serie 3. parte 9

Vangelo secondo Marco: capitolo 7,1-23

Testo del Vangelo
(trad. CEI 1977)

Lectio

1 Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
2 Avevano visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate -
3 i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi
4 e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie e di oggetti di rame - 5 quei farisei e scribi lo interrogarono: "Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?".

6 Ed egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:
Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.
7 Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
8 Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini".

9 E diceva loro: "Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione.
10 Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre o la madre sia messo a morte .
11 Voi invece - se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è "Korbàn", cioè offerta a Dio -
12 non gli permettete di fare più nulla per il padre o la madre.
13 Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte".


14 Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: "Ascoltatemi tutti e capite bene!
15 Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro". [16].


17 Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i discepoli lo interrogavano sulla parabola. 18 E disse loro: "Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può renderlo impuro,
19 perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?". Così rendeva puri tutti gli alimenti.
20 E diceva: "Ciò che esce dall'uomo è quello che rende impuro l'uomo.
21 Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi,
22 adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.
23 Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo".

Signore Gesù, quelli che ti toccavano venivano salvati perché tu sei il Dio con noi, quel Dio che vuole l'uomo accanto a sè; e lo vuole con sè anche se peccatore, perché è sua creatura. Dio ama tutto ciò che ha creato! Tu sai che ti addentrerai ora in regioni pagane (7,24), e perciò prepari i discepoli, perché non succeda com'è successo al di là del lago, dove nemmeno sono scesi dalla barca per metter piede su suolo immondo! L'occasione ti viene data dai farisei, e dagli scribi che essi hanno chiamato in aiuto da Gerusalemme. Essi stanno osservando il tuo comportamento e quello dei tuoi discepoli. Questi hanno distribuito i pani ai cinquemila senza lavarsi le mani!
Tu conosci la preghiera: "Lavo nell'innocenza le mie mani e giro attorno al tuo altare, Signore" (Sal 26,6) e sai quanto è importante lodare Dio con mani pure, non macchiate di azioni colpevoli contro il prossimo! Questi che si riuniscono attorno a te con fare minaccioso e tono di condanna, sembra siano capaci solo di leggere la lettera dei comandamenti ed esigono perciò un'osservanza esteriore perfetta. Può Dio ricever gloria da un rito esteriore se non è accompagnato dall'amore del cuore? Tu, Signore Gesù, non ricordi solo le prescrizioni della Legge, ma hai ben fisso nel cuore il loro significato, ricordato con parole forti dai profeti! Essi hanno detto: "Non posso sopportare delitto e solennità" (Is 1,13), "quando stendete le mani, io allontano gli occhi da voi. Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista" (1,15.16): ecco cosa significa lavarsi!
I tuoi interlocutori godono di autorità presso il popolo: tu devi essere perciò chiaro e forte nel rispondere, perché almeno i tuoi discepoli non siano ostacolati dal darti piena fiducia. Benché i personaggi che stanno davanti a te siano farisei e scribi, tu li designi per quel che sono veramente: "ipocriti"; essi portano la maschera, come gli attori del teatro. Lavano sì le mani e le stoviglie, ritenendo e facendo in tal modo ritenere di essere puri, graditi a Dio. Ma è questo ciò che Dio gradisce? Non è piuttosto un cuore obbediente, un comportamento rispettoso verso gli uomini, in particolare verso i più poveri, gli orfani e le vedove, un comportamento giusto e generoso verso i lavoratori, come ha scritto Amos, il profeta dei poveri: "Ristabilite nei tribunali il diritto!" (5,15) e Isaia, nel brano da te citato (29,13).
Capiranno i signori che ti stanno davanti? Capiscano o no, tu continui. Capiranno i tuoi discepoli, capiremo noi, che ti vogliamo seguire perché ora sappiamo chi sei. È rimasta nella tua mente qualche notizia che si racconta: qualcuno si rifiuta di assistere i propri genitori nelle loro necessità pur avendone i mezzi. Come mai? Quegli si giustifica ed è giustificato dalle autorità: ha dichiarato che i suoi beni, ereditati dai genitori stessi, sono destinati al culto. L'amore ai genitori, comandato esplicitamente da Dio, non è culto? Non è obbedienza a Dio, sua volontà? In tal modo le intenzioni dell'uomo, che del resto non sono sempre pure, si mettono al posto dei comandi espliciti di Dio. Se i tuoi interlocutori non accettano queste tue parole non sono degni di ulteriore conversazione!
Ora chiami la folla, che aveva ceduto il posto ai dignitari, e si era ritirata. Ma adesso tutti devono ascoltare e cercare di capire. Quanto tu dici è necessario per comprendere e fare nostri i misteri del Regno che vuoi consegnarci. Ed ecco che ci riveli che tutto ciò che è fuori di noi, tutto ciò che ci circonda, non può distoglierci dall'essere donati e graditi a Dio. Non solo gli alimenti, ma anche gli ambienti, le organizzazioni, le opere dell'uomo non devono e non possono farci paura. Le realtà da evitare sono quelle che produciamo noi, disobbedienti alla Parola di Dio, quando alimentiamo la sensualità, l'egoismo, l'avidità, le passioni che si susseguono in noi senza tregua, se non accogliamo te come unico nostro Signore, come nostra vita, nostro pane!
I discepoli hanno bisogno di comprendere ancora: anch'essi sono di dura cervice, anch'essi hanno difficoltà a comprendere che c'è una vita spirituale da alimentare, e che tutta la nostra vita deve trovare la sua fonte dentro di noi.
Tu ripeti ciò che Dio stesso disse a Noè quando gli consegnò la terra purificata: "Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo" (Gn 9,3). Le regole per l'impurità degli animali non sono disprezzo delle creature di Dio, tutte buone. Esse semmai sono a custodia del nostro cuore e della nostra fede, che si lascia sviare dalle abitudini idolatriche dei pagani. Ma ora che ci sei tu con noi, non dobbiamo più aver paura: possiamo vivere anche in mezzo ai pagani senza diventare pagani, senza diventare immondi, perché tu sei con noi, tu sei in noi, tu puro e santo, che santifichi e salvi tutto ciò che ti tocca!
Staremo attenti alle nostre azioni e ai nostri desideri, che non sorgano da sentimenti di impurità, di avidità e di superbia: questi portano a metterci al di sopra di Dio, che è il creatore di tutto e padre per tutti.
Gesù, mio salvatore, abbi pietà, difendimi e purificami! Donami il tuo Spirito, secondo la tua promessa: "Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi" (Ez 36,25-27).

 

 

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