
qualche cosa ai poveri.
30
Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
9. COME HO FATTO IO Gv
13, 12-30
Gesù, tu prima agisci, poi
parli; prima lavi i piedi, poi aiuti a comprendere la tua posizione verso i tuoi
discepoli e i loro rapporti reciproci.
Tu non sei solo il Maestro
che spiega, tu sei il Signore che ama. Di più: Tu, prima, sei colui che ama,
colui che rappresenta il Padre che dà la legge dell'amore, poi sei colui che la
insegna! Se il Signore, il Maestro fa una cosa, i discepoli, che lo amano,
devono fare altrettanto: altrimenti non sarebbero né discepoli, né amici! Tu,
Gesù, hai dato un esempio, ma, soprattutto, tu hai amato. E io amo perché tu
ami, e come tu ami. Io farò ciò che tu hai fatto, perché tu l' hai fatto,
come mio Signore, e come tu l' hai fatto, come mio Maestro; ancora, lo farò con
la forza che tu mi darai, con la tua sapienza e scienza!
Signore Gesù, tu sei
davvero mio Signore e Maestro!
Ti ringrazio per la gioia e
la pienezza di vita che mi trasmetti quando faccio ciò che tu fai, quando amo
come tu ami!
Tu conosci anche chi non
vuole accoglierti né come Signore né come Maestro; sai, ancora, che chi non
accetta di donarsi diventa nemico e si lascia andare in balìa del Nemico: sarà
tuo Nemico, che ti porta alla morte. Ma tu non rifiuti la morte, anzi, ne fai
l'occasione del tuo donarti!
Tu manifesti anche
l'avversario, offrendo così un segno capace di dar sostegno alla fede in te:
chi legge le Scritture potrà sapere che Tu sei proprio Colui che è, Colui che
il Padre invia.
C'è chi ti rifiuta, Gesù,
ma ci sono anche coloro che ti accolgono, ed accolgono i tuoi inviati! Questi
sono e saranno come Abramo: accolgono Dio stesso, divengono dimora divina,
tempio santo, Arca della Nuova Alleanza!
Non c'è solo il tuo Nemico,
ci sono e ci saranno sempre i tuoi amici che diverranno uno con te! Questa è la
tua gioia, una gioia che supera e dà motivo alla sofferenza cui vai incontro.
I tuoi discepoli si guardano
cercando di scoprire il traditore, ma non vi riescono: egli si nasconde bene, e
tu lo ami come ami tutti, anzi, di più! Per lui intingi il boccone, segno di
amicizia. Con un gesto d'amore tu manifesti al discepolo, il cui nome rivela il
tuo - Giovanni significa: Gesù ama, Gesù è l'amore -, colui che ti tradirà:
Tu sai chi è, e lo ami, e chiedi anche ai tuoi di amarlo.
Il discepolo che tu ami non
ha soggezione di Te, è libero di porti le domande più delicate e segrete. Al
discepolo che crede di essere qualcuno, invece, manca il coraggio, o forse la
semplicità e l'immediatezza dell'amore e dell'amicizia, per parlarti in
confidenza. Egli ricorre a colui che ti ama in semplicità.
Tu continui a tenere
nascosto colui che opera il male. Tu vedi la sua incapacità di rimanere con te
e con i tuoi, e gli dai l'occasione di allontanarsi senza che alcuno s'accorga.
In tutti rimane ancora il segreto. Chi è il traditore? Posso essere io! Quale
garanzia posso dare io, con le mie forze, che non tradirò il mio Signore e
Maestro?
Sto unito a te, Gesù!
Rimango dove tu sei: là è giorno, là c'è la luce. Fuori è notte. Senza te
l'uomo vaga in balìa della tenebra, e del padre delle tenebre, che è menzogna
e toglie la vita.
Resto con te e con i tuoi,
Gesù: tienimi, per grazia, per misericordia!
10. TUTTI SAPRANNO
Gv 13, 31-38
31
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato
glorificato in lui.
32 Se Dio è stato glorificato in lui,
anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
33 Figlioli, ancora per poco sono con voi;
voi mi cercherete ma, come ho già detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi:
dove vado io, voi non potete venire.
34 Vi do un comandamento nuovo: che vi
amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni
gli altri.
35 Da questo tutti sapranno che siete miei
discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
36
Simone Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove
io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».
37
Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per
te!».
38
Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me?
In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non
m'abbia rinnegato tre volte».
10. TUTTI SAPRANNO Gv 13,
31-38
Signore Gesù, all'uscita di
Giuda - e di Satana con lui - tu ti senti liberato da un grande peso e sollevato
della presenza del nemico, che impediva la tua piena confidenza con i discepoli.
Solo ora puoi aprir loro del tutto il tuo cuore!
La tua Ora è giunta, e si
sta compiendo. Adesso gli uomini realizzano le loro trame contro di te: esse
sono solo il mezzo col quale tu vieni glorificato, il mezzo attraverso il quale
puoi far vedere la pienezza dell'amore del Padre, la tua divinità, e la sua
divinità, come amore! Tu manifesti Dio come Padre ed egli manifesta te come
Dio! Tu e il Padre siete uno anche in questo momento conclusivo, e la vostra
unità è lo Spirito che si deve effondere sui discepoli e, attraverso di loro,
sul mondo!
Ai discepoli parli con
confidenza, come un papà cui preme esser ascoltato e sa d'esser ascoltato perché
sente l'amore dei suoi figlioli. Offri loro il tuo testamento per colmare la
nostalgia che avranno di te: vivendo il tuo comandamento, sentiranno e godranno
ancora la tua presenza. Essi resteranno soli, ma questo non sarà un male, anzi:
ciò rientra nei disegni annunciati e voluti dal Padre! I discepoli, soli,
potranno portare a tutti, e in tutti i luoghi, l'annuncio del tuo nome con la
loro vita, e così renderti presente.
Il comandamento nuovo, che
tu doni loro, ha proprio questo scopo: annunciarti, non con le parole, ma con la
vita, in modo comprensibile e inequivocabile, a tutto il mondo. Vivendo il tuo
comandamento, essi annunceranno che tu sei la vita, sei la via, sei la verità,
sei il pane, sei l'uomo vero! Questa è la missione dei tuoi discepoli, di
tutti, non solo di quelli inviati a predicare!
E nessuno predicherà
fruttuosamente se la comunità dei discepoli non sarà come il seme che muore!
Ecco il tuo comandamento
nuovo: amarsi gli uni gli altri. È una chiusura? No, è una chiarezza. Solo
quelli che credono in te portano in sé la vita, la vita del Dio che è amore.
Solo quelli che credono in te hanno capacità di amare come tu hai amato, hanno
forza di vincere il proprio io - ambizione ed egoismo - e di vincere il Maligno.
Solo chi crede in te sa amare e accetta di essere amato, e vive così piena
comunione, come quella che tu vivi con il Padre.
Signore Gesù, il tuo
comando è nuovo anche per questo: non amiamo perché l'amore è grande o perché
l'amore è un valore immenso, ma perché tu hai amato, tu che sei il Figlio e il
Pastore e la Luce!
Chi crede in te è capace di
accogliere sempre nuovi fratelli, e fratelli di ogni cultura e di ogni
condizione sociale. Grazie, Gesù, del tuo comando, che fa della tua Chiesa
luogo del vero Dio, comunità sempre missionaria che attira a te tutti i popoli,
e li raccoglie riempiendoli della vita vera, fonte di gioia e di salvezza!
La domanda che Pietro ti
rivolge con ostinazione, o Figlio di Dio, e la tua risposta sincera e sorpresa,
mi aiutano a non fidarmi di me stesso, né della mia capacità di comprendere, né
della mia forza d'esserti fedele.
Ti ringrazio, Gesù, che
muori per me: la tua morte è preziosa, è necessaria. Senza di essa io non
sarei tuo discepolo. Se accetti la mia vita, ed essa può essere utile per il
tuo Regno come testimonianza della tua salvezza, eccomi, Gesù!
Donami tu luce, forza e
guida perché il mio vivere e il mio morire siano tuoi, tuo strumento e tua
gloria.
Grazie, Signore Gesù!
Nulla Osta: Mons. Iginio
Rogger, cens. Eccl., Trento, 01 gennaio 2002