Vangelo secondo Luca
Capitolo 5,12-16
12 Un giorno
Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si
gettò ai piedi pregandolo: "Signore, se vuoi, puoi sanarmi". |
Ti trovi in una città, Gesù: potrebbe essere
la mia! E qual è il lebbroso che vive nella mia città? I lebbrosi sono fuori della città, esclusi dalla vita e dal culto. Questo, tutto pieno di lebbra, invece, ti viene incontro in città. Anche chi non è stato scoperto dagli uomini e cacciato fuori può essere lebbroso, immondo,. Ogni uomo è tale, anch'io. Quel lebbroso ti ha riconosciuto, Gesù: ti ha adorato, ha piegato le ginocchia davanti a te, ti ha chiamato Signore, ti ha dato fiducia. Egli riconosce pubblicamente che tu sei il Puro che puoi purificare: basta che tu lo voglia. Non servono gesti spettacolari, basta che tu lo voglia. Tu ti senti come una mamma chiamata dal bambino. Tu ti senti come il segno del Padre, il Figlio che compie le sue opere. Tu sai che agli umili Dio fa grazia. Non avrai tu misericordia di quest'uomo che rappresenta tutti gli uomini traviati dalla lebbra del peccato? È la lebbra che rende l'uno estraneo all'altro, e ognuno incapace di offrire se stesso come sacrificio gradito al Padre. È la lebbra che consente di vivere in città, ma che trasforma le città in un inferno. Gesù, quale la tua risposta? |
13 Gesù stese la mano e lo
toccò dicendo: "Lo voglio, sii risanato!". E subito la lebbra
scomparve da lui. |
La tua mano raggiunge la pelle del lebbroso. La tua mano è
ora immonda? La tua mano è quella che ha creato il mondo e plasmato l'uomo.
La tua mano è quella che si alza pura in preghiera e ottiene dal Padre ogni
cosa. Essa è come le pinze dell'angelo che raccoglie il carbone ardente
per purificare le labbra immonde. La tua voce accompagna la mano: Voglio, sii purificato! Grazie, Gesù, di questa parola. Essa è quella che il Padre continua a far risuonare: non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva! Tu vuoi, Gesù! Ciò che tu vuoi è la mia salvezza. Non solo la malattia scompare, anche le sue conseguenze. Sii mondo! La tua parola fa tornare l'uomo tra gli uomini, lo fa capace di celebrare le lodi di Dio! |
14 Gli ingiunse di non dirlo
a nessuno: "Và, mostrati al sacerdote e fà l'offerta per la tua purificazione,
come ha ordinato Mosè, perché serva di testimonianza per essi". |
Ma l'umiltà non deve scomparire dal beneficato. Com'egli è
umile davanti a te, così lo deve essere davanti alla città e ai suoi rappresentanti.
Egli deve stare sottomesso alla legge: mostrarsi e offrire il dono. E così tu vieni conosciuto come colui che purifica, come colui che ama il non amato, il rifiutato, come colui che bandisce per sempre la disperazione dalla città! Ma ciò non dev'essere detto, deve essere sperimentato. Il lebbroso - già male-detto - non deve dire nulla. Sarà la sua salute, la sua reintegrazione, la sua gioia a parlare! Sarà la sua obbedienza, la sua umiltà che lo fa ubbidire, a diffondere ovunque il tuo nome, Gesù. Gesù, mia gioia e mia salvezza! |
15 La sua fama si diffondeva
ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle
loro infermità. |
Con le folle che tornano a te vengo anch'io anzitutto ad ascoltare:
ascolterò ciò che tu dici, ciò che tu chiedi, e ubbidendoti sarò guarito
dal mio male profondo. Ascoltandoti udrò la parola che mi fa essere figlio,
docile e abbandonato al Padre. |
16 Ma Gesù si
ritirava in luoghi solitari a pregare. |
Vengo a te, Gesù, prima che tu nuovamente ti nasconda
per stare col Padre, che è sempre nascosto! Così tu lo ami e mostri a me
e alla tua Chiesa ciò che essa deve fare prima di parlare agli uomini e
di amarli con la sua carità! |