Vangelo secondo Luca

Capitolo 19,41-48

41 Quando fu vicino, alla vista della città,

pianse su di essa, dicendo:

42 "Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi.
43 Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte;
44 abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata".


 

I tuoi discepoli sono in festa al vedere la Città santa, nella quale tu entri come re mite e umile. Essi esultano; tu invece piangi, come dice il profeta Geremia: "I miei occhi grondano lacrime… aspettavamo la pace, ma non c'è alcun bene… Abbiamo peccato contro di te" (14,17-20). Tu piangi come pianse Eliseo profeta (2Re 8,11) presagendo le atrocità che avrebbero poi commesso i nemici del popolo. La Città santa, motivo di vanto e di gioia, luogo d'abitazione di Dio, è abitata da uomini accecati dal loro peccato.
Essi non vedono che arrivi tu, che stai per entrare come re su di un puledro d'asina, non s'accorgono che tu - come dice il profeta Daniele del Figlio dell'uomo - vieni proprio dal Monte degli Ulivi per inaugurare il Regno di Dio, non partecipano al giubilo cui li invitano i tuoi discepoli. Questo è il giorno importante, il giorno atteso, ma nessuno fa nulla per riconoscerlo.
Tu arrivi come il re che annunzia la pace alle genti, ma i loro occhi non ti vogliono vedere. I discepoli cantano i salmi che dicono: "Su di te sia la pace"; sei tu la pace che arriva, ma i capi non la vogliono. La pace non la troveranno più, non ne troveranno più la strada, perché altra strada non c'è. Rifiutando te hanno scelto la guerra e la distruzione: i nemici rimarranno nemici, e useranno tutte le loro armi per sconfiggere e uccidere. Si rinnoverà quanto già i profeti hanno annunciato ogni volta che il popolo si è allontanato dall'alleanza con Dio: afflizioni e distruzioni, castigo e morte!
Le tue lacrime e i tuoi sospiri, Signore Gesù, ricoprono l'esultanza dei tuoi discepoli. Il tuo salire non ha più come meta la città, ma soltanto il Tempio, il luogo dove risiede la Gloria di Dio. Il tuo corteo trionfale diventa silenzioso, accompagnando il tuo pianto con l'afflizione. Chi può ancora cantare di gioia? Nessuno ti accoglie, anzi, tutti ti guardano con sospetto e inimicizia, come avevi detto nella parabola. Entrare a quel modo insospettisce le autorità!
45 Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori,
46 dicendo: "Sta scritto:
La mia casa sarà casa di preghiera .
Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri! ".
Finalmente arrivi nel Tempio, nella Casa del Padre, dove l'angelo ha annunciato Giovanni, dove tu a dodici anni desideravi rimanere! Questo tempio ora non è adatto per te: come puoi parlare del Padre, del suo amore per i piccoli e i poveri, del suo desiderio di abbracciare i peccatori, se in esso tutto parla di denaro, di ricchezza, di commercio? Come potrai insegnare che l'amore di Dio ha mandato te a salvare gli uomini, se tutto qui fa credere che per essere perdonati da lui occorre pagare il suo amore?
Prima di insegnare devi liberare il Tempio da ciò che ostacola il tuo insegnamento! Quale fatica, Signore Gesù!
Persino il Tempio è motivo di pianto per te. Esso è diventato luogo di guadagno, luogo immondo; i sacrifici offerti dal popolo sono considerati occasione di arricchire per coloro che dovrebbero invece annunciare la volontà d'amore e di comunione di Dio.
Tu ripeti gli insegnamenti dei profeti che vogliono il Tempio luogo aperto a tutti i popoli, perché tutti possano conoscere la gioia d'essere amati dal Padre! Tu ripeti anche i rimproveri di Dio a chi fa del Tempio un luogo che giustifica comportamenti d'ingiustizia e di egoismo. La parola dei profeti esce dalla tua bocca come parola vera e santa, sicura, tremenda!
Gesù, questo tuo gesto di richiamo ai profeti ti rende ostili le autorità, che guadagnano vendendo gli animali dei sacrifici. Ed essi ritengono di avere buone ragioni per farti odiare da tutti, facendo credere che tu abolisci il culto tramandato dai padri.
Tu vuoi invece che il Tempio sia il luogo dove Dio può parlare ai suoi poveri, ed essi possano invocarlo ed essere ascoltati. Anche dopo la tua morte e risurrezione i tuoi discepoli continueranno a salire al Tempio per pregare e per annunciare la Parola che tu ora nel Tempio fai risuonare.
47 Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo;
48 ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole.
Ogni giorno insegni, perché ogni giorno Dio vuole amare il suo popolo! Questo popolo comprende che tu sei l'amore di Dio, che tu sei il luogo dove abita il Padre, che tu sei il Tempio ultimo cui ci si deve aggrappare per essere salvati.
I responsabili del culto e dell'insegnamento capiscono che tu fai ciò che essi dovrebbero fare e non fanno; essi capiscono che tu sei per loro un rimprovero di Dio, e reagiscono. Essi meditano di ucciderti, invece che ascoltarti.
Tu sei voce che fa risuonare la Parola di Dio, giusto e santo!
Gesù, purifica anche il mio cuore da tutto ciò che impedisce la tua presenza libera e gioiosa, affinché ogni giorno io possa ascoltarti con frutto!

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