serie 5. parte 1

Vangelo secondo Marco: capitolo 10,32-45

Testo del Vangelo
(trad. CEI 1977)

Lectio

32 Mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti. Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli:
33 "Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani;
34 lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà".

35 Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: "Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo".
36 Egli disse loro: "Che cosa volete che io faccia per voi?". Gli risposero:
37 "Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra".
38 Gesù disse loro: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?". Gli risposero: "Lo possiamo"".
39 E Gesù disse: "Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati.
40 Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato".
41 Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni.
42 Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: "Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43 Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore,
44 e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti.
45 Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti".

Signore Gesù, i tuoi discepoli, stupiti per la decisione con cui tu hai maledetto la ricchezza (10,25) smorzando così il loro desiderio di possederla, sono ora spaventati nel vederti deciso a proseguire verso Gerusalemme. Essi sanno che là, nella città santa, gioia di tutto il popolo, si sta tramando contro di te. La tua impazienza di raggiungere la città di Davide, vanto di tutta la terra, li sgomenta. La paura è nel cuore e sul volto di tutti quelli che camminano con te: tu davanti, essi dietro, tu deciso, essi incerti, quasi costretti, manifestanti malavoglia. I Dodici trasmettono a tutti gli altri la loro paura, che non sanno giustificare, paura inconsapevole, ma reale. Tu stesso, accorgendoti della loro paura ti fermi per permettere loro di raggiungerti e, in disparte, incominci a rivelare loro tutto ciò che ti attende lassù, a Gerusalemme. Già due volte hai detto loro con chiarezza qual è la volontà del Padre per te, ma essi non ti hanno ascoltato con attenzione e hanno subito dimenticato. Per questo, questa terza rivelazione è come fosse la prima. Ora sei vicino, mancano pochi giorni al realizzarsi di quelle Scritture che parlano del tuo sacrificio, e perciò nella tua istruzione abbondi di particolari: il profeta Isaia (53) ti ha istruito, e tu sai che nessuna delle sue parole andrà a vuoto.
Tu, il Figlio dell'uomo, l'uomo vero e degno di essere amato da tutti come un figlio, sarai consegnato: prima ai capi che hanno il potere nel tempio e non sopportano che tu lo sostituisca. Essi infatti ti consegneranno poi agli infedeli: non ti ritengono degno di far parte dell'alleanza del popolo di Dio, ti rifiutano. E i pagani ti copriranno del disprezzo che nutrono per il tuo popolo e per Dio stesso. Finalmente, quando gli uomini non potranno più far nulla, allora Dio interverrà con la sua potenza d'amore: dopo tre giorni ti darà la vita, quella vita che non conoscerà più la morte (Os 6,2).
Quando tu avevi parlato così in Galilea, i tuoi si misero a discutere su chi sarebbe stato il primo, e tu avevi messo davanti a loro un bambino: quello è grande e degno di essere servito!
La tua lezione non è stata compresa, o è stata dimenticata, ha bisogno di ripetizione. Noi abbiamo bisogno che tu continui a ripeterci, Signore Gesù, ciò che dobbiamo imparare per essere davvero discepoli tuoi. Sono troppe le tentazioni ed è forte l'influsso del mondo sul nostro cuore e nella nostra mente!
Ora Giacomo e Giovanni, forti del fatto che tu li hai presi con te in casa di Giairo e sul monte, e del fatto che essi sono tra quelli che tu hai chiamato per primi, hanno delle pretese. Essi vogliono che tu ubbidisca loro per mettere tutti gli altri ai loro piedi. Essi vogliono essere onorati e ubbiditi. Sono certi di avere un diritto che tu non puoi negare: il diritto di essere alla tua destra e alla tua sinistra nella gloria. Non ricordano più il bambino che tu hai abbracciato? Ad essi tu ricordi ancora qual è la tua strada per giungere alla gloria, strada che anch'essi dovranno percorrere: quella di bere il calice e di accettare un battesimo. Il tuo calice è quello dell'amarezza, bevuto dai malvagi (Sal 75,9), quello del castigo di tutti gli uomini (Ger 25,15ss), e il tuo battesimo è quello dell'angoscia della morte tra i flutti che sommergono (Sal 42,8). Tu non rifiuterai né il calice né il battesimo ai due fratelli che ti hanno seguito, anzi, vuoi che essi decidano liberamente di accoglierlo. Quanto però ad un posto di rilievo, come essi vorrebbero, tu non lo prevedi per nessuno, perché tu stesso ti sei svuotato per occupare l'ultimo posto. Chi desidera un posto di rilievo, sia esso desiderato per merito o atteso per anzianità, si mette contro Dio, perché vuole occupare il posto che spetta solo a lui. Nella tua gloria, alla destra e alla sinistra del tuo trono, ci saranno due ladroni (15,27).
Gli altri dieci hanno udito, ma non hanno ascoltato. La loro indignazione verso i due fratelli è segno che sono uguali a loro: anch'essi s'aspettano un posto, anch'essi vantano diritti dimenticando che il loro posto è quello di chi ama, di chi si sottomette perché il suo amore sia perfetto.
Tu, Gesù, sai che i tuoi si fanno condizionare da quanto avviene nel mondo. I regni degli uomini dovranno cedere il posto al regno di Dio. Nei regni degli uomini sta al primo posto la malvagità che opprime: per questo Dio vuole instaurare qui sulla terra il suo regno, dove i più grandi si fanno servitori e dove il primo gode d'essere schiavo.
Tu, proprio tu, Gesù, ti fai schiavo, vendendo te stesso perché noi, molti, siamo riscattati dalla schiavitù del diavolo che ci domina distruggendo ogni forma di amore e di comunione.
Grazie, Gesù, che sei il primo, il primo servitore di noi tutti con l'offerta della tua vita.

 

 

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