14. A

Vangelo secondo Marco: capitolo 14,1-31

Testo del Vangelo (trad. CEI)

Punti salienti:

1 Mancavano intanto due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di impadronirsi di lui con inganno, per ucciderlo.

2 Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non succeda un tumulto di popolo».

 

1-2 Per la terza volta cercano di arrestare Gesù. La folla però non è dalla loro parte, per questo devono ricorrere all’inganno. Siamo alla festa di Pasqua e degli Azzimi, festa che celebra la salvezza di Dio! La morte di Gesù sarà la vera Pasqua, la vera festa degli Azzimi: Dio ci salva!

3 Gesù si trovava a Betània nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l'unguento sul suo capo.

4 Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: «Perché tutto questo spreco di olio profumato? »5 Si poteva benissimo vendere quest'olio a più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.

 

6 Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un'opera buona; »7 i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre.

8 Essa ha fatto ciò ch'era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura.

9 In verità vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato il vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha fatto».

3-9 Un atto d’amore verso Gesù! Versare l’olio sul capo è gesto di consacrazione; rompere il vasetto significa decisione di non voler tornare indietro. La reazione di sdegno lascia intravedere un amore al denaro più forte che l’amore a Gesù. Gesù invece apprezza e interpreta il gesto alla luce di ciò che deve accadere: è preparazione alla sepoltura! Certamente la donna non aveva questa intenzione, ma il suo atto d’amore resta come esempio per le generazioni!

10 Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai sommi sacerdoti, per consegnare loro Gesù.

11 Quelli all'udirlo si rallegrarono e promisero di dargli denaro. Ed egli cercava l'occasione opportuna per consegnarlo.  

10-11 Non sappiamo perché Giuda ha consegnato (= tradito, in latino) Gesù. Amava il denaro? Pensava che Gesù si sarebbe liberato, e a lui sarebbe comunque rimasto il denaro?

12 Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?».

13 Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo »14 e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?

15 Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, gia pronta; là preparate per noi».

16 I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.  

12-16 I discepoli chiedono a Gesù: “Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?” e lui fa chiedere al padrone di casa: “… perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli!” Gesù e i discepoli sono ormai un tutt’uno! La Parola di Gesù si realizza: come aveva detto loro! 

17 Venuta la sera, egli giunse con i Dodici.

18 Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: «In verità vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà».

19 Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l'altro: «Sono forse io?».

20 Ed egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto. »21 Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! Bene per quell'uomo se non fosse mai nato!».  

17-21 Gesù conosce tutto, sa anche chi lo consegna: è uno con cui c’è comunione: mangia con me! Le parole che Gesù aggiunge riguardo a Giuda ci dicono che Dio non può approvare quello che lui ha deciso, anzi!

22 Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo».

23 Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.

24 E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti. »

25 In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio».

22-25 Gesù compie i riti della cena pasquale. Al posto dell’agnello dell’alleanza c’è un altro sangue dell’alleanza, il suo. Alla propria morte Gesù fa accenno esplicito. La sua morte è un sacrificio, perché il suo corpo è dato da mangiare per stabilire comunione intima con i suoi, il suo sangue dato da bere per stipulare l’alleanza. Corpo e sangue sono significati dal pane e dal vino, così quel sacrificio può essere sempre celebrato lungo i secoli, anche da noi!

26 E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

27 Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto:»

 Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse .

 

28 Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea».

29 Allora Pietro gli disse: «Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò».

30 Gesù gli disse: «In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte».

31 Ma egli, con grande insistenza, diceva: “Se anche dovessi «morire con te» ". Lo stesso dicevano anche tutti gli altri.  

26-31 Il Signore prepara i suoi al momento difficile. Percuoterò il pastore! Sembra che il protagonista della passione sia Dio stesso. È infatti suo volere che il Figlio si offra. I discepoli non dovranno recriminare contro Giuda, perché essi stessi, nel buio della notte, saranno sopraffatti dalla tentazione.

 

Preghiamo: grazie, Gesù, che continui a offrirti per noi!

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