Ultima Cena
(acquarello, Patrizia
C.S., 2001).
Il
disegno riproduce affreschi delle chiese rupestri della Cappadocia (Turchia,
sec. X-XI).
Gli
Apostoli sono attenti alla voce e alle mani di Gesù. Solo uno, quello privo
di aureola, pensa a se stesso e si occupa della propria fame: Gesù lo ama, senza
differenze e senza parzialità. Le sue mani si alzano a benedire, quelle mani
che si erano abbassate a lavare i piedi sporchi di tutti.
Il
suo volto è sicuro e il suo sguardo fermo: non ha incertezze il Figlio di Dio.
Il suo amore non tentenna, nemmeno in presenza del traditore. Egli è davvero il
Figlio di Dio, il Salvatore: il grande pesce, al centro della scena, annuncia
questa verità. In greco infatti la parola pesce raggruppa le iniziali della
frase: “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore”!
Stiamo
in ascolto anche noi delle confidenze più care e più intime di Gesù! Egli sa
di essere amato dal Padre, si abbandona con fiducia a questo amore e offre se
stesso perché l’amore di Dio possa raggiungere tutti gli uomini!