Meditazione 6
6.
«Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Mt 1,21
L’angelo continua a parlare nel sogno di Giuseppe. egli parla di tutt’e tre: dice cosa succederà a Maria, cosa farà lui, Giuseppe, e quale sarà la missione del figlio.
Maria partorirà un figlio: Giuseppe sapeva già che Maria doveva partorire, ma non sapeva che il nascituro sarebbe stato un maschio, un figlio di Davide!
Le parole che l’angelo adopera nel suo parlare a Giuseppe sono le parole del profeta: anch’egli aveva usato questi termini: la vergine concepirà, partorirà, sarà chiamato!
Giuseppe viene aiutato a collegare la propria storia di quei giorni così strani con le antiche profezie, sempre presenti nelle preghiere del suo popolo. Maria, la vergine che lui non ha toccato, partorirà un figlio. L’angelo non parla di colpe e di peccato di Maria: Giuseppe non avrà nulla da dover perdonare o di cui chiedere espiazione alla sua sposa. Egli invece si assumerà tutta l’autorità di padre: darà il nome al figlio che nascerà. Dare il nome significa accoglierlo pubblicamente come proprio figlio, dichiararsi suo padre, riconoscersi responsabile della sua vita.
Il nome che Giuseppe darà è pure suggerito dall’angelo nel sogno: è un nome comune nel popolo d’Israele, un nome pronunciato in vari modi con diverse accentazioni. Ma dalla voce dell’angelo questo nome riceve un valore immenso. Il nome dice ciò che esso in realtà significa. “Tu lo chiamerai Gesù!”.
Tu pronuncerai a voce alta che lui è il salvatore di Dio.
Tu dichiarerai che Dio finalmente dona la salvezza promessa, e lo farà
attraverso quel bambino. Tu farai conoscere a tutti i mirabili disegni di Dio,
tu ti coinvolgerai così tanto con la vita di quel bimbo da divenire suo
profeta. Tu, che volevi rifiutare la madre di quel bimbo, sarai il primo a
sostenerla, ad apprezzarla! Tu che non avresti mai voluto che quel bimbo fosse
nato, sarai il primo a farlo conoscere a tutti, a proclamare che egli viene dal
Dio dell’alleanza e della pace.
Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati!
L’ultima frase del sogno è quella destinata a rimanere maggiormente impressa nella mente di Giuseppe. Essa è davvero un “sogno”!
Il bambino che nasce in modo da sembrare frutto del peccato, proprio lui invece salverà il suo popolo, così incline a giudicare e condannare, dai suoi peccati!
Che salvezza è questa? Salvare dai peccati. I peccati sono il grande abbaglio degli uomini, che sono convinti di far bene a regolarsi secondo i propri istinti, secondo ciò che piace, secondo ciò che l’opinione comune ritiene giusto. I mali di un popolo provengono dai peccati, peccati di singole persone che diventano mentalità generale, costume di vita, cultura accettata.
Questi peccati, come tutte le azioni dell’uomo, hanno
delle conseguenze. Le conseguenze dei peccati sono sofferenza, solitudine,
diffidenza, amarezza, paura, morte.
Come può un bambino, uno solo, salvare il popolo dai peccati? Per farlo egli dovrà realizzare un cambiamento di rotta generale, dovrà fare in modo non solo che tutti si pentano e chiedano perdono, ma anche che tutti comincino a ubbidire a Dio, a dar fiducia alla sua Presenza e alla sua Parola, che tutti rinneghino i propri principi, vadano contro i propri egoismi, si mettano a servire anziché a pretendere di essere serviti.
Come otterrà questo bambino un cambiamento così bello, vero sogno dell’umanità?
L’angelo non lo dice a Giuseppe. la risposta rimane segreto di Dio. Quel Dio che sta cambiano la sua angoscia in gioia sarà capace di salvare il popolo dai suoi peccati attraverso quel bambino!
Padre santo,
grazie: tu realizzi il sogno degli uomini che ti hanno abbandonato, che hanno
smesso di ascoltarti e sono precipitati nella disperazione e nell’incapacità
di avere fiducia in te. Essi non si ritengono più in grado di camminare in
armonia con te, ti credono arrabbiato con loro. Tu doni il tuo Figlio, il tuo
Gesù. Egli realizza il sogno insperato!
Grazie per
Gesù, Salvatore di tutti e di ciascuno!