Vangelo secondo Luca

Capitolo 11,33-44

33 Nessuno accende una lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché quanti entrano vedano la luce.


34 La lucerna del tuo corpo è l'occhio. Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è tutto nella luce; ma se è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre.

35 Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra.

36 Se il tuo corpo è tutto luminoso senza avere alcuna parte nelle tenebre, tutto sarà luminoso, come quando la lucerna ti illumina con il suo bagliore".

Gesù, tu sei la lucerna accesa dal Padre per noi, per tutti gli uomini. La tua sapienza è più di quella di Salomone, che ha attirato la regina del Sud! La tua parola è più forte di quella di Giona, udita da tutta una città sorda ai richiami della coscienza. Tu sei la vera lucerna accesa nel mondo, e il Padre vuole che tutti godano della tua luce e possano così entrare nel tuo Regno! Egli non ti vuole nascondere né vuole spegnere subito la luce accesa, non vuole rendere inutile il suo grande disegno di salvezza: tu devi perciò lasciarti vedere da tutti, lasciarti ammirare. È per questo che parli di te stesso come di colui che supera Salomone e Giona: non è per superbia, ma per onorare la Volontà e l'Amore del Padre per tutti!
La luce ora risplende: è stata accesa; sei tu, Gesù! Ma non basta che la luce mandi il suo chiarore. Se l'occhio dell'uomo rimane chiuso, per qualsiasi motivo, a quell'uomo la luce non giova. Se l'occhio è malato, anche in presenza della luce vede tutto distorto o non vede nulla: quell'uomo è come cieco, non sa dove va, non riconosce ciò che lo circonda. Per quell'uomo tutto è tenebra!
Occhio sano è quello che vede te, Gesù, come vera luce, vera sapienza, gioiosa Parola di Dio! Occhio sano e semplice è quello che ti riconosce come l'inviato di Dio, come colui che vince il Maligno col dito di Dio! Se riconosco te, Gesù, come mandato dal Padre, tutta la mia vita è bene orientata, è difesa, è al sicuro, è pronta all'azione!
Farò attenzione, Gesù, a non avere altra luce che te!
La luce che viene dall'essere a posto, dall'osservare la legge, dal far bella figura davanti agli uomini, dal cercare il benessere degli altri, dall'avere belle virtù, non è luce sufficiente, anzi è tenebra, è inganno: questa luce infatti rischia di soddisfare il cuore, che non si mette più a cercare te! Sei tu l'unica luce vera!
37 Dopo che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola.
38 Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
39 Allora il Signore gli disse: "Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità.
Ora tu continui a illuminare anche nella casa del fariseo. Egli ti invita a pranzo, ma è attento a giudicarti, non a imparare da te. Egli non è pronto a porgerti l'acqua per lavarti, e tu non la esigi. Non è importante l'esterno pulito. Il tuo ospite è pronto a pensieri di critica e di accusa, egli ha le mani pulite, ma non ha il cuore generoso e ricco di amore.
Nel suo cuore c'è la luce della legge; non sei tu la sua luce. Tu, vera luce, manifesti ora che ogni altra presunta luce è oscurità. Il fariseo è zelante nel purificare l'esterno delle stoviglie e delle mani, ma non l'interno del cuore!
Nel suo cuore hanno peso le ricchezze, le considerazioni degli uomini e le piccole osservanze insignificanti e facoltative, e non invece il grande amore del Padre per i poveri e per i peccatori. Se il fariseo fosse capace di dare in elemosina ciò che sta mangiando e la misericordia che Dio mette nel cuore, se fosse capace cioè di comunione con i poveri e i miseri, se fosse capace di comunione col Padre misericordioso verso gli orfani e le vedove, allora sì che sarebbe puro, gradito a Dio ed ogni cosa per lui sarebbe purificata dall'amore! Questa è la vera saggezza!
40 Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno?
41 Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo.
Preoccuparsi dell'esterno, e non occuparsi di purificare il cuore, è grande stoltezza: significa non accorgersi dove sta la vita e dove sta il gradimento di Dio! C'è chi osserva nei minimi particolari le leggi del culto, ma non offre a Dio la propria vita!
42 Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre.
43 Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze.
C'è un ordine di importanza: tu, Gesù, lo ricordi. Prima l'amore di Dio, che si riversa sugli uomini piccoli e peccatori, prima la giustizia di Dio, che vuole salvare gli uomini dal maligno, poi - in secondo luogo - le piccole osservanze, importanti solo se sono segno delle prime. L'osservanza delle piccole cose rischia di alimentare il nostro orgoglio e la nostra vanità, di farci grandi agli occhi degli uomini, ma ci lascia sgradevoli allo sguardo penetrante di Dio, che osserva le intenzioni segrete!
Addirittura, divenendo grandi agli occhi dell'uomo pur essendo sgraditi a Dio, diverremmo inganno, menzogna, occasione d'inciampo per gli altri.
44 Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo". Tu lo dici, Gesù, paragonando chi si accontenta dell'esteriorità a quei sepolcri che non si vedono. Chi non sa di calpestare un sepolcro si contamina senza volerlo, senza saperlo. Chi li tocca la pietra sepolcrale diviene immondo! Così chi ha comunione con i farisei, con coloro che si vantano della propria osservanza, deve purificarsi! Il contatto con lui è come il contatto con un pagano. Gesù, tu dovresti purificarti perché hai mangiato in casa di un fariseo!
Gesù, mio Signore, abbi pietà di me! Non permettere che io divenga ostacolo ai fratelli. Rendimi cosciente del mio peccato; concedimi di umiliarmi per i peccati piuttosto che vantarmi di essere a posto con la legge ed essere così superbo con te!

torna <<<