Si prostrarono davanti a lui!
Luca 22,24 - 24,52
Traduzione CEI 1997
10/10
1. Io ho pregato per te (22,24-34)
2. Chi non ha spada ne compri una (22,35-46)
3. Fissò lo sguardo su Pietro (22,47-62)
4. Il Figlio dell'uomo seduto alla destra (22,63-23,1)
5. Tu lo dici (23,2-12)
6. Da portare dietro a Gesù (23,13-26)
7. Oggi con me sarai nel Paradiso (23,27-43)
8. Padre, nelle tue mani (23,44-56)
9. Si ricordarono delle sue parole (24,1-12)
10. Lo riconobbero (24,13-35)
11. Si prostrarono davanti a lui (24,36-53)
1. Io ho pregato per te (22,24-34)
24 E nacque tra di loro una discussione: chi di essi fosse da considerare più
grande.
25 Egli disse: "I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il
potere su di esse sono chiamati benefattori.
26 Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane,
e chi governa, come colui che serve.
27 Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui
che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.
28 Voi siete tra quelli che sono rimasti con me nelle mie prove,
29 e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me,
30 perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E sederete in trono
a giudicare le dodici tribù di Israele.
31 Simone, Simone, ecco: satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano;
32 ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta
ravveduto, conferma i tuoi fratelli".
33 E Pietro gli disse: "Signore, con te sono pronto ad andare in prigione
e alla morte".
34 Gli rispose: "Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che
tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi".
1.
Signore Gesù, hai appena fatto dono del tuo Corpo e del tuo Sangue, come nuova
Alleanza, ai tuoi discepoli, ma essi non sono in grado di capire. Hanno mangiato
e bevuto di te, pane del cielo, ma vivono ancora sotto l'influsso della terra
e del peccato degli uomini. Fanno confronti tra di loro, lasciando crescere
in se stessi invidia e gelosia, ambizione e vanagloria. Ignorano il tuo esempio
e la volontà del Padre, che ci considera suoi figli, e, quindi, tra noi fratelli:
i fratelli più grandi dovrebbero aiutare i piccoli, servirli, non considerarsi
loro padroni!
Grazie, Gesù, che correggi le tendenze umane consolidate nei tuoi: essi sono
uomini come gli altri, hanno il cuore di pietra e non sanno ancora usare il
cuore nuovo, di carne, il tuo, che hai donato loro!
Nel mondo, colui che viene insignito di regalità, la esercita come dominio e
potere che fa soffrire gli uomini; si impone e inganna: infatti si fa chiamare
benefattore, ma soddisfa invece solo la propria ambizione e la propria sete
di ricchezza. Questa è l'unica regalità conosciuta, l'unico modo di regnare
presente nel mondo.
I tuoi discepoli, quelli che ora devono occuparsi dei loro fratelli e delle
comunità che sorgono attorno a loro, sono tentati di imparare dagli uomini invece
che da te! Tu, che sei il primo e il più grande, sei stato in mezzo ai tuoi
compiendo i gesti del servitore. Tu hai compiuto i gesti umili e semplici, quelli
che di solito vengono affidati ai più giovani, li hai compiuti con un grande
amore, con l'amore di Dio! Coloro che hanno il dovere di guidare e governare
tra noi, saranno sempre pronti a servire, ad ascoltare, ad imparare.
Come diventa bella la tua Chiesa, Gesù! Tutti saranno impegnati nella gara dell'amore!
Tu sei l'esempio costante e trascinante, Gesù, mio Signore!
Hai rimproverato i tuoi e li hai messi in guardia dalle future tentazioni,
ma essi sono anche esemplari nella loro fedeltà. I vari episodi di inimicizia
delle persone più influenti e le fatiche affrontate non sono riusciti a far
allontanare i discepoli. Essi sono ancora accanto a te. Ci saranno nuovamente
situazioni difficili, anzi, sta per arrivare il momento che maggiormente metterà
alla prova il loro amore per te: essi ti saranno ancora fedeli e tu li premierai.
Il tuo premio sarà quello stesso che tu hai ricevuto: lo lasci loro in eredità.
Tu hai ricevuto una regalità nuova, meravigliosa: hai ricevuto una regalità
che supera quella del re Davide, perché durerà per sempre. La tua regalità renderà
i discepoli famiglia radunata che gode la comunione perfetta! Essi staranno
a mensa e continueranno la cena che hai già cominciato a godere con loro. Tu
sarai la realizzazione della loro esistenza, li riempirai di vita, di pace,
di gioia. Avranno compiti importanti, ed essi li svolgeranno come servitori,
avranno il compito di giudicare con la tua sapienza e di governare con il tuo
amore. Il loro servizio raggiungerà tutti, tutte le tribù di Israele, popolo
posto come luce delle nazioni: tutte le genti infatti godranno del servizio
e della gioia dei tuoi apostoli, Gesù.
Essi continueranno ad affrontare prove e tentazioni che li faranno soffrire
e che riusciranno a scuoterli e sconcertarli. Anche Pietro sarà scosso, come
il buon grano è scosso dal vaglio.
Ti rivolgi a lui e lo chiami con il nome con cui era chiamato quando lo hai
incontrato sul lago. Egli, pur avendo ricevuto da te il compito più importante,
cadrà nella tentazione. Con molta delicatezza tu gli annunci il suo ravvedimento,
e gli annunci pure la tua fedeltà: non ritirerai la tua parola, non darai ad
altri il suo incarico, continuerai a fidarti di lui, peccatore pentito. Egli
si riprenderà dalla sua sconfitta, dallo scuotimento terribile di Satana. Si
riprenderà, ma non grazie alla sua forza né alla sua convinzione, e nemmeno
in forza delle sue promesse decise, ma solamente grazie alla tua preghiera.
Tu hai pregato il Padre per Simone, e continui a pregarlo. Simone farà esperienza
della propria debolezza e della inconsistenza della fiducia in se stesso, fonte
di orgoglio, ma farà esperienza anche della forza della tua preghiera, che lo
sosterrà nel compito di essere sostegno alla fede dei fratelli.
Gesù, tu continui a pregare, ed io sono sicuro che la tua preghiera per Pietro
ottiene anche a me la grazia del ravvedimento!
Io sono fragile, sono incapace di vincere le tentazioni.
Tu hai pregato, Gesù. Grazie: il Padre ti ascolta, e mi riveste di forza!
2. Chi non ha spada ne compri una (22,35-46)
35 Poi disse: "Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali,
vi è forse mancato qualcosa?". Risposero: "Nulla".
36 Ed egli soggiunse: "Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha
una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una.
37 Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E
fu annoverato tra gli empi. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo
termine".
38 Ed essi dissero: "Signore, ecco qui due spade". Ma egli rispose
"Basta!".
39 Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo
seguirono.
40 Giunto sul luogo, disse loro: "Pregate, per non entrare in tentazione".
41 Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava:
42 "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta
la mia, ma la tua volontà".
43 Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo.
44 Preso dall'angoscia, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come
gocce di sangue che cadevano a terra.
45 Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano
per la tristezza.
46 E disse loro: "Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in
tentazione".
2.
Signore Gesù, ti intrattieni ancora con i discepoli, che a parole sono pronti
a seguirti, ma di fatto sono troppo deboli per affrontare la tentazione. Non
saranno capaci di stare con te quando verrai considerato malfattore e scomunicato
dal tuo popolo.
Ora chiedi loro di ricordare l'esperienza che hanno fatto obbedendo a te: sono
andati a predicare la buona notizia del tuo regno e dell'amore del Padre, e
il Padre è stato sempre presente per colmare ogni loro necessità. Non presero
con sé borsa né sacca né sandali, non per imprevidenza, ma fiduciosi nella provvidenza
di Dio, concreta, continua, meravigliosa! Per coloro che obbediscono a te Dio
impegna la sua onnipotenza! Adesso però è un momento diverso di grande ostilità
da parte degli uomini: non potrà Dio manifestare la sua paternità in altri modi?
I discepoli devono obbedirti ancora, rifornendosi invece di tutto: saranno considerati
nemici dagli uomini, perciò dovranno arrangiarsi e inoltre difendersi. Dovranno
affrontare pericoli, ma per questo non rinunceranno ad ubbidirti e ad andare!
Tu li hai mandati: andranno, anche se le circostanze cambieranno e nessuno li
aiuterà.
In questa notte non servirà loro il mantello per difendersi dal freddo e per
dormire. Dovranno invece difendersi dagli uomini: siano quindi piuttosto armati,
come malfattori, come fuorilegge: così si compirà la Scrittura che dice che
tu sarai annoverato tra quelli che disubbidiscono.
Gesù, sai che questo è il momento culminante della tua esistenza, l'ora in cui
il tuo amore ti porta a donare la vita; sai che il Padre ti sta chiedendo il
sacrificio supremo. I discepoli hanno frainteso? Ci sono due spade, e tu dici
"basta!". Non serve che l'abbiano tutti una spada? No, tu non vuoi
lottare contro gli uomini, ma contro il maligno. Contro di lui bisogna sfoderare
la preghiera e la vigilanza, tenendo lo sguardo rivolto al Padre per accogliere
tutto dalle sue mani!
Esci dalla sala dei tappeti, e dalla città. Dove vai nella notte? I discepoli
ti seguono preoccupati per la necessità delle spade, e perché ne bastano solo
due.
Essi conoscono la strada anche se è notte: è la stessa strada che molte volte
hai percorso con loro. Nonostante il pericolo non cambi tragitto nè meta.
Vai sul monte; il monte è sempre luogo di preghiera, luogo del tuo incontro
con il Padre. Pregherai anche questa notte, Gesù? Anzitutto esorti i discepoli:
devono pregare anch'essi da soli; sono in pericolo, possono cedere alla tentazione
di abbandonarti e di andarsene senza di te. La preghiera è l'unica arma che
li può difendere, che li può tenere uniti a te: la preghiera tua e la loro.
Anche tu preghi da solo: la tua preghiera è diversa dalla loro. La tua preghiera
è l'offerta della vita! L'evangelista Luca, che ha voluto includere tutto il
suo vangelo tra la preghiera del popolo d'Israele e quella della Chiesa, ora
include la tua preghiera al Padre, con la quale ti offri a lui, tra due raccomandazioni,
anzi, tra due comandi: pregate per non entrare in tentazione. Pregate per non
allontanarvi da me, che vi do la vita! La tua preghiera è il contenuto, il valore
e l'importanza nel cuore del Padre, il centro, della preghiera della tua Chiesa!
Tu preghi, distante, ma abbastanza vicino in modo che ti possano udire e possano
imparare a pregare da te. Ti poni in ginocchio come chi non vuole opporre resistenza:
non vuoi resistere al volere del Padre. Egli vuole che tu porti l'amore dentro
la morte, frutto del peccato degli uomini. Egli ti ha dato un corpo d'uomo perché
tu lo offra in sacrificio di espiazione e di comunione per loro: tu accetti,
e preghi. Ti rimetti in tutto al disegno del Padre. Sai che il calice che devi
bere è molto amaro, ma non lo rifiuti, anzi, vuoi che si compia ciò che il Padre
ha previsto: sei venuto per questo!
Un angelo ti conforta: il Padre ha udito la tua preghiera e accettato la tua
offerta, benché tu, Figlio dell'Uomo, sia debole come gli uomini; egli non ti
abbandona nemmeno mentre soffri.
Accettare il rifiuto e la morte dagli uomini da te beneficati è doloroso, e
tu ne senti tutto il peso e l'angoscia. Anche il tuo corpo soffre per la tensione
di questa lotta interiore. È una fatica che ti fa sudare, così da donare in
anticipo il tuo sangue.
Non dimentichi i discepoli: hai comandato loro di pregare. Essi, invece di pregare,
dormono. Non ti aiutano nella lotta, non adoperano le due spade della veglia
e della preghiera, che necessitano di umiltà e capacità di offrirsi. I discepoli
hanno ceduto alla tristezza. Pur avendo mangiato e bevuto di te sono ripiegati
su di sé. Dormono, non sono presenti al mistero della tua offerta, e dimenticheranno
di seguirti. Il loro sonno è fonte di tristezza per te!
Tu li esorti ancora, li risvegli: "Alzatevi e pregate". Il vostro
sonno è come una morte da cui è necessario risorgere. La preghiera, l'esser
protesi al Padre, è vita, è luce, è pace vera!
3. Fissò lo sguardo su Pietro (22,47-62)
47 Mentre egli ancora parlava, ecco giungere molta gente; colui che era chiamato
Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo.
48 Gesù gli disse: "Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell'uomo?".
49 Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero:
"Signore, dobbiamo colpire con la spada?".
50 E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio
destro.
51 Ma Gesù intervenne dicendo: "Lasciate, basta così!". E toccandogli
l'orecchio, lo guarì.
52 Poi Gesù disse a coloro che gli erano venuti contro, capi dei sacerdoti,
capi delle guardie del Tempio e anziani: "Siete venuti con spade e bastoni,
come se fossi un bandito.
53 Ogni giorno ero con voi nel Tempio e non avete mai messo le mani su di me;
ma questa è l'ora vostra, è il potere delle tenebre".
54 Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del
sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano.
55 Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche
Pietro sedette in mezzo a loro.
56 Una serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse:
"Anche quest'uomo era con lui".
57 Ma egli negò dicendo: "O donna, non lo conosco!".
58 Poco dopo un altro lo vide e disse: "Anche tu sei di loro!". Ma
Pietro rispose: "O uomo, non lo sono!".
59 Passata circa un'ora, un altro insisteva: "In verità, anche questi era
con lui; infatti è Galileo".
60 Ma Pietro disse: "O uomo, non so quello che dici". E in quell'istante,
mentre ancora parlava, un gallo cantò.
61 Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò
delle parole che il Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo canti,
oggi mi rinnegherai tre volte".
62 E, uscito fuori, pianse amaramente.
3.
Gesù, sul monte ti raggiunge "molta gente". Ma questa volta è buio,
è notte, e coloro che ti raggiungono non ti cercano per ascoltarti.
Davanti a loro c'è Giuda: egli non è più "dietro" a te, ma "davanti"
a loro. Si è stancato di venire dietro, ma davanti può stare solo a coloro che
ti rifiutano e ti odiano. Egli ricorda ancora la tua abitudine di dare il bacio,
segno di comunione, di rispetto e di amicizia. Tu sai che egli per questa occasione
ha cambiato il significato a questo segno, ed esprimi la tua meraviglia e il
tuo dolore: il gesto dell'amore divino diventa menzogna e peccato, non puoi
approvarlo! Glielo fai notare, sperando che si risvegli dall'illusione in cui
lo ha tratto il Maligno.
I tuoi discepoli vogliono difenderti e ti chiedono se davvero bisogna usare
le armi. Ma non attendono la tua risposta. Hanno compreso in modo del tutto
materiale la tua parola riguardo alla spada.
La ferita provocata al servo del tuo nemico è lieve, e persino simbolica: al
momento della consacrazione del sommo sacerdote veniva bagnato col sangue del
sacrificio il suo orecchio destro. "Il servo" è il luogotenente che
rappresenta il sommo sacerdote: da questo momento egli è destituito dal suo
incarico e sei tu invece il vero ed unico sacerdote, tu che stai offrendo te
stesso al Padre come sacrificio! Da questo momento i sacrifici offerti nel tempio
sono senza valore, e così il sacerdozio di chi li presenta al Padre: egli ormai
guarda a te!
Gesù, tu trattieni i discepoli dal continuare a difenderti con le armi. Vuoi
bere fino in fondo il calice del Padre: questo calice è solo amore, amore a
tutti gli uomini, amore ai nemici. Perciò guardi con compassione anche colui
che è stato danneggiato e ferito dai tuoi: lo avvicini, lo tocchi con il tuo
amore, lo risani. Il male compiuto dai tuoi tu lo ripari. L'uomo, tuo nemico,
ora sa che tu non vuoi il suo male, che tu non vuoi vendetta, ma che vuoi solo
beneficare. Anche i tuoi discepoli ora comprendono che tu vuoi solo il bene
dell'uomo, e non vuoi opporti al Maligno usando le sue stesse armi nè compiendo
le sue opere.
Non rifiuti la tua parola nemmeno ai capi, ai responsabili dell'odio da cui
vieni circondato. Vuoi aiutarli a comprendere che il loro gesto è suggerito
dal Maligno, da colui che si nasconde nella tenebra per agire. È lui che ha
messo alla loro guida persino uno dei tuoi Dodici (22,3), impossessandosene.
Rimani solo, nelle loro mani. Dei discepoli soltanto Pietro viene, mosso più
da curiosità che da amore. Egli sta lontano. Ha paura. Viene perché con orgoglio
l'aveva promesso, ma ora vince in lui la paura, e segue da lontano.
Attorno al fuoco si siede anche lui. Così non si distingue e non si distanzia
da coloro che ti hanno catturato. Anzi, si trova "in mezzo" ad essi,
pensa a riscaldarsi con il loro fuoco sedendosi con loro e partecipando ai loro
discorsi.
Il bagliore incerto delle fiamme lo mettono in evidenza allo sguardo attento
di una serva. Ella non tace, e Pietro, invece d'esser fiero di venire riconosciuto
come uno dei tuoi, afferma di non conoscerti nemmeno. Proprio lui aveva detto
che tu sei il Cristo! Purtroppo è vero che ora, dato che non partecipa al tuo
calice, non ti conosce: non vive con te l'offerta di se stesso.
Un uomo poi lo addita come "uno di loro", uno del gruppo dei tuoi.
Pietro ti rinnega anche in questo modo, negando di essere membro della tua Chiesa.
Finalmente, quando egli ripete ancora una volta la sua sconfitta al potere delle
tenebre, si compie la tua parola, e canta il gallo: la notte è terminata, e
termina anche nel suo cuore.
Il tuo sguardo risveglia il discepolo: egli scopre di essere visto da te, scopre
che tu lo custodisci con i tuoi occhi vigilanti, pieni di amore. Il tuo sguardo
fa ricordare le tue parole, e queste illuminano il peccato commesso e fanno
nascere il pentimento.
Signore Gesù, volgi il tuo sguardo per incontrare i miei occhi, per ricordarmi
la tua Parola, per darmi la certezza che sono tuo nonostante i miei rifiuti,
le mie debolezze, i miei atti di orgoglio e le mie paure. Il tuo sguardo, colmo
di dolcezza, mi rafforza, mi rende umile, mi riconquista a te. Possa anch'io,
come Pietro, allontanarmi dal pericolo di ricadere, lasciare la compagnia dei
tuoi nemici, uscire, non nel buio e nella solitudine, ma nell'intimità luminosa
con te, per piangere e ricominciare a vivere come tuo amico!
Gesù, abbi pietà di me!