Vangelo secondo Luca
Capitolo 3,10-20
10 Le folle lo interrogavano:
"Che cosa dobbiamo fare?". 11 Rispondeva: "Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto". |
Le folle vogliono salvezza, vogliono ubbidire,
preparare le strade! Che cosa fare? Quali azioni manifestano la conversione necessaria? Sono quelle di Dio stesso, che veste i gigli e nutre gli uccelli. Dà il vestito doppio, dona ciò che sta in dispensa! Condividi, trattando gli altri come te stesso. Non ammucchiare: i poveri sono la presenza di Dio sulle tue strade. Essi sono i testimoni della tua 'conversione' o della tua sordità alla Parola scesa su Giovanni. |
12 Vennero anche
dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: "Maestro, che dobbiamo
fare?". 13 Ed egli disse loro: "Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato". |
E i pubblicani? Devono cambiare mestiere? No, la Parola di Dio non incita alla rivolta, non vuol cambiare i dominatori del popolo: che essi siano Romani o che siano Giudei non cambia molto. La Parola invita al cambiamento del cuore, che non deve lasciarsi prendere dai desideri, dall'avidità: è questa che crea situazioni di sofferenza e di miseria, conflitto aperto o nascosto. Stare in obbedienza, chiedere ciò che è stabilito: il cuore rimane libero ad accogliere Colui che viene. |
14 Lo interrogavano anche alcuni
soldati: "E noi che dobbiamo fare?". Rispose: "Non maltrattate
e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe".
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E i soldati? Sono fuori posto? Una categoria da eliminare?
Se anch'essi eliminano i desideri, saranno anch'essi raggiunti da Colui
che salva. È la terra che impedisce al Cielo di camminare su di essa. Sono
le bramosie di denaro che alzano barriere e scavano fossati dove il Signore
che salva non può passare. Far morire ciò che appartiene alla terra: questo è il segreto che l'uomo del deserto dona a chi lo raggiunge nella sua solitudine! |
15 Poiché il popolo era in attesa
e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui
il Cristo, 16 Giovanni rispose a tutti dicendo: "Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17 Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile". 18 Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella. |
Egli è davvero già nuovo, ma non è Lui il Salvatore! Colui che viene è Colui che riempie, è la Pienezza, è la gioia, è la festa! Egli farà entrare nella vita di Dio, nel fuoco del roveto, nella fiamma che illumina il mondo, nella luce che non dà ombra, nello Spirito che soffia dall'Alto! Egli vaglia tutto il mondo e mette al sicuro il grano, perché diventi
pane profumato! |
19 Ma il tetrarca
Erode, biasimato da lui a causa di Erodìade, moglie di suo fratello, e per
tutte le scelleratezze che aveva commesso, 20 aggiunse alle altre anche questa: fece rinchiudere Giovanni in prigione. |
Buone notizie, gioia per il popolo, terrore per
Erode. Voleva esser lui il giudice? Ha paura di chi rallegra la gente? Teme
colui che dà pace ai suoi sudditi? Erode trema. Le sue azioni vengono alla
luce, e la Parola di Dio ne rivela la tenebra. Vuole apparire grande, vuole
che resti nascosto il suo agire, e nasconde la Parola, la chiude nella prigione. La Parola imprigionata grida ancora più forte! Giovanni, è venuto il salvatore! |