TU SEI IL MIO FIGLIO PREDILETTO  2/10

1. Razza di vipere 3,1-9

1 Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare,
mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea,
Erode tetrarca della Galilea,
e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide,
e Lisània tetrarca dell'Abilène,
2 sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa,
la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.
3 Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4 com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
5 Ogni burrone sia riempito,
ogni monte e ogni colle sia abbassato;
i passi tortuosi siano diritti;
i luoghi impervi spianati.
6 Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

7 Diceva dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: "Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all'ira imminente?
8 Fate dunque opere degne della conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre.
9 Anzi, la scure è già posta alla radice degli alberi; ogni albero che non porta buon frutto, sarà tagliato e buttato nel fuoco".

 

Giovanni il precursore percorre le strade lungo il fiume Giordano: luogo di passaggio per chi sale al Tempio a purificarsi e incontrare la Gloria! È il luogo santo che ha visto i primi passi del popolo che giungeva alla mèta, luogo dove Elia è stato rapito al cielo ed Eliseo ne ha raccolto il mantello, luogo del nascondiglio di Davide e della morte di Assalonne, luogo dei ricchi e luogo dei poveri schiavi dei ricchi, luogo che vede il peccato di tutti.
Giovanni, "grazia di Dio", annuncia un battesimo per il perdono!
È il tempo in cui grandi personaggi regnano e comandano: essi danno il nome alle epoche, ma non danno l'amore di Dio. Il perdono dall'alto per i poveri e per chi desidera la salvezza non viene da loro: essi rimangono fuori dalla vita del popolo che stanno sfruttando. È Giovanni che dà speranza: su di lui è scesa la Parola di Dio; è dalla sua bocca che esce la voce attesa che penetra nei cuori e li risveglia. La Parola già risuonata risuona ancora!
È l'invito all'attesa, a preparare la venuta di colui che viene, a spianare il cammino perché venga qui e non vada altrove, a facilitargli l'incontro. Viene il Signore, viene sulle strade, come viene un uomo. Il Signore Dio si abbassa a venire, e a venire come uno che cammina là dove gli uomini lo attendono lavorando per lui!
Tutti lo potranno vedere, ogni uomo potrà salutarlo, ogni carne lo riconoscerà proprio Salvatore! Il Salvatore di Dio viene come un uomo, correrà sulle strade che noi abbiamo preparato!
Vieni, mio Signore!

La voce grida verità dimenticate: razza di vipere!
A chi lo dici, Giovanni? Nessuno si offende?
Discendenti del serpente, nati nel peccato, avvelenati e capaci di avvelenare siamo tutti, sono anch'io. Non mi posso nascondere dietro opere buone, non mi posso camuffare con azioni di giustizia.
La vipera fugge il pericolo nascondendosi nell'acqua, ma quando esce è ancora capace di insidiare, mordere e avvelenare. Così i farisei venuti da Giovanni pensano di entrare nell'acqua del suo battesimo, ma usciranno cambiati? Sono disposti a lasciare in quell'acqua tutto il loro veleno?
Pongo a me stesso la stessa domanda.
Non posso fuggire: pensare di guadagnarmi con il denaro o con la forza di volontà la mia salvezza è tentativo inutile, come inutile è rallegrarmi di appartenere al popolo, al gruppo, alla nazione gloriosa e vittoriosa! A Dio piacciono i figli nuovi, e li fa venire dalle pietre, se io non mi converto. Sono necessari frutti di cambiamento di mentalità! Un nuovo orientamento interiore si deve vedere, una vita che non pensa più a se stessa, ma a dar gloria a colui che ama gli uomini.
Una scure fa già udire i suoi colpi.
Quale albero rimarrà a dare agli uomini del mondo ombra ristoratrice e frutti nutrienti? Quello che porta il frutto buono.
Giovanni, tu conosci il frutto buono? Solo Dio lo conosce. Lasciamo che la scure tagli. Ci rifugeremo sotto l'albero che rimane in piedi, quello dell'umiltà che si riconosce bisognosa di salvezza! Ci nutriremo del frutto dell'albero nuovo che sta germogliando dal tronco di Iesse, il Figlio di Dio, che sta per venire.

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