MI AMI PIÙ DI LORO?

 

 

 

Questa immagine è una pagina che ci permette di leggere, non con caratteri e sillabe, bensì con linee e colori, il mistero della chiamata e della missione della Chiesa. Che si tratti di un mistero e non semplicemente della descrizione o narrazione di un fatto accaduto viene "detto" dal colore del cielo, non azzurro nè nuvoloso, ma dorato, luminoso della luce dei pensieri e dei progetti di Dio!

Gesù è risorto e incontra l'apostolo, che è accorso, non perché lo ha riconosciuto con i propri occhi, ma perché l'altro discepolo gli ha detto: "È il Signore!". Simone si getta ai suoi piedi, e Gesù lo accoglie e lo vede in tutta la sua povertà. Egli non può nascondersi allo sguardo del Signore: la nudità dice proprio che Gesù ci vede in profondità, in tutta la nostra limitatezza, in tutto il nostro bisogno e nel nostro essere indifesi. Egli ci conosce nell'intimo, vede il nostro cuore e il nostro peccato, come Dio ha visto quello di Adamo.
Simone si era lasciato vincere da volontà di indipendenza ed egocentrismo, quando la sera precedente aveva deciso per conto suo di andare a pescare, e Gesù ora glielo dice: "Ti cingevi la veste da solo e andavi dove volevi". Ora egli si trova davanti a Gesù nudo e misero, ma riconoscente, perché l'obbedienza alla sua Parola ha reso molto fruttuosa la fatica di gettare la rete.
Gesù lo accoglie con amore. Egli tiene il libro, perché è il custode e l'interprete della Parola del Padre, anzi, è egli stesso la Parola che manifesta l'essere e la volontà di Dio. Il libro può rimanere chiuso, perché la Parola esce dalla sua bocca! Le sue vesti sono mosse dal vento dello Spirito, infatti egli è sempre sostenuto e guidato dallo Spirito di Dio!
Ora Simone, figlio di Giovanni, ascoltando Gesù risorto si sente domandare a tu per tu: "Mi ami tu più di loro?".
Questa domanda viene ripetuta, perché è l'unica cosa importante, importante da fare e da sapere! Mi ami tu? Che rapporto hai tu con me? Mi doni la tua vita? Me la doni gratuitamente, senza attenderti nulla da me, che non possiedo null'altro che la Parola dell'amore del Padre? Mi ami tu senza riserve? Mi ami tu anche a costo di non andare più dove vorresti? Mi ami tu in modo che sia io il tesoro del tuo cuore? Mi ami tu anche se io non ti dessi alcun compito, alcun riconoscimento? Mi ami tu anche se ti dessi da portare un peso che occupi tutti i tuoi pensieri, le tue energie, il tuo tempo?
La risposta di Simone è espressa dalle sue braccia e dalle mani protese e dallo sguardo che non vede altri che Gesù! "Più di loro" dice Gesù. Chi sono? Essi sono gli altri discepoli scelti da Gesù, che gli hanno dato la vita, e che hanno ubbidito a Simone quando ha detto "io vado a pescare". Eccoli, sono sulla barca. La barca li tiene uniti, li distingue e li separa dagli altri uomini. La barca sta sul mare, continuamente mossa e sballottata dalle sue onde, il cui movimento è costante pericolo.
La barca, figura della Chiesa, risente della cultura e della storia umana: la polena (testa d'animale sulla prua), tipica di un luogo e di un momento storico, non impedisce nè condiziona la preghiera e il lavoro e il tragitto della barca stessa. Gli uomini pensano che la barca si muova per la forza e l'intelligenza umana, ma i remi sono stati abbandonati, e nessuno tiene la vela per orientarla a destra o a sinistra.
La Chiesa non si muove grazie alle capacità umane dei suoi uomini, ma solo grazie allo Spirito, vento che continua a soffiare e ad avvicinarla a Gesù. La vela è ben legata all'albero maestro che sta saldo in mezzo alla barca, albero che è la croce.
Senza croce la Chiesa non si muove, non avanza. È perché essa porta la croce che lo Spirito può farla procedere nel suo viaggio rischioso e pericoloso.
E inoltre nella Chiesa c'è sempre chi prega. La fiamma della preghiera è sempre accesa in essa, ed è in posto ben visibile: tutti devono poter vedere le mani alzate, per sapere da dove viene l'aiuto, dove devono essere fissati i nostri pensieri e i nostri desideri, perché la nostra patria è nei cieli.
Tutti vivono della preghiera di chi prega.
Coloro che sono nella barca non vengono da soli verso Gesù: li segue la rete piena di centocinquantatre grossi pesci. Il numero è quello dei popoli di tutta la terra!
La Chiesa va a Gesù con tutti quelli che vogliono essere salvati da lui.
Grazie alla croce e al soffio dello Spirito la Chiesa si carica del peso di tutti gli uomini per portarli a Gesù, che continua a dire a Simone: "Pasci le mie pecore!" "Pasci i miei agnelli!"
Gesù sta pensando ai secoli futuri: egli salirà al cielo, tornerà al Padre, ma la Chiesa rimarrà qui e continuerà a raccogliere e ad accogliere quanti vengono salvati, perché incontrino Gesù, odano la sua Parola d'amore e così vivano e gli rispondano offrendosi a lui. Così la loro vita viene realizzata realizzando il Regno di Dio!

Guardando quest'immagine vediamo i due aspetti della nostra vita nella Chiesa: la nostra vita comunitaria e il nostro rapporto personale con Gesù. Nella Chiesa questi due aspetti ci vengono continuamente ricordati visivamente da chi vive in comunità, i cenobiti, e da chi consacra la propria esistenza a Dio in un' esperienza eremitica. Ogni cristiano deve essere capace di vivere da solo con Gesù, rispondendo continuamente alla sua domanda "Mi ami tu?", e contemporaneamente saper collaborare alla preghiera e agli impegni di tutta la Chiesa, entro la quale egli si trova a servire il Signore per portare a lui tutti gli uomini.
La Chiesa è chiamata e mandata: è chiamata a stare con Gesù, e ogni cristiano deve dare a lui la propria risposta d'amore! La Chiesa è mandata a compiere la missione di accompagnare tutti gli uomini a conoscere l'amore di Dio in Cristo Gesù, e ogni cristiano può rispondere insieme agli altri. "Mi ami tu?" e "Pasci i miei agnelli": anche tu, rispondi da solo, impegnati per tutti.
E poi stiamo in attesa fervida di lui che ci dirà: "Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molte città!".


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