serie 2. parte 10

Vangelo secondo Marco: capitolo 4,26-34

Testo del Vangelo
(trad. CEI 1977)

Lectio

26 Diceva:

"Così è il regno di Dio:

come un uomo che getta il seme nella terra;

Signore Gesù, sei il Maestro che parla ai discepoli che comprendono sì qualcosa, ma non tutto. Coloro che comprendono il tuo insegnamento dovranno di nuovo ascoltarlo, perché esso deve rivelare cose ancora nascoste. Coloro che non comprendono comprenderanno quando ti accoglieranno come l'unico Signore della loro vita e di tutta la storia.
Ora offri le tue spiegazioni con due parabole. Vuoi parlare ancora di quel Regno di Dio che viene dato, come mistero, proprio ai tuoi discepoli. È importante che essi non si facciano un'idea errata e fasulla di quel regno, come quella menzognera che si sono fatta i farisei, gli zeloti e altri ancora.

27 dorma o vegli,

di notte o di giorno,

il seme germoglia e cresce.

Come, egli stesso non lo sa.

 

28 La terra produce spontaneamente prima lo stelo,

poi la spiga,

poi il chicco pieno nella spiga.

 

29 Quando il frutto è maturo,

subito si mette mano alla falce, perché è arrivata la mietitura".

 

Essi pensano che la venuta del Regno di Dio dipenda da loro, dai loro digiuni e osservanze oppure dall'impiego della loro astuzia, forza e violenza. Tu invece sai che esso dipende unicamente da Dio (1Cor 3,6-7)! È lui che ha gettato il seme nella terra! Tu sei il seme gettato dal Padre nella terra, seme che vi scomparirà, e poi germoglierà nella risurrezione. È il Padre, che ora sembra dormire, ma che "non prende sonno" (Sal 121,4), è lui, a cui appartiene il giorno e la notte, che attende con sicurezza e con gioia la tua manifestazione e il tuo frutto (Sal 127,2). È lui che alla fine "metterà mano alla falce" (Gl 4,13) e raccoglierà il grano nel granaio.
E ancora, sei tu che semini la tua Parola nel cuore degli uomini. Ed essa, la tua Parola, non ha bisogno che alcuno la rincorra. Essa stessa ha la forza di germogliare e di crescere! Essa, dalle vicende della terra, riceve quanto le occorre per tutte le fasi del suo sviluppo: le domina tutte e tutte le adopera, grazie alla forza ricevuta da te, che l'hai pronunciata. Il frutto della tua parola poi non va mai perduto, perché il seminatore stesso ne è il gioioso mietitore: egli conosce il valore del frutto della parola, perché ha pianto quando l'ha seminata (Sal 126/125,5-6)!

 

30 Diceva:

"A che cosa potremmo paragonare il regno di Dio o con quale parabola potremmo descriverlo?

31 È come un granellino di senapa che, quando viene seminato nella terra, è il più piccolo di tutti i semi che sono nella terra;

32 ma, quando viene seminato, cresce

e diventa più grande di tutte le piante dell'orto e fa rami così grandi

che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra".


Forse i tuoi discepoli, Gesù, pensano il Regno di Dio come un regno umano che deve affermarsi con la forza e manifestarsi con la grandezza per far paura agli altri regni. Tu devi correggere e prevenire anche questo pericolo. Ecco il granellino di senapa. A mala pena lo si vede, tant'è piccolo! Caduto nella terra non lo si distingue più. Può sembrare perduto per sempre. E invece sorprende tutti, perché per sua capacità cresce superando tutte le piante dell'orto!
Gesù, i tuoi discepoli forse ti chiederanno la spiegazione anche di questa parabola. Sei tu il seme seminato nella terra, così piccolo che nessuno ci spera nulla, nè i capi, nè gli scribi, nè i farisei. Eppure il frutto della tua morte sarà sorprendente, crescerà come albero tanto grande da raccogliere gli uccelli del cielo, cioè tutti i popoli del mondo: sarà per loro riparo e ristoro. "Nessun albero nel giardino di Dio lo pareggiava in magnificenza" (Ez 31,8; cfr. Dn 4,8ss)!
Sei tu, Gesù, "l'albero basso" innalzato su tutti gli alberi della foresta: ma è necessario che all'inizio tu sia insignificante, come un "ramoscello" (Ez 17,22). Dio ha davvero "scelto ciò che nel mondo è stolto… debole… ignobile e disprezzato" (1Cor 1,27-28).
Granellino di senape siamo anche noi, Gesù: tu vuoi dirci anche questo. Non devono scoraggiarsi i tuoi discepoli, nè quelli che stavano con te davanti alla barca o in casa, nè quelli che ricevono oggi la tua parola. Essi sono una realtà piccolissima, molto più piccola delle molteplici organizzazioni che sembrano dominare il mondo. In modo misterioso, da quel poco che essi sono, grazie alla tua presenza in loro e tra loro, potranno consolare e rallegrare molti piccoli e indifesi. Il Regno di Dio è sempre piccolo e forse insignificante agli occhi del mondo e degli stessi tuoi discepoli: pur nella sua piccolezza, per la forza di Dio, riesce a sorreggere e proteggere molti!

33 Con molte parabole dello stesso genere annunziava loro la Parola, come potevano intendere.
34 Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

 

Il tuo evangelista ha scelto solo queste parabole tra le "molte" che tu hai raccontato per annunziare la Parola. La tua Parola era "la parola della croce" (1Cor 1,18), quella che poi dirai apertamente (8,31) quando ti avvicinerai a quel momento che non ci deve scandalizzare (14,27). "In privato", Gesù, spiegavi ai discepoli i vari particolari del mistero del Regno! In privato: permetterai anche a me, Signore Gesù, di ritrovarmi con te in disparte, da soli, perché tu sciolga ogni dubbio?
I dubbi sul tuo Regno sono molti, perché le opinioni degli uomini non tengono conto del pensiero di Dio, non si rifanno alla sua legge e ai suoi decreti, non cercano soltanto la sua lode! E io ogni giorno sono sotto l'influsso di pensieri umani e corro il rischio di opporre questi alle tue parole, come Pietro (Mt 16,22s). Accoglimi "in privato", Gesù, con quei tuoi veri amici che hanno messo te al di sopra di tutto!

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