Condonò il debito a tutti e due
Meditazioni contemplative sul Vangelo secondo Luca 4/10
7,24 - 9,17
Questo è il quarto della serie di dieci opuscoli, aiuto alla lettura del Vangelo secondo Luca. Al testo evangelico (traduzione CEI del 1997) viene affiancata una meditazione in forma di preghiera rivolta a Gesù, il Signore risorto che ci incontra: Egli ci rivela se stesso, termine e compimento delle Sacre Scritture, pienezza ed eternità della nostra vita.
Le undici meditazioni potrebbero accompagnarti nel percorrere un cammino
di esercizi spirituali con metodo simile alla Lectio Divina.
Ti devi regalare qualche ora di tempo per alcuni giorni. Puoi leggere e rileggere
adagio il brano del Vangelo, con pace e tranquillità. Una prima lettura
della meditazione può aiutarti a fissare ancora più l'attenzione
sull'una o sull'altra frase del Testo evangelico. Queste frasi le puoi ripetere
una ad una molte volte, con calma, al ritmo del tuo respiro. Gli antichi Padri
paragonavano questa ripetizione al ruminare degli animali, passaggio per essi
necessario al cibo per diventare energia vitale.
La Parola, passando e ripassando dalla nostra mente al nostro cuore, continuamente
"rimasticata", ci allieta e ci nutre con ciò che essa contiene.
Essa è piena e pregna d'amore, anzi, di Spirito Santo, quello Spirito
che fa risplendere sul tuo volto l'immagine e la gloria del Figlio!
Come la spugna, pregna d'acqua, passando sul tavolo, lo bagna e lo pulisce,
così la Parola, passando e ripassando, purifica la nostra mente da ogni
pensiero mondano, e riempie il nostro cuore dello Spirito del Dio vivente!
1. Che cosa siete andati a vedere?
(7,24-35)
24 Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare
di Giovanni alle folle: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una
canna sbattuta dal vento?
25 E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso?
Ecco quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi
dei re.
26 Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anzi,
più che un profeta.
27 Egli è colui del quale sta scritto:
Ecco, prima di te io mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via.
28 Io vi dico, fra i nati da donna non vi è alcuno più grande
di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande
di lui.
29 Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo
di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto.
30 Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno
reso vano per loro il disegno di Dio.
31 A chi dunque paragonerò questa generazione? A chi è simile?
32 E' simile a dei bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri
così:
Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!
33 Infatti è venuto Giovanni il Battista, che non mangia pane e non
beve vino, e voi dite: E' indemoniato.
34 E' venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione
e un beone, amico di pubblicani e di peccatori.
35 Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli".
1. CHE COSA SIETE ANDATI A VEDERE? 7,24-35
Signore Gesù Cristo, ti ringraziamo perché ci aiuti a guardare
con serietà e con purezza la vita degli uomini.
Ora tu parli di Giovanni, che sta soffrendo in prigione a causa dell'incredulità,
della prepotenza e della crudeltà dei potenti. La folla era stata attratta
dalla figura ascetica del Battista, che per lui aveva affrontato la fatica del
deserto: ora tu le fai conoscere quell'uomo, manifestando chi egli è
agli occhi di Dio, quale la sua importanza e la bellezza e unicità della
sua missione.
Egli non è stato una canna agitata dal vento: chi si sarebbe mosso per
un uomo ossequiente agli ordini di ogni potente? Non occorre fare nemmeno un
passo per incontrare gente del genere. Se la folla si è mossa per vederlo
è perché ha riconosciuto nella sua fermezza la realizzazione del
proprio desiderio di giustizia e l'espressione della verità divina!
Nemmeno la bellezza e la comodità delle vesti ha attirato la folla: la
bellezza esteriore, che s'accorda con la vanità e con il peccato, viene
sfoggiata dai potenti e dai ricchi. I poveri non la cercano, perché non
li soddisfa. La bellezza di Giovanni è tutta nascosta agli occhi dell'uomo:
solo Dio e i suoi amici la vedono, poiché si esprime nella sua fede e
nella sua fedeltà, nella grandezza del suo amore che sa essere distaccato
dalle cose e da se stesso!
Gesù, tu continui a interrogare e a rispondere.
Quando i discepoli di Giovanni sono partiti tu fai l'elogio del tuo precursore!
Giovanni non è soltanto un profeta, uno che annuncia la parola del Dio
vivente. Egli è di più, egli ha preparato il campo alla semina
della Parola, ha preparato i cuori all'umiltà per l'accoglienza di Colui
che è, ha indicato presente te come Agnello, ha cominciato a godere per
la presenza di te, annunciato come Sposo!
Nessun altro ha realizzato questo compito e nessun altro lo imiterà,
perché Colui che deve venire è venuto, Colui che salva è
già qui, Colui che ama si sta ormai rivelando: sei tu, Gesù!
Giovanni è, tra gli uomini, il più grande, colui che raggiunge
la maturità umana in pienezza. Non c'è uomo più grande
di colui che sa indicare agli uomini il loro Salvatore!
Egli è grande, ma tu ci assicuri che la sua grandezza può essere
messa a confronto con quella dei figli di Dio. Egli è nato di donna;
chi è nato dall'Alto è in un'altra dimensione! I figli di Dio
invece hanno accolto il Figlio, sono uno con lui, sono inseriti in te, che Giovanni
indica a tutti come il luogo di Dio, come la meta finale, come l'amore stesso
di Dio. Il più piccolo nel Regno è già membro del tuo Corpo,
il Corpo di Cristo, è pietra viva, è unto di Spirito Santo, è
Figlio del Padre. Il più piccolo di coloro che sono rinati dall'Alto
vive in una dimensione nuova, superiore a chiunque nato da donna!
Tu ci assicuri che veniva da Dio la parola di questo profeta e indice di Cristo.
Veniva da Dio la sua richiesta di penitenza. I peccatori che lo hanno ascoltato
hanno riconosciuto l'amore e la verità del Padre, invece coloro che si
ritenevano già a posto hanno dichiarato inutile e superfluo l'intervento
di Dio, hanno ritenuto se stessi superiori a lui. Dio non sa più come
fare a salvarli. Egli ha provato a richiamare con severità, a offrirsi
con dolcezza: ma essi non ascoltano, non prendono nulla sul serio. I bambini
capricciosi che non stanno mai al gioco sono la loro fotografia: non si può
fare altro che lasciarli a se stessi, non si può che rivolgersi altrove
e abbandonarli al loro destino. Essi sanno solo giudicare e condannare gli altri,
e così condannano e giudicano coloro di cui Dio vorrebbe servirsi per
la loro salvezza.
Signore Gesù, abbi pietà di me!
2. Condonò il debito a tutti e due. (Lc 7,36-50)
36 Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella
casa del fariseo e si mise a tavola.
37 Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che Gesù
si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo;
38 stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli
di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva
di profumo.
39 Vedendo questo, il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé.
"Se costui fosse un profeta, saprebbe chi, e di quale genere è la
donna che lo tocca: è una peccatrice".
40 Gesù allora gli disse: "Simone, ho da dirti qualcosa". Ed
egli: "Dì pure, maestro. ".
41 "Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari,
l'altro cinquanta. 42 Non avendo essi di che restituire, condonò il debito
a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?".
43 Simone rispose: "Suppongo sia colui al quale ha condonato di più".
Gli disse Gesù: "Hai giudicato bene".
44 E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: "Vedi questa donna? Sono
entrato in casa tua e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha
bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45 Tu non
mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di
baciarmi i piedi. 46 Tu non mi hai versato il profumo sul capo; lei invece mi
ha cosparso i piedi di profumo. 47 Per questo ti dico: i suoi molti peccati
sono perdonati, perché ha molto amato. Invece quello al quale si perdona
poco, ama poco".
48 Poi disse a lei: "I tuoi peccati sono perdonati ".
49 Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: "Chi è
costui che perdona anche i peccati?".
50 Ma egli disse alla donna: "La tua fede ti ha salvata; va' in pace!".
2. Condonò il debito a tutti e due. (Lc 7,36-50)
Signore Gesù, tu non fai differenza di persone. Tu godi di stare con
i peccatori e perciò accetti anche l'invito del fariseo. Anch'egli è
peccatore, benché non ne sia consapevole e non sia ancora capace di ammetterlo.
La sua tavola è più pulita e più abbondante, ma il suo
cuore è ancora chiuso a coloro che egli giudica peccatori. La sua casa
è aperta, ma non come quella di Dio.
La peccatrice, nota nella città, viene per te. Ella non si vergogna di
mostrare amore per te, nemmeno se questo può essere frainteso, lei che
si vergogna di farsi vedere. Si mette dietro a te, alla presenza di tutti i
ragguardevoli invitati, e con i suoi gesti ti dichiara più importante
di colui che ti sta ospitando.
Ella onora i tuoi piedi: non si ritiene degna di rivolgerti la parola e nemmeno
di alzare gli occhi per guardarti.
Bagna con lacrime i tuoi piedi, asciuga i tuoi piedi, bacia i tuoi piedi, profuma
di unguento i tuoi piedi!
I tuoi sono i piedi beati di chi annunzia la vera pace, di chi porta sui monti
la gioia eterna e rende possibile agli uomini le ricchezze del Dio vivente.
I tuoi sono "i piedi" di Dio posati sulla terra, come nel Santo dei
santi del Tempio.
I gesti di questa donna sono gioia, sono riconoscenza, sono lode e nello stesso
tempo annuncio. Ella dice con le lacrime, con i baci e con il profumo che tu
sei il dono di Dio per i peccatori, la liberazione per chi soffre la schiavitù
di Satana, sei l'adempimento delle profezie più belle, quelle che dicono
la tenerezza di Dio per i peccatori! E noi tutti siamo peccatori!
Una peccatrice che ama Gesù ha fatto sorgere pensieri strani: strani
per chi è abituato a giudicare e condannare, e forse a peccare. Simone
il fariseo giudica anche Gesù: se fosse un profeta… eviterebbe i peccatori!
Egli dimentica che Dio cerca proprio gli uomini peccatori, dimentica d'essere
egli stesso peccatore!
Tu, Gesù, invece, proprio perché compi le opere di Dio, accetti
il grazie dei peccatori!
Ma è ancora peccatrice la donna che compie gesti d'amore e d'accoglienza
per te? È peccatrice colei che con umiltà e in silenzio ti proclama
degno d'essere amato e di essere osservato da tutti?
Tu vuoi che anche Simone, il fariseo, si riconosca peccatore.
Come potrà altrimenti conoscere l'amore di Dio, sperimentarne la potenza,
goderne la dolcezza? Fin che egli pensa d'aver solo meriti rimane escluso dalla
comunione con Dio, che è Padre che dona solo amore gratuito. Chi sa d'avere
dei meriti non accetta l'amore gratuito e così non arriva a conoscere
Dio.
Davanti a Dio, che ama gratuitamente, siamo tutti debitori: la grandezza del
debito la conosce solo lui! Chi si riconosce debitore riconosce la grandezza
del dono d'amore ricevuto, e risponde con un amore senza limiti. Dio, che sa
vedere il peccato, sa pure valutare l'amore!
Gesù, ora tu stai apprezzando l'amore della peccatrice. La sua vita è
cambiata. Ella ama e accoglie te, inviato di Dio, mentre il fariseo ti osserva
senza impegnarsi nell'amarti. Egli ti ha invitato forse solo per essere stimato
dagli uomini, non per imparare da te.
Tu vedi scendere su colei che ti ama il perdono del Padre. Vedi il cuore freddo
di chi non ritiene di doversi far perdonare. Tu vedi il mondo risanato dalle
tue parole che raggiungono il cuore umile di chi ti accoglie: "Ti sono
perdonati i tuoi peccati"! Sono parole divine le tue, parole d'amore vero,
d'amore senza giudizio e senza rimprovero, parole che sanciscono quanto avviene
in chi ti ama!
Attorno a te risuona una domanda: Chi è quest'uomo che perdona? Rispondo
io: è un uomo che conosce Dio, un uomo che ama Dio e compie la sua volontà.
È l'uomo-Dio! L'ho imparato da lei, dalla donna che in silenzio ti ha
amato!
Gesù, tu, uomo col cuore di Dio, rimandi la donna che a quel pranzo non
ha mangiato; la rimandi saziata e dissetata.
Ella ha bevuto la tua pace, ha mangiato la tua salvezza: ella sa chi tu sei,
e ora vive davvero!
3. Li assistevano (Lc 8,1-3)
1 In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando
e annunziando il lieto messaggio del regno di Dio.
2 C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti
cattivi e da infermità: Maria, detta la Maddalena, dalla quale erano
usciti sette demoni,
3 Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode; Susanna e molte altre,
che li assistevano con i loro beni.
3. Li assistevano (Lc 8,1-3)
L'accoglienza festosa dei peccatori e la circospezione sospettosa di coloro
che si ritengono e sono ritenuti giusti ti spinge, Signore Gesù, a metterti
in cammino.
Tu vuoi incontrare tutti personalmente. Il conoscerti per sentito dire non è
affidabile. Gli uomini ti devono vedere, devono udire la tua voce, devono essere
raggiunti dal tuo sguardo.
Ed eccoti, proprio tu stesso, attraversare le strade, quasi ad obbligare tutti
a imbattersi nella tua presenza. Non escludi nessuno, non risparmi alcuno: città
e villaggi, persone sicure e persone che vivono nella precarietà, grandi
e piccoli, uomini e donne, chi lavora e chi non lavora, chi viaggia e chi risiede,
tutti devono e possono ascoltarti.
Tu predichi senza timore, come i banditori ufficiali, come gli araldi del re.
Le tue parole sono davvero quelle del Regno, quelle che annunciano la presenza
e l'efficacia dell'amore di Dio, la gioia per tutti nuova di poter servire il
Re dei cieli e dei secoli.
È buona la notizia che tu proclami, notizia che diffonde gioia riempiendo
i cuori di speranza e d'amore. È una notizia che non può e non
deve rimanere nascosta; tu percorri tutte le strade come il messaggero di cui
ha scritto il profeta, messaggero che porta lieti annunzi e gioia grande!
Con te stanno i Dodici! Sono già scelti, sono attenti, sono tuoi. Essi
godono di stare con te, rendono visibile il Regno! Essi attorno a te ricordano
col loro numero i Patriarchi e le dodici tribù che formano il Popolo
di Dio. Tu con loro sei il nuovo Popolo, il vero Regno in cui Dio può
continuare a manifestare il suo amore per gli uomini e cominciare a rivelarsi
in pienezza come Padre di tutti.
I Dodici non s'allontanano da te, e tu ormai sei riconosciuto come Colui che
sta con loro! Essi sono uomini, anch'essi peccatori, e tu non ti vergogni di
essere individuato dalla loro presenza!
Con te ci sono pure le donne, alcune che hanno sofferto, che hanno sperimentato
la schiavitù del peccato e di Satana, e sono giunte alla libertà
attraverso la tua Parola e il tuo amore.
Esse stanno con te: sanno che altrove non c'è vita, che lontano da te
c'è solo dolore, solitudine, infermità. Stanno con te come testimoni
della tua salvezza!
E come vere testimoni sono chiamate per nome e riconosciute: esse non si vergognano
di ciò che erano, perché ora sono persone nuove, sono tue! La
tua luce le illumina, la tua salvezza le fa ardere di amore. Dalla schiavitù
oppressiva del Maligno sono passate al servizio gioioso del Regno, come il popolo
che dalla schiavitù d'Egitto era passato al servizio di Dio nella terra
della santa libertà.
Anch'esse vogliono collaborare al tuo cammino con gli uomini. Esse ti accompagnano
con l'amore materno che provvede alle semplici necessità quotidiane!
Esse - senza più la preoccupazione d'essere pure e senza il timore di
essere impure - offrono la loro presenza, il loro servizio, i loro beni, a facilitare
la predicazione del Regno di Dio. Il Padre, con la loro presenza accanto a te
e ai Dodici, dona serenità e pace, armonia e tenerezza.
Il tuo Regno non è solo un gruppo di uomini, ma un vero popolo che si
muove, che attraversa le regioni, che entra nelle città e villaggi: un
popolo di Dio!
Maria, Giovanna e Susanna con tutte le altre sono gloria di Dio! La storia diversa
e il rango disuguale non impedisce loro una vita di comunione: sei tu ora la
fonte e il motivo della Vita!
Come tua Madre, Gesù, è stata scelta dal Padre per te, così
tu ora accogli le donne come strumento prezioso del tuo amore agli uomini. Esse
ti aiutano ad accogliere le folle che corrono per te! Le folle trovano il sorriso
e la sicurezza sui volti delle donne guarite, risanate, capaci di amare, testimoni
della tua salvezza!
4. A voi è dato conoscere… (8,5-15)
4 Poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni
città, Gesù disse con una parabola:
5 "Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava,
una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la
mangiarono.
6 Un'altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per
mancanza di umidità.
7 Un'altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa,
la soffocarono.
8 Un'altra parte cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento
volte tanto". Detto questo, esclamò: "Chi ha orecchi per ascoltare,
ascolti!".
9 I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola.
10 Ed egli disse loro: "A voi è dato conoscere i misteri del regno
di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché
guardando non vedano
e ascoltando non comprendano.
11 Il significato della parabola è questo: La semente è la parola
di Dio. 12 I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata,
ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché
non avvenga che, credendo, siano salvati.
13 I semi caduti sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano, accolgono la
Parola con gioia, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nel tempo
della prova vengono meno.
14 I semi caduti in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada
facendo si lasciano sopraffare da preoccupazioni, ricchezza e piaceri della
vita e non giungono a maturazione.
15 I semi caduti sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola
con cuore nobile e buono, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.
4. A voi è dato conoscere… (8,5-15)
Signore Gesù, le tue parole escono dalla tua bocca come miele, e con
il tuo miele attiri tutti, perché a nessuno manchi nutrimento e gioia!
Parli in parabole, così tutti comprendono che le cose che vuoi dire richiedono
impegno per essere capite, e sono perciò importanti; le capiscono davvero
però solo coloro che instaurano con te un rapporto di fiducia e di amore!
Chi ti ama cerca nel tuo sguardo e nel tuo cuore il significato delle tue parole,
e il Padre glielo rivela: tu puoi essere conosciuto da coloro che ti amano.
Chi non ti ama non cerca i tuoi pensieri, si accontenta del significato superficiale
di ciò che tu dici.
Il tuo racconto è semplice e bello. Il seminatore uscì a seminare
la sua semente. Egli è un uomo che pensa al futuro, un uomo che coltiva
speranza. Egli porta all'aperto quanto custodisce nel segreto, lascia le sue
sicurezze e la sua dimora per affidare alla terra quanto è racchiuso
nel suo grembo. E la terra subito delude le sue attese.
Piedi che calpestano, uccelli famelici, mancanza d'acqua, spine soffocanti accolgono
il seme prezioso. La terra buona fa attendere il risultato. Ma è una
terra che custodisce il seme, lo fa germogliare, gli fa dare il frutto centuplicato!
La paziente attesa viene premiata, il gesto fiducioso del seminatore si rivela
provvidenziale.
Il tuo racconto, Gesù, è prezioso.
Con amore tu gridi: chi ha orecchi intenda! Il tuo grido risveglia attenzione:
la tua parola è importante, deve avere delle conseguenze.
La conseguenza dell'ascolto della tua parola è vita o morte: per questo
tu gridi come griderai alla fanciulla morta di alzarsi, come griderai al Padre
dalla tua croce.
Deve ascoltare colui che ne ha la possibilità: ascoltare come si ascolta
la voce di Dio, ascoltare perché chi ascolta trova la vita, ascoltare
la tua Parola come il vero Israelita ascolta ogni giorno la Parola del suo Dio!
Ai tuoi discepoli, a coloro che ascoltano, tu riveli la bellezza della vita
spirituale. Coloro invece che stanno ad osservarti per giudicarti, come Simone
il fariseo, questi non ti possono amare e restano privi della vita autentica
del Regno del Padre!
L'uomo vero e maturo è colui che si mette in rapporto con Dio, ascoltando!
E Dio continua a riversare il suo amore che diventa Parola!
Sei tu, Gesù, la Parola del Padre, Parola che giungi a tutti i cuori.
Sei tu, Gesù, il seme di Dio che cerca di portare il suo frutto.
Ma tu incontri il cuore duro come pietra, il cuore che non ti accoglie subito
con amore e perciò il diavolo fa in tempo a far dimenticare la tua parola.
Tu incontri il cuore che ti accoglie con gioia, ma con la gioia di chi è
attento ad accontentare se stesso: basta una prova, una tentazione, e la vita
suscitata dalla tua parola muore.
Tu incontri chi s'incammina con te, chi comincia con serietà ad amarti,
ma senza lasciare nulla, senza esser pronto a morire, conservando il desiderio
di piacere agli uomini, di diventare un grande tra di loro, di godere come tutti
gli altri. Questa vecchia vita farà sparire la novità della tua!
Tu incontri la terra buona, il cuore che ascolta, il cuore deciso che custodisce
la tua amicizia segretamente, come perla preziosa, come tesoro grandissimo,
il cuore che soffre per custodire in sé la tua vita. Tu incontri queste
persone che sanno sopportare umiliazione e croce per te, che perseverano nella
fatica quotidiana e nella persecuzione: ecco dove cresce e matura il frutto,
ecco dove il mietitore potrà cantare di gioia, perché trova di
che nutrire i suoi figli.
Gesù, tu sei il seme, sei la parola, sei il frutto che matura nel buon
terreno della perseveranza, dell'obbedienza, della pazienza, ambiente tipico
del cuore dei poveri, degli umili, dei semplici!
Gesù, mia gioia e mia salvezza!
5. Chi entra veda la luce (8,16-21)
16 Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto,
ma su un candeliere, perché chi entra veda la luce.
17 Non c'è nulla di nascosto che non sia manifestato, nulla di segreto
che non sia conosciuto e venga in piena luce.
18 Fate attenzione dunque a come ascoltate; poiché a chi ha, sarà
dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere".
19 E andarono da lui la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo
a causa della folla.
20 Gli fecero sapere: "Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano
vederti".
21 Ma egli rispose: "Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che
ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica".
5. Chi entra veda la luce (8,16-21)
"La tua parola nel rivelarsi illumina!" (Sal 119,130)
"Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino"
(Sal 119,105)!
La tua parola, che porta frutto, è la luce del mondo! E coloro che l'accolgono
in cuore buono sono lampade da te accese in mezzo alla tenebra del mondo. E,
come ogni persona saggia, tu non accendi lampade per nasconderle né per
porle in luoghi impropri dove risultino inutili o dannose!
Tu poni i tuoi discepoli all'ingresso della casa, li vuoi ben visibili nel mezzo
della Chiesa, affinché tutti quelli che si avvicinano possano incontrare
la tua parola attraverso le loro vita nuova!
Coloro che non riescono a comprendere i tuoi discorsi li comprenderanno vedendo
la vita di chi ti obbedisce. Ciò che tu dici, e che rimarrebbe misterioso
per alcuni, diventa luce chiara nella vita dei tuoi fedeli!
Le luci accese fanno luce! Se non fanno luce non sono accese! È importante
perciò badare a tener desto l'ascolto della tua Parola.
C'è un ascolto vero che cambia la vita, un ascolto che diviene accoglienza
della vita di Dio nella nostra, un ascolto che ci riempie di verità,
di grazia, di santità.
Gesù, possa io ascoltarti così! Possa io ascoltarti con amore,
come il figlio ascolta il proprio padre, non con il timore o la paura con cui
lo schiavo ascolta il proprio padrone!
Allora quanto tu mi hai già dato con la vita naturale diviene recipiente
di tesori immensi, vaso di terra preziosissimo, dono di grazia divina. Se il
mio ascolto di te fosse superficiale o interessato alla salute e allo star bene,
anche quella tua parola che già conosco non mi gioverebbe nulla per la
salvezza, e anche le buone opere compiute non sarebbero che un inutile vanto.
Gesù, Parola - luce, splendore del Padre! Sei tu la mia nuova vita!
Una folla ti vuole ascoltare, una folla che ti è vicina perché
ti ascolta. La madre e i fratelli tuoi non ti possono avvicinare? Se anch'essi
vogliono far parte della folla che ti ascolta ti sono già vicini! Se
essi invece vogliono vantar diritti dalla loro parentela, allora ti sono molto
lontani!
Tua madre non parla, né i tuoi fratelli. Sono altri a riferire che essi
sono fuori e ti vogliono vedere. In mezzo a coloro che ti ascoltano c'è
ancora e c'è sempre chi dà importanza al voler vedere!
Perché vederti? Non basta la parola? Non è la parola che entra
nelle orecchie e nel cuore e cambia la vita? Non è la Parola il dono
di Dio che fa vivere l'uomo e lo salva dallo scendere nella fossa? Non sei tu
stesso, Gesù, Parola pronunciata dall'amore del Padre, Parola che apre
gli occhi ai ciechi e chiama i morti alla vita?
Tu sai che non serve vederti, che è vita ascoltarti! Chi ti ascolta ti
fa vivere, è per te una madre, è per te uno che ti porta nel mondo,
che ti dà alla luce! Chi ti ascolta e ti obbedisce è per te fratello,
è con te figlio del Padre, condivide con te l'amore di Dio e la gioia
dell'amore reciproco.
Tua Madre è già un esempio per me, per tutti, per le folle: è
l'esempio di come si ascolta e di come si fa la Parola udita.
Tua Madre ha ascoltato e si è resa pienamente disponibile: ora ella è
luce per tutti, è lampada posta sul lucerniere per tutti quelli che entrano
nella tua Chiesa.
per la continuazione richiedi l'opuscolo stampato oppure il file intero.