Vangelo secondo Luca
Capitolo 6,1-10
1 Quando ebbe terminato di
rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao.
2 Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. 3 Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. |
Il tuo evangelista, Gesù, vede il tuo parlare come un'opera
che si compie! Essa è la parola di Dio che attraverso gli orecchi entra
nei cuori trasformandoli. È il lavoro prezioso del seminatore, il lavoro
faticoso del predicatore, che deve realizzare in sé quanto è voluto dal
Padre per poterlo "dire" con franchezza, con autorevolezza e frutto! Hai donato la Parola al popolo fuori della città, lontano dai rumori e dalle occupazioni e preoccupazioni. Ora, appena rientrato, esse ti vengono incontro. Sono gli anziani, persone ragguardevoli, persone che non erano tra quelli che ti avevano ascoltato. |
4 Costoro giunti da Gesù lo
pregavano con insistenza: "Egli merita che tu gli faccia questa grazia,
dicevano, 5 perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga". |
Essi vengono a te con una richiesta umile da parte di un ragguardevole
pagano. Essi la trasformano in pretesa. Essi non si pongono in ascolto di te, né ammirano la tua grandezza. Essi ammirano il centurione e il suo amore per il popolo, e desiderano che questa benevolenza sia ripagata ora da te, Gesù. "Egli è degno...". Per loro il miracolo della guarigione del servo è un atto dovuto, è acquistato dalle buone opere, già pagato in anticipo. Come hai inteso tu, Gesù, quelle parole? Sei stato molto paziente e benevolo. |
6 Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: | Hai risposto all'umiltà del pagano, non alle
pretese degli anziani. Eccoti in cammino, insieme a loro. E nel tuo cammino ecco un nuovo incontro con la vera e costante umiltà del centurione. Egli non si muove, non perché conscio di una propria dignità riconosciuta dal popolo, ma perché certo della propria indegnità di fronte a te. Ora manda degli amici, coloro che condividono la sua sofferenza per la prossima morte del servo per lui prezioso e caro. |
"Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che
tu entri sotto il mio tetto; 7 per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. |
Ad essi egli affida non più una richiesta, ma la propria fede.
Una fede che diventa delicatezza nel tuoi confronti, Gesù. Egli conosce
la difficoltà degli ebrei a entrare in casa di pagani. Egli riconosce di
non essere "degno" di eccezioni. "Non sono degno": non
mette davanti al proprio essere le proprie opere. Se egli ha potuto costruire
la sinagoga, ciò è stato una riconoscenza per il grande dono ricevuto di
aver riconosciuto il vero Dio, il Dio che in Abramo ha già benedetto tutti
i popoli. La sua indegnità non è però causa di mancanza di fede, anzi, essa l'aiuta a sviluppare una fede più pura e più forte: "Dì una sola parola!" Egli riconosce alla tua Parola efficacia divina. La tua Parola è come un servo obbediente e deciso che esegue la tua volontà! La tua Parola agisce per conto suo, non occorre nemmeno udirla dalla tua bocca, basta che sia pronunciata da te. |
8 Anch'io infatti sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all'uno: Và ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fà questo, ed egli lo fa". | Questo centurione umile che ama il suo schiavo
e che partecipa alle preoccupazioni del popolo - senza angariarlo e sfruttarlo
- prepara e mostra quale sarà la fede della tua Chiesa. Coloro che crederanno in te, crederanno anche senza vederti, crederanno con umiltà, ti parleranno anche tramite amici, e con stupore attenderanno di vedere realizzarsi le tue parole! Essi, pur compiendo il bene e amando, non si vanteranno di ciò che compiono, perché esso è dovuto, e terranno gli occhi bassi come coloro che lasciano a te ogni decisione. Essi sanno che tutto è grazia! |
9 All'udire questo
Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: "Io
vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!". 10 E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. |
Gesù, a te piace questa fede totale in te. Ammiri
quell'uomo e lo porti a esempio del tuo nuovo Popolo, perché nell'Antico
popolo non si è ancora vista una fede così grande! Di fronte a una fede così sicura non serve nemmeno la tua Parola: quella fede è già Parola tua efficace. Tu, Gesù, sei già nella casa, anzi nel cuore del centurione pagano, sei già suo salvatore. |