Meditazione 2
2.
“Ecco come avvenne la nascita di Gesù
Cristo.” (Mt 1,18)
L’apostolo Matteo, volendo narrare l’avvenimento più sconvolgente della storia, vi si accinge con grande umiltà. Io mi vergogno di fronte a lui, perché già parto con l’idea di scrivere una meditazione usando il grande silenzio con cui egli accompagna le sue poche parole. Chiedo perdono a Gesù e al suo servo evangelista per questa presunzione che, che, come tarlo, vorrebbe rovinare il gesto di obbedienza che sto per compiere.
Gesù Cristo è “nato”: colui che le grandi generazioni elencate in precedenza hanno preparato, eccolo, è venuto, è entrato nel mondo con una “nascita”. La sua nascita appare normale agli occhi degli uomini. Pur essendo ogni nascita un grande miracolo, esso appare un avvenimento normale, perché è sperimentato da ogni uomo e da ogni donna presenti sul nostro pianeta. Anch’io sono “nato”. Quell’avvenimento ormai lontano è stato del tutto inconsapevole per me. L’ho vissuto senza volerlo. È stato un avvenimento accolto, accolto come un dono da parte di mia madre e di mio padre e di quanti li circondavano.
Essi lo attendevano e lo preparavano, lo temevano come si teme l’ingresso di Dio nella nostra vita. Sì, lo temevano, perché non possiamo indovinare che cosa ci può chiedere Colui che regge il mondo e tiene in mano le sorti di tutti. Egli non pensa solo a me, egli pensa a molti, e pensando a me tiene presente il bene di molti. A me può non solo donare affetto e gioia, ma può chiedere partecipazione al suo “faticare” per dare a questo mondo l’aspetto di una casa accogliente per tutti. Mia madre e mio padre temevano senza paura il “miracolo” della mia nascita. Lo temevano come l’inizio di un impegno nuovo, come la prova del loro amore reciproco, come l’avviarsi di nuove fatiche, di incognite senza fine, come il principio di una catena di decisioni da prendere, decisioni che avrebbero segnato per sempre la vita di una nuova creatura di Dio!
Era un timore senza paura, perché accompagnato dalla certezza che Dio s’è fatto uomo, che Dio stesso ha attraversato questo momento così carico di mistero e lo ha benedetto. Mia madre e mio padre si sapevano spettatori coinvolti e partecipi di un fatto che ha già toccato la vita del Figlio di Dio, e perciò non avevano paura.
Il timore, come percezione della presenza del Dio che ci ama, come espressione di fede e di amore a quel Dio che stava manifestando attraverso di loro la sua scienza e potenza, vinceva la paura: essa avrebbe soffocato la fede e spento l’amore. La paura era la tentazione dell’egoismo, il timore era frutto e custode della fede e dell’amore!
La mia nascita è avvenuta in questa lotta tra paura e timore, tra fede ed egoismo. Questa lotta produceva dolore e sofferenza, ed io ne ero al centro senza accorgermi: io la vivevo senza saperlo, ne ero il protagonista, non toccato né dalla paura né dal timore!
Gesù Cristo è nato. Gesù Cristo è stato protagonista, come me e come te, di una simile battaglia tra paura e timore! Egli, il “figlio di Davide, figlio di Abramo”, che portava nel mondo la realizzazione della promessa di benedizione divina per tutti i popoli, è entrato silenziosamente! Per lui vale la parola che adopriamo per noi: nascita! Questa parola contiene, nascondendolo e rivelandolo, tutto il travaglio che prepara e accompagna e segue l’arrivo di ciascuno di noi.
Quello che io so della mia nascita mi aiuta a comprendere la sua. La sua nascita dà nuovo significato e immenso valore alla mia, la illumina rendendola dono meraviglioso, partecipazione alla sua vita di nuovo e vero Adamo. La sua nascita rende me immagine e riflesso del Padre, portatore nella mia carne del mistero della presenza qui su questa terra di colui che i cieli non possono contenere: il suo amore ha trovato un piccolo punto dove manifestarsi, dove illuminare e riscaldare!
Padre santo e buono, sono felice di poter contemplare la nascita del Figlio tuo, che tu ci fai chiamare “figlio di Davide figlio di Abramo”! la sua nascita, che egli ha vissuto come noi abbiamo vissuto la nostra, illumina ogni nostro passo e ogni bivio del nostro cammino. La sua nascita allontana e fa svanire le nostre paure, ci rende sicuri e sereni. Consapevoli del mistero che avvolge la nostra nascita e di quello immensamente più grande che contiene la sua, cerchiamo di contemplarne e gustarne la bellezza. E così sul nostro volto e nei gesti delle nostre mani e nel muoversi dei nostri passi verso ogni uomo “nato” nel mondo, appare quel sapore divino che attrae a Te!
Grazie e onore a te,
benedetto nei secoli!