14.
A
Testo del Vangelo (trad. CEI) |
Punti salienti: |
1
Mancavano intanto due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i sommi sacerdoti e gli
scribi cercavano il modo di impadronirsi di lui con inganno, per ucciderlo. 2 Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non
succeda un tumulto di popolo». |
1-2 Per la terza volta cercano di arrestare Gesù. La folla però non è dalla loro parte, per questo devono ricorrere all’inganno. Siamo alla festa di Pasqua e degli Azzimi, festa che celebra la salvezza di Dio! La morte di Gesù sarà la vera Pasqua, la vera festa degli Azzimi: Dio ci salva! |
3
Gesù si trovava a Betània nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a
mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di
nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l'unguento
sul suo capo. 4 Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: «Perché
tutto questo spreco di olio profumato? »5
Si poteva benissimo
vendere quest'olio a più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano
infuriati contro di lei. 6 Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché le
date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un'opera buona; »7
i
poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me
invece non mi avete sempre. 8
Essa ha fatto ciò ch'era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la
sepoltura. 9
In verità vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato il vangelo,
si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha fatto». |
3-9 Un atto d’amore verso Gesù! Versare l’olio sul capo è gesto di consacrazione; rompere il vasetto significa decisione di non voler tornare indietro. La reazione di sdegno lascia intravedere un amore al denaro più forte che l’amore a Gesù. Gesù invece apprezza e interpreta il gesto alla luce di ciò che deve accadere: è preparazione alla sepoltura! Certamente la donna non aveva questa intenzione, ma il suo atto d’amore resta come esempio per le generazioni! |
10
Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai sommi sacerdoti, per
consegnare loro Gesù. 11
Quelli all'udirlo si rallegrarono e promisero di dargli denaro. Ed egli cercava
l'occasione opportuna per consegnarlo. |
10-11 Non sappiamo perché Giuda ha consegnato (= tradito, in latino) Gesù. Amava il denaro? Pensava che Gesù si sarebbe liberato, e a lui sarebbe comunque rimasto il denaro? |
12 Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la
Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare perché
tu possa mangiare la Pasqua?». 13 Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate
in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo »14
e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia
stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? 15
Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, gia pronta;
là preparate per noi». 16
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e
prepararono per la Pasqua. |
12-16 I discepoli chiedono a Gesù: “Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?” e lui fa chiedere al padrone di casa: “… perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli!” Gesù e i discepoli sono ormai un tutt’uno! La Parola di Gesù si realizza: come aveva detto loro! |
17
Venuta la sera, egli giunse con i Dodici. 18 Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse:
«In verità vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». 19 Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno
dopo l'altro: «Sono forse io?». 20 Ed egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che
intinge con me nel piatto. »21
Il Figlio dell'uomo se ne va, come
sta scritto di lui, ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è
tradito! Bene per quell'uomo se non fosse mai nato!». |
17-21 Gesù conosce tutto, sa anche chi lo consegna: è uno con cui c’è comunione: mangia con me! Le parole che Gesù aggiunge riguardo a Giuda ci dicono che Dio non può approvare quello che lui ha deciso, anzi! |
22 Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la
benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio
corpo». 23
Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24 E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue
dell'alleanza versato per molti. » 25 In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio». |
22-25 Gesù compie i riti della cena pasquale. Al posto dell’agnello dell’alleanza c’è un altro sangue dell’alleanza, il suo. Alla propria morte Gesù fa accenno esplicito. La sua morte è un sacrificio, perché il suo corpo è dato da mangiare per stabilire comunione intima con i suoi, il suo sangue dato da bere per stipulare l’alleanza. Corpo e sangue sono significati dal pane e dal vino, così quel sacrificio può essere sempre celebrato lungo i secoli, anche da noi! |
26
E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 27 Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati,
poiché sta scritto:» Percuoterò
il pastore e le pecore saranno disperse . 28
Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea». 29 Allora Pietro gli disse: «Anche se tutti saranno
scandalizzati, io non lo sarò». 30 Gesù gli disse: «In verità ti dico: proprio tu
oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai
tre volte». 31 Ma egli, con grande insistenza, diceva: “Se anche
dovessi «morire con te» ". Lo stesso dicevano anche tutti gli altri. |
26-31 Il Signore prepara i suoi al momento difficile. Percuoterò il pastore! Sembra che il protagonista della passione sia Dio stesso. È infatti suo volere che il Figlio si offra. I discepoli non dovranno recriminare contro Giuda, perché essi stessi, nel buio della notte, saranno sopraffatti dalla tentazione. |
Preghiamo: