meditazione 7

7.

  22 Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

 23 Ecco, la vergine concepirà e partorirà un  figlio
che sarà chiamato Emmanuele,

che significa Dio con noi.

L’evangelista ha terminato di raccontare il sogno di Giuseppe. È stato un sogno strano, un sogno che da una parte lo liberava da un incubo profondo, ma ‘altra parte lo metteva nella condizione di prendere una decisione che gli avrebbe cambiato l’esistenza dalle radici, gli avrebbe cambiato le motivazioni e le finalità di tutto il suo vivere.

Il sogno è finito. Che cosa rimane? È stata una illusione? È stato un sogno come tanti sogni che finiscono come una bolla di sapone?

Le parole udite nel sogno si intersecano e si sovrappongono ad altre parole già presenti nel cuore e nella mente di Giuseppe: le parole dei libri santi, le parole misteriose e piene di luce che risuonano al Sabato nel silenzio della sinagoga. Il ricordo di quelle parole sicure, pronunciate con solennità dal lettore, parole che vengono dall’amore di Dio per gli uomini, dall’amore più vero che non può ingannare né illudere, quel ricordo dà al sogno un valore nuovo. Le parole del Profeta portano il sogno fuori dall’incertezza che la nostra ragione riversa solitamente sui sogni. Il sogno di Giuseppe, fecondato da queste parole, non è più un sogno, è rivelazione.

I disegni di Dio, imperscrutabili e santi, avvolti nella nube del mistero, sono rivelati all’uomo che per lunghi giorni e interminabili notti ha lottato con Dio. Le sofferenze di Giuseppe terminano con la gioia di questa rivelazione, che gli dà la certezza d’essere un amico di Dio, come Abramo, come Samuele, come Davide!

Se Dio gli manifesta i suoi disegni è perché lo ha scelto come amico! Anzi, di più: Dio non solo gli manifesta i suoi disegni, ma lo sceglie per collaborare a realizzarli. Egli è un amico fidato di Dio!

Giuseppe, svegliandosi col sogno nella mente e nel cuore, si ritrova come in compagnia degli angeli che scendono e salgono sulla scala che unisce la terra al cielo, la scala che Giacobbe, il patriarca, ha sognato molti secoli prima.

Quali sono le parole del Profeta che danno al sogno la consistenza di una realtà già entrata nel mondo e nella storia degli uomini?

Ecco, la vergine concepirà!

Chi ha mai udito quest’annuncio? Colei che non conosce uomo accoglie in sé la vita dell’uomo. Se la donna è vergine donde mai le viene la vita d’un uomo in grembo? Quell’uomo è davvero il nuovo Adamo, l’uomo plasmato dalla mano di Dio, l’uomo che porta intatta l’immagine del suo Creatore!

La vergine: colei che nessuno ha toccato!

Per il nuovo Adamo sia il grembo sia il sepolcro devono essere intatti, non toccati dall’uomo peccatore e dalla sua morte, salario del peccato. La vergine, profumata del suo amore puro, accoglie la vita che viene dalla santità di Dio, quella vita che non conoscerà gli odori della morte, ma che sarà avvolta dei profumi della letizia e dell’amore!

La vergine partorirà un figlio!

Quella vergine, che Giuseppe comincia a venerare, consegnerà il suo segreto agli sguardi stupiti di tutti gli uomini. Quello che Dio le depone nel grembo è come tutti i doni di Dio: un dono che trasforma la vita di chi lo riceve in offerta, in sacrificio, in missione per molti altri! Quel dono non è destinato solo a lei: ella lo offrirà a tutti, e anche le sue mani e il suo cuore e il suo sguardo diverranno un unico sacrificio unito a lui!

Il figlio sarà davvero figlio: il figlio suo sarà figlio di Dio e sarà figlio di tutti: figlio dell’uomo! Egli vivrà obbediente a tutti, entrerà nel cuore di tutti coloro che vorranno, ubbidirà ai desideri più profondi del cuore dell’uomo: lo porterà alla pace!

Quel figlio “sarà chiamato Emmanuele”! Dio stesso lo chiamerà così: Tu sei mio figlio! Dio stesso testimonierà per lui: Tu sei mio figlio! Questi è il Figlio mio, l’eletto! Egli sarà la pace, perché sarà Dio con noi! Con noi colui che è nei cieli, colui che conta il numero delle stelle, colui che tiene in mano il mondo intero! Il bambino della Vergine è il Dio umile e grande!

Giuseppe continua il suo sogno ad occhi aperti. La gioia lo lascia colmo di stupore, e se la fede non fosse quella degli amici di Dio, sarebbe sopraffatto dal timore e dalla preoccupazione, dall’ansia e dal tormento della propria indegnità e incapacità.

Padre meraviglioso, ti rendo lode e ti benedico perché mi permetti di vedere i tuoi disegni e mi concedi di esserne partecipe. Hai scelto Maria, ragazza silenziosa, e Giuseppe, che l’amava, per far entrare il tuo Figlio in mezzo agli uomini, come uno di noi.

Hai scelto la strada nascosta, umile, la strada che richiede grande fede in te da parte di tutti, piccoli e grandi, semplici e dotti!

Gloria a te, oggi e sempre!