serie 3. parte 8

Vangelo secondo Marco: capitolo 6,45-56

Testo del Vangelo
(trad. CEI 1977)

Lectio

45 Ordinò poi ai suoi discepoli di salire sulla barca e di precederlo all'altra riva, verso Betsàida, finché non avesse congedato la folla.
46 Quando li ebbe congedati, salì sul monte a pregare.

47 Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli solo, a terra.

48 Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli.

49 Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: "E' un fantasma!", e si misero a gridare,
50 perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: "Coraggio, sono io, non abbiate paura!".

51 E salì sulla barca con loro e il vento cessò.
E dentro di sé erano estremamente meravigliati,
52 perché non avevano capito il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.

53 Compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Genèsaret e approdarono.
54 Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe
55 e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse.

56 E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno la frangia del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.

Signore Gesù, nessuno ti ha ringraziato per i pani? Nessuno ha lodato Dio per il prodigio di cui una folla intera ha goduto? Che cosa è successo da dover tu costringere i tuoi discepoli a lasciare te solo, a lasciare la folla destinata ad essere il nuovo popolo di Dio? Nessuno ha capito chi sei tu, che prepari il banchetto nel deserto fiorito? Oppure hanno capito, ma a modo loro, e - come narra Giovanni (6,15) - vorrebbero costringere te a regnare come un re al posto di Erode? I discepoli devono salire subito sulla barca, e tu saluti tutti da solo. Li raggiungerai in seguito. Riusciranno a precederti? Tu non hai fretta, se non di ritrovarti nel silenzio a tu per tu con il Padre. Quale è oggi la tua preghiera? Chiedi al Padre come puoi manifestarti ai discepoli affinché essi, finalmente, comprendano chi tu sei?
Tra te e loro c'è grande distanza. Essi, insieme, ma senza di te, in mezzo al mare, nel pericolo incombente. Tu senza di loro sul monte! Ecco l'occasione: essi sono in pericolo per il vento, puoi soccorrerli facendo ciò che Dio solo può fare: così essi ti riconosceranno! Dio "cammina sulle onde del mare" (Gb 9,8) e "sul mare passava la tua via, i tuoi sentieri sulle grandi acque" (Sal 77,20). "Alla veglia del mattino il Signore gettò lo sguardo sul campo degli Egiziani" (Es 14,24): ecco che alla veglia del mattino vai verso la barca, camminando sull'acqua. Ora capiranno i tuoi un messaggio così chiaro: "la soccorrerà Dio prima del mattino" (Sal 46,6)! Tutto dice che tu sei Dio, il Dio che ama e veglia sul suo popolo. Se i discepoli non hanno capito perché hanno dovuto abbandonare un'occasione di sicuro successo, ora aumenteranno la loro fiducia in te, perché si accorgono che tu sei davvero la presenza di Dio in mezzo a loro. Essi devono dar fiducia a te e non alle conclusioni della folla, che non conosce i disegni di Dio! Per dare un altro segno ancora tu li vuoi oltrepassare: ricorderanno ciò che Dio disse a Mosè: "Farò passare davanti a te tutto il mio splendore e proclamerò il mio nome: Signore, davanti a te" (Es 33,19), e ancora: "Il Signore passò davanti a lui" (34,6). Ma i discepoli, affaticati, non riescono a ricordare le Scritture. Essi non hanno mai visto nessuno camminare là dove essi faticano a remare. Ti vedono, ma riesce loro più facile identificarti con un fantasma, con qualcosa di inesistente che può solo metter paura. Non mi meraviglio, perché riconoscere te comporta prendere posizione contro questo mondo, e ciò è più faticoso di un po' di paura per un fantasma. Gesù, anche questa volta devi intervenire con la tua parola, anzitutto per rassicurare e quindi per manifestarti. "Coraggio", è l'invito a smettere di gridare inutilmente. Il tuo discepolo non deve mai gridare. Le grida non testimoniano nulla di te. "Io sono": questa è la parola che non dovrebbe lasciar più dubbi sulla tua identità. Adesso i discepoli nella barca sanno perché cammini sulle acque, perché conosci la via nella notte, che "per te è chiara come il giorno", perché li vuoi oltrepassare, e anche perché nel deserto, con cinque pani hai saziato i cinquemila: il tuo nome è "Io sono", il nome del Dio dei padri che si è rivelato a Mosè (Es 3,14). Essi ti devono riconoscere, perché anche Isaia ha scritto: "Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, sarò con te,… poiché io sono il Signore tuo Dio, il Santo di Israele, il tuo salvatore" (Is 43,1-3).
Tu, Gesù, sei il nostro Dio! Sali sulla barca: sei di nuovo insieme, finalmente! Il vento cessa: ogni pericolo con te svanisce. Ma i discepoli non riescono ad andar oltre allo stupore. Quei pani sono rimasti loro sul gozzo: essi non hanno digerito il fatto che tu non abbia approfittato della popolarità, e non hanno capito che se tu sei Dio essi non possono insegnarti nulla, ma devono solo imparare! Volevano anch'essi che tu cogliessi il momento per instaurare sulla terra un regno come quelli destinati a cadere? Il regno di Dio che tu hai predicato è diverso da essi! Com'è difficile accettare che tu sia il Dio con noi!
Arrivato a terra ricomincia il trambusto. Ci sono ancora malati che credono tu possa guarirli. Ormai essi si contentano di toccare le frange colorate (sisith) del tuo mantello! Credere che tu guarisci i nostri mali è facile, credere che tu sei Dio è troppo difficile persino per coloro che stanno sempre con te!
Nonostante la nostra incredulità è bello vedere che tu apprezzi anche il primo passo di una fede povera, interessata al nostro benessere. Quanti ti toccavano venivano "salvati": non solo guariti, ma salvati, salvati dall'essere in balia di questo mondo perverso, dal pensare di te come pensano tutti. Chi è guarito da te comincia a lodarti, a guardare a te con interesse, a tenere il tuo nome nel proprio cuore, legato alla propria vita e si distacca progressivamente dall'influsso delle vanità e delle mode degli uomini. Nei malati per primi si manifesta in tal modo la bellezza e bontà del Regno di Dio, così da vedere che realmente gli ultimi sono i primi a godere di te e dell'amore del Padre!
Gesù, abbi pietà di me!

 

 

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